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Coppa Davis 2020, le possibili scelte di Barazzutti verso la Corea del Sud. Fognini e Sonego titolari? Mager e Travaglia scalpitano

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Mancano ormai soltanto due giorni alla sfida tra Italia e Corea del Sud, fondamentale per l’accesso alle Finals della Coppa Davis 2020. Tra il 6 e il 7 marzo verrà stabilito il destino della Nazionale italiana di tennis: sulla carta la selezione asiatica non dovrebbe creare particolari problemi agli azzurri ma, si sa, nello sport la sottovalutazione dell’avversario può spesso portare ad esiti inattesi. Perciò questi sono giorni di riflessione intensa per il capitano Corrado Barazzutti, chiamato a scegliere i due singolaristi da schierare sulla terra rossa di Cagliari.

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Uno dei due posti è prenotato di diritto da Fabio Fognini, numero 11 del ranking ATP e numero 2 d’Italia alle spalle dell’acciaccato Matteo Berrettini. Se da un lato la classifica parla chiaro ed è sotto gli occhi di tutti, dall’altro bisogna anche tenere in considerazione il periodo di forma piuttosto negativo del tennista di Arma di Taggia. In questi primi due mesi del 2020, ad eccezione della parentesi Australian Open, il ligure ha collezionato soltanto ko al primo turno nei tornei in cui ha partecipato (ad Auckland contro Feliciano Lopez, a Rotterdam contro Karen Khachanov e a Dubai contro Daniel Evans) e soprattutto ha evidenziato una condizione fisica non perfetta. Al momento sembra comunque un’ipotesi alquanto remota che Barazzutti possa rinunciare al proprio uomo di punta.

Il favorito per il ruolo di secondo singolarista è Lorenzo Sonego. Forte del proprio ranking superiore agli altri quattro azzurri (posizione numero 46), il ventiquattrenne torinese sembra aver reagito bene a un avvio di stagione estremamente negativo, caratterizzato da cinque sconfitte consecutive: sulla terra rossa di Rio de Janeiro Sonego si è reso protagonista di un buon torneo, fermandosi soltanto ai quarti di finale.

È proprio da Rio che Gianluca Mager avanza la propria candidatura: il venticinquenne di Sanremo ha compiuto un exploit del tutto imprevisto, sconfiggendo un avversario del calibro di Dominic Thiem (ad oggi numero 3 del mondo) e giungendo alla prima finale del circuito maggiore della propria carriera, poi persa contro Cristian Garin. In panchina scalpita anche Stefano Travaglia, memore delle ottime risposte fornite all’ATP Cup: in quell’occasione il marchigiano vinse due match su tre (di cui uno contro Taylor Fritz) e fu di gran lunga il migliore della spedizione azzurra. Nel seguito della stagione, però, Travaglia non ha particolarmente brillato: si è concentrato sui Challenger ma non ha raccolto alcun successo di rilievo, mentre sul circuito maggiore ha perso i tre incontri a cui ha preso parte.

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