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F1, scatta il Mondiale delle polemiche. Ferrari accerchiata per l’accordo sul motore con la FIA: è guerra politica

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La FIA ha condotto un’analisi tecnica dettagliata sulla power unit della Scuderia Ferrari come è autorizzata a fare per qualsiasi squadra del Mondiale di F1. Le approfondite indagini condotte durante la stagione 2019 hanno sollevato il sospetto che la power-unit della Rosse potesse essere considerata non conforme al regolamento. La Ferrari ha rivendicato sempre la propria onestà da questo punto di vista. Pur non essendo completamente soddisfatta, la Federazione ha deciso che ulteriori azioni non avrebbero portato necessariamente a una conclusione a causa della complessità della questione e dell’impossibilità materiale di dimostrare la violazione del regolamento. Per evitare le conseguenze negative che un lungo contenzioso comporterebbe e nel migliore interesse del campionato, la FIA, in conformità con l’articolo 4 (ii) del proprio Giudiziario e del Disciplinary Rules (JDR), ha deciso di stringere un accordo di collaborazione con la Ferrari per chiudere il procedimento. Questo tipo di accordo è uno strumento legale riconosciuto come componente essenziale di qualsiasi sistema disciplinare ed è utilizzato da molte autorità pubbliche e altre federazioni sportive nella gestione di queste controversie. La riservatezza dei termini dell’accordo di transazione è prevista dall’articolo 4, lettera vi), della JDR. La Federazione prenderà tutte le misure necessarie per proteggere lo sport e il suo ruolo e la sua reputazione come regolatore del Mondiale”.

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Si riparte da qui, dal chiarimento della Federazione Internazionale dell’Automobile in merito alle querelle sulla power-unit della Ferrari 2019. Per la FIA il caso è chiuso e le motivazioni sono state espresse, ma per i team concorrenti, guidati dalla Mercedes, non si è affatto alle battute finali. Questa “collaborazione” è qualcosa che garba poco e se, in superficie, si parla di trasparenza, in realtà le cose stanno diversamente.

Il discorso è meramente politico. Un’interpretazione, in questo senso, confermata da Paolo Filisetti de La Gazzetta dello Sport, intervistato da OA Sport. In buona sostanza, la Rossa si sarebbe mossa con il motore ai limiti del regolamento nella stagione passata e, non essendoci stata una protesta ufficiale ma una richiesta di chiarimento, la Federazione e la scuderia italiana hanno deciso di accordarsi senza svelare i dati dell’analisi fatta per non dare un vantaggio alle squadre concorrenti sulla soluzione adottata in casa ferrarista.

In secondo luogo, il rapporto di collaborazione volto a inquadrare la Rossa come “consulente” della FIA è il vero punto che ha mandato su tutte le furie Toto Wolff. Il timore, infatti, è che il Cavallino abbia un vantaggio pensando al futuro e al regolamento 2021 in tema “propulsori”. Si parla di un lavoro congiunto su tutti i motori. Un aspetto che metterebbe in una condizione assai favorevole il team di Maranello, replicando sotto certi aspetti quanto era avvenuto nel momento della stesura delle norme dei motori ibridi tra la FIA e la Stelle a tre punte. Sappiamo perfettamente poi quali riflessi ci siano stati dal 2014 in poi. Pertanto, la battaglia annunciata, più che essere una richiesta di chiarimenti, è essenzialmente un confronto di potere che Mercedes soprattutto teme di perdere.

Un Mondiale che dunque partirà tra le polemiche il 15 marzo a Melbourne (Australia), con altri punti di domanda riguardanti il Coronavirus. Al momento, le risposte dell’organizzazione sono state all’insegna dell’ottimismo. Non resta quindi che attendere questo weekend e capire davvero gli equilibri in pista, dopo la “partita di poker” delle prove a Barcellona.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse 

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