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Formula 1

F1, verso un Mondiale ‘compresso’. Le tante gare ravvicinate potrebbero favorire i giovani

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22? 21? Assolutamente no, purtroppo. Un numero tra 15 e 18? Forse. Oppure il minimo sindacale di 8? Una via di mezzo tra questi ultimi? No, non stiamo dando i numeri, semplicemente proviamo a capire quanti saranno i Gran Premi che andranno a comporre il Mondiale di Formula Uno 2020, sempre che riuscirà a prendere il via. La pandemia del coronavirus ormai da settimane ha fatto saltare con il tritolo il calendario del campionato e le macerie si vedranno ancora a lungo. Come se non bastasse, poi, le chance che tutto venga rimandato al 2021 sono sempre più concrete, ma noi vogliamo provare ad essere ottimisti.

Confidando che la morsa del COVID-19 possa mollare la presa sull’Italia e sul mondo in tempi celeri (anche se, oggettivamente, così non sarà) il Mondiale di Formula Uno ben che vada non potrà scattare prima del mese di luglio. Ogni previsione antecedente è pressoché incasellabile sotto il termine “utopistica”, quindi già questa opzione non sarebbe affatto da scartare. Ad ogni modo dovremo capire il numero degli appuntamenti che si potranno inserire in un programma che si farà quanto mai serrato con gare una dietro l’altra senza soluzione di continuità.

Essendo già ufficialmente saltata la pausa agostana (sostituita gioco forza nel mese di marzo) i weekend a disposizione non mancheranno e, come paventato da molti, non sarà più un tabù pensare a correre anche a dicembre (ovviamente in piste dove le temperature più miti la faranno da padrone). In questo modo si potrebbe raggiungere una cifra comunque distante dai 22 appuntamenti iniziali, ma contemporaneamente ben più corposa degli 8 Gran Premi, il limite minimo per dichiarare “legale” una stagione.

Ad occhio e croce, quindi, si potrebbe arrivare (sempre tenendo le dita bene incrociate) verso le 15-18 preconizzate da Chase Carey, CEO di Liberty Medie. Ad ogni modo sarà una vera corsa contro il tempo. Pochi mesi, tante gare, viaggi intercontinentali, stress per piloti e meccanici. In poche parole un tour de force. Chi sarà, quindi, a potersene giovare? In primo luogo i top team, che hanno a disposizione tutti i mezzi economici, tecnici ed umani, per farsi trovare pronti ad ogni eventualità, ma c’è anche dell’altro.

In un Mondiale così duro e competitivo, nel quale si correranno spesso gare in back-to-back, ovvero senza soluzione di continuità, detta all’italiana, anche le energie fisiche potrebbero fare la differenza. Sia ben chiaro, nella Formula Uno del 2020 anche i piloti più avanti negli anni (e non stiamo certo parlando di Louis Chiron che vinse il Gran Premio di casa in quel di Montecarlo nel 1955 a 55 anni e 292 giorni) a livello di resistenza e prestazioni non hanno nulla da invidiare ai decatleti, ma com’è ovvio che sia, i rivali più giovani potrebbero sfruttare a loro vantaggio questo aspetto.

Gente come Charles Leclerc e Max Verstappen (entrambi nati nel 1997), Alexander Albon e Pierre Gasly (del 1996), quindi George Russell (1998) o Lando Norris (1999) saranno favoriti con tempi di recupero più rapidi ed una preparazione ottimale. I vari Lewis Hamilton o Sebastian Vettel, non hanno nulla da temere nei confronti dei giovani rampanti della massima categoria del motorsport, ma una minima differenza potrebbe farsi sentire. Tutto, come detto, sarà subordinato da quando il coronavirus deciderà di mollare la presa. Solo in quel momento capiremo le tempistiche di una eventuale ripartenza. Rimaniamo tutti in attesa, con una voglia di Formula Uno che cresce giorno dopo giorno.

 

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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Foto: Lapresse

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