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F1, Ferrari: servono risposte. Caccia alla Mercedes e mirino sulla rivoluzione 2021: duplice lavoro a Maranello

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In questi giorni da Coronavirus fa strano parlare di qualcosa di diverso che non siano contagiati, vittime, asintomatici e casi da terapia intensive. Tutti, nella società globalizzata e tanto/troppo social, stiamo sposando terminologie che fino a qualche tempo fa non pensavamo di usare, a eccezione di chi per lavoro sa perfettamente di cosa si sta parlando.

In un mondo in cui il Covid-19 ha assunto i connotati ufficiali di pandemia, visti 126.380 malati e i 4.634 decessi, è difficile rimanere insensibili e far finta di niente. Non si può mettere la testa sotto la sabbia o chiudere gli occhi, facendo finta che questo sia un brutto incubo. Per questo, è con sensazioni molto particolari che ci apprestiamo (forse) a vivere il primo weekend del Mondiale 2020 di F1. A Melbourne (Australia), c’è grande determinazione nel voler garantire la competizione, ma anche in territorio australiano le preoccupazioni non sono poche e gli stessi piloti sottolineano questi aspetti.

Tuttavia, pare proprio che si cominci in un’annata nella quale il GP di Cina è stato cancellato (per il Coronavirus) e il GP del Bahrein, il prossimo in calendario, si disputerà a “porte chiuse”. Un 2020 che, sotto tanti punti di vista, sarà di transizione in vista del campionato della “Rivoluzione”. Nel 2021, infatti, le macchine cambieranno la loro filosofia costruttiva e quindi spetterà ai tecnici ingegnarsi per fare la differenza. Una categoria, quindi, in cerca di una filosofia meno “tecnica” e più “spettacolare”, in linea con la gestione americana di Liberty Media.

La Ferrari arriva a questa prima uscita con tanti punti interrogativi. La SF1000 è un passo avanti dal punto di vista del carico aerodinamico: i rilevamenti nei tratti più lenti del circuito dei test a Barcellona hanno evidenziato questo. Tuttavia, la Rossa sembra far fatica a trovare la prestazione assoluta, avendo perso forse un po’ troppo in termini di accelerazione. In terra spagnola, secondo i dati del GPS resi noti, il differenziale nelle cosiddette zone “power-limited” (quelle di pura accelerazione, senza gli influssi dell’aerodinamica) con la Mercedes era di 1″. E’ chiaro che la Rossa non ha usato una specifica di motore troppo spinta, dal momento che la prestazione era peggiore anche rispetto alla Haas e all’Alfa Romeo dotate del medesimo propulsore, però probabilmente c’è anche un problema di “drag”.

A Melbourne ne sapremo sicuramente di più perché la “partita a poker” tenutasi in Catalogna era stata anche un po’ stucchevole. Mercedes qualcosa ha mostrato: eccezionale velocità sul giro secco e con benzina a bordo, oltre al tanto discusso DAS i cui benefici in termini di tempo sono da stimare con esattezza. Nello stesso tempo anche Red Bull ha messo insieme tanti giri, con tempi notevoli, avendo meno problemi di affidabilità delle Frecce d’Argento. La W11 ha dovuto, infatti, fare i conti con problematiche di questo tipo, cosa che anche le altre monoposto motorizzate Mercedes hanno riscontrato.

Ferrari quindi che dovrà capire a che punto è e, nello stesso tempo, lavorare parallelamente al modello 2021. Qualora i risultati non dovessero essere soddisfacenti, la Rossa potrebbe buttarsi a capofitto nel progetto dell’anno venturo per arrivare al meglio.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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