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Cosa succede se OMS dichiara la pandemia mondiale? Nuove restrizioni e tutte le possibili misure

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La Cina si è quasi isolata dal mondo per un lungo periodo, l’Italia si è dichiarata zona protetta e adesso tantissimi Paesi del mondo stanno cercando di capire come affrontare l’emergenza legata al coronavirus COVID-19. In questo stato delle cose, l’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità – è pronta a dichiarare lo stato di pandemia, che si applica quando tutto il mondo viene colpito da una malattia epidemica che colpisce rapidamente in tutto il globo terrestre.

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In particolare, ci si trova vicinissimi al livello 5 di attenzione, cioè alla fase più propriamente pandemica. Alcuni giorni fa Walter Ricciardi, dalle pagine de La Stampa, aveva dichiarato che entro la fine di questa settimana o l’inizio della prossima sarebbe stata dichiarato lo stato di pandemia.

Se effettivamente tale misura venisse presa, all’atto pratico non ci sarebbe un cambiamento molto significativo delle nostre vite, come ha fatto osservare Pierluigi Lopalco, ordinario di Igiene all’Università di Pisa, sempre a La Stampa. Potrebbe esserci la richiesta a singoli Paesi di fermare determinate attività, come ad esempio il trasporto su terra, ma non c’è l’obbligo di farlo. In realtà, l’idea alla base del progetto OMS è quella di restringere pian piano i blocchi all’avvicinarsi progressivo verso il centro dell’epidemia in questione. Questo genere di situazione ricorda abbastanza da vicino quanto si è verificato nel 2005 quando fu l’aviaria a creare un numero non indifferente di problemi.

Sarebbero in particolare create due zone: una di transizione e una di interdizione. In quella di transizione si applicano misure di sorveglianza e autoquarantena senza però porre limiti alla circolazione delle persone, cosa che invece accade nel secondo caso, dove è vietato entrare o uscire (un po’ quel che s’è visto in Lombardia in questi giorni).

Una situazione, dunque, non particolarmente semplice, ma che potrebbe anche permettere una gestione migliore dell’emergenza, e soprattutto con più unità d’intenti a un livello globale che, per il momento, si vede solo a tratti.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: Hector Christiaen / Shutterstock.com

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