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Ciclismo su pista, Miriam Vece: “Un rammarico non andare a Tokyo 2020, ma a Parigi 2024 voglio una medaglia”

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La grande sorpresa degli ultimi Mondiali su pista di Berlino 2020 è stata, senza ombra di dubbio, la medaglia di bronzo nei 500 metri di Miriam Vece. Quello della ventiduenne cremasca infatti è stato il primo podio tricolore in questa specialità che, di conseguenza, ha fatto entrare la pistard lombarda, campionessa europea di specialità nel 2018, nella storia del ciclismo italiano. Mai nessuna azzurra, da quando è stata istituita questa disciplina nel 1995, era riuscita a raggiungere il podio. La sua nuova vita ad Aigle, in Svizzera, e gli allenamenti al Centro Mondiale dell’UCI, l’hanno ripagata con la soddisfazione più grande di tutta la sua giovane e bellissima carriera. Un tempo di 33”171, a soli 50 centesimi dalla campionessa del mondo, la tedesca Friedrich (33”121), è un risultato che ha fatto sognare l’Italia dello sport. Come del resto il suo nuovo record italiano in 10″580 nei 200 metri lanciati, riconfermatosi nei 500 metri che le hanno garantito l’inaspettato e bellissimo podio iridato.

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Qual è stato il primo pensiero dopo aver conquistato il bronzo nei 500 metri?

“Sinceramente? Devo ancora realizzare il tutto. Non riesco a crederci di avere quella medaglia al collo. Dopo aver visto che ero sul podio, l’unico pensiero che ho avuto è stato ‘ce l’abbiamo fatta’ “. 

Che stimoli ti ha lasciato questa medaglia per i tuoi prossimi appuntamenti?

“Sicuramente questa medaglia fa ben sperare per il futuro. Iniziamo a farci vedere in una specialità dove mancavamo da anni. Ma questo è solo l’inizio, e spero sia soltanto una delle tante medaglie”. 

Quali erano le tue ambizioni della vigilia?

“Alla vigilia dei 500 metri? Ho detto ‘non so neanche se riesco ad entrare nelle otto, ma punto a fare un bel tempo’ “.

Cosa ti ha portata a crescere così tanto nell’ultimo anno?

“Sicuramente stare al Centro Mondiale del ciclismo. Mi alleno tutti i giorni controllata dal mio coach Craig. E soprattutto la voglia di fare e mettersi in gioco per far vedere che l’Italia c’è anche nelle discipline veloci; e pian piano stiamo iniziando a farci vedere”. 

Quanto è grande il rammarico della mancata qualificazione a Tokyo?

“Un enorme rammarico. Penso sia il peggior feeling di tutti arrivare a fare 10.58 e sapere di non poter correre l’Olimpiade; solo chi è nella mia situazione può capire”. 

Pensi di poterti giocare una medaglia a Parigi?

“Sicuramente voglio correre a Parigi da protagonista. Se posso ambire a una medaglia? Non lo so, è ancora presto per dirlo e chissà quante altre cose cambieranno; ma sicuramente l’obiettivo sarà quello”. 

Ti senti più forte nella Velocità o nel Keirin?

“Non ci penso due volte a dirti Velocità. Non ho mai amato il Keirin, non è la mia disciplina”. 

Il bilancio complessivo dell’Italia post-Mondiali?

“Siamo un bel gruppo e giovane. Il quartetto si è assicurato il pass per Tokyo e sicuramente saranno là per correre da protagonista. Io non potrò far altro che tifare da casa. Noi ragazze siamo tornate in Italia con due medaglie di bronzo e un argento. penso che il CT Dino Salvoldi sia soddisfatto; io lo sono”.

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lisa.guadagnini@oasport.it

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Foto: Twitter CONI

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