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Ciclismo, la carriera di Vincenzo Nibali: i primi passi, l’esordio tra i professionisti, i trionfi da fenomeno

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Vincenzo Nibali il suo grande talento l’ha palesato sin da quando, giovanissimo, lasciò la sua Sicilia per andare a vivere in quella Toscana che l’ha accolto come un figlio. Da juniores è bronzo mondiale a cronometro, campione d’Italia e vincitore del prestigioso Giro della Lunigiana, la gara a tappe più importante di categoria. Da U23 continua a cogliere successi e replica il terzo posto nella rassegna iridata delle prove contro il tempo.

L’impatto con il professionismo, per lo Squalo dello Stretto, non è particolarmente duro. A soli 21 anni ottiene il terzo posto all’Eneco Tour, oggi BinckBanck Tour, e vince una corsa World Tour quale la Classica di Plouay. Nel 2007 recita il ruolo di prezioso gregario di Danilo di Luca quando questi domina il Giro d’Italia. L’anno seguente fa le prime esperienze da capitano nei Grand Tours. Arrivano un 11esimo posto nella Corsa Rosa e un 20esimo alla Grande Boucle.

Il 2009 è la stagione dell’esplosione con il settimo posto al Tour de France. Nel 2010, invece, arriva la consacrazione per il messinese. Terzo al Giro con il trionfo nella frazione di Asolo, ove fa il vuoto nella discesa del Monte Grappa, e primo alla Vuelta. Tra le strade spagnole, Vincenzo coglie il suo primo successo in una manifestazione di tre settimane al termine di un epico duello con il veterano gallego Ezequiel Mosquera. Il capitolo decisivo di questa sfida va in onda sulla durissima salita de La Bola del Mundo, a un giorno dalla fine della competizione. Mosquera, che si trovava a 50″ da Nibali, inizialmente stacca il siculo. Nel finale, tuttavia, proprio in vista del traguardo, Vincenzo, il quale indossa una maglia rossa appena tornata simbolo del primato della gara iberica (fino all’anno prima il leader vestiva la oro), riesce a riacciuffare l’avversario e a mettere l’ipoteca sul trionfo.

Nel 2011 arriva un altro podio al Giro. Nel 2012, invece, è la volta del terzo posto al Tour e dei successi solo sfiorati alla Milano-Sanremo e alla Liegi-Bastogne-Liegi. Nella stagione successiva Vincenzo, finalmente, conquista il Giro. Una corsa di cui è padrone dall’inizio alla fine. La impreziosisce, oltretutto, con il dominio nella cronoscalata della Polsa e con la prova di forza con cui piega tutti i suoi rivali, sotto una tormenta di neve, nella frazione che giunge in cima alle Tre Cime di Lavaredo.

Vincenzo, in seguito, raggiungerà l’immortalità nel 2014. Prende parte al Tour de France con l’obiettivo di vincerlo e già alla seconda tappa fa sua la maglia gialla con una stoccata indimenticabile in quel di Sheffield. Sul pavé, successivamente, fa fuoco e fiamme, mette in difficoltà financo gli specialisti, e guadagna 2’30” su Alberto Contador, in quel momento il suo rivale principale. Un tesoretto che probabilmente sarebbe stato sufficiente per difendersi dal ritorno del fuoriclasse iberico. Tuttavia, il pistolero cadrà e si ritirerà. Nibali, allora, avrà strada spianata e dominerà la Grande Boucle conquistando anche i successi sui traguardi di La Planche des Belles Filles, Chamrousse e Hautacam.

Dopo quel trionfo, Nibali fallisce l’assalto al bis, ma fa un ottimo Tour anche nel 2015, coronato dalla vittoria dopo una lunghissima azione solitaria a La Toussuire. Inoltre, in quella stessa annata arriva il secondo titolo italiano consecutivo e il primo successo al Giro di Lombardia, nel quale Vincenzo mette alle corde la concorrenza grazie alle sue grandi doti di funambolo in discesa.

Il 2016 è l’anno del bis al Giro d’Italia. Vincenzo soffre per 19 giorni, incapace di contrastare uno straordinario Steven Kruijswijk. Il neerlandese, tuttavia, cade sulla discesa dell’agnello e Nibali ha strada libera verso il successo. Stacca tutti e stravince a Risoul. Dopodiché, sfila la maglia rosa a Esteban Chaves, il quale, nel frattempo, l’aveva strappata a Kruiswijk, salendo verso Vinadio.

Sarà l’ultimo successo di Vincenzo in un grande giro. Tuttavia, lo Squalo continuerà a inanellare grandi risultati su grandi risultati. Nel 2017 arriva sul podio sia al Giro che alla Vuelta e vince tappe di ambedue le gare. A fine stagione, inoltre, rivince il Giro di Lombardia. Il 2018, invece, è l’anno della perla alla Milano-Sanremo, ove saluta tutti sul Poggio e si invola verso il successo. A 34 anni, nel 2019, lo Squalo non dà segni di calo. Al Giro è nuovamente sul podio, mentre al Tour de France coglie un bellissimo successo a Val Thorens.

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luca.saugo@oasport.it

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Twitter: @LucaSaugo

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Foto: Trek

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