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Finale Coppa Davis 1998: Gaudenzi-Norman, 6 ore di battaglia prima di un finale drammatico
La sfida nella finale di Coppa Davis 1998 tra Andrea Gaudenzi e Magnus Norman non è stata solo una partita di tennis, per milioni di italiani è stato un esempio di come il coraggio e la determinazione possono consegnarti alla storia, anche se poi il miracolo sportivo non si concretizza.
Il numero uno del tennis azzurro è chiamato alla grande prova nella massima competizione per nazioni. Dopo la travolgente vittoria contro gli Stati Uniti nel team Italia c’è grande fiducia. Oltre a Gaudenzi, il capitano Paolo Bertolucci ha convocato Diego Nargiso, Davide Sanguinetti e Gianluca Pozzi, come riserva.
Nel primo singolare il tennista nativo di Faenza deve sfidare Norman. Nonostante sia solo il match d’esordio per gli equilibri della finale di Davis può già essere determinante. I primi due set si risolvono al tie-break. L’azzurro porta a casa il primo per 11-9 mandando in estasi il pubblico del Forum di Assago, ma nel secondo cede con un pesante 7-0.
La gara a questo punto è ancora in grande equilibrio ma Gaudenzi deve iniziare a fare i conti con un fastidio al tendine della spalla destra. L’azzurro, infatti, ha recuperato in fretta da un’operazione proprio per essere in campo nella finalissima contro la Svezia. Nonostante tutto il numero 44 del ranking prova a resistere e, anche se con un’impostazione di gioco più conservativa, costringe spesso all’errore l’avversario portando a casa il terzo parziale col punteggio di 6-4.
L’Italia comincia a sperare che, nonostante il problema alla spalla, l’alfiere azzurro possa conquistare il primo importantissimo punto nella finale di Coppa Davis. Nel quarto set, però, i fastidi e le fitte diventano dolore e Norman ne approfitta riportando di nuovo in parità le sorti della partita.
La sofferenza è troppa, nonostante la grinta e la determinazione di Gaudenzi, il problema alla spalla è grave e lo svedese ne approfitta, piazza due break e sale sul 4-0 nel quinti set. A questo punto il tennista nativo di Faenza non si limita a giocare a tennis ma impartisce una lezione di coraggio e amor patrio ai milioni di persone che lo stanno seguendo.
Anche grazie alla spinta del Forum di Assago riesce a dimenticarsi per qualche game del dolore alla spalla. Gaudenzi spinge sull’acceleratore è in trans agonistica, non molla su nessuna palla, anche dopo quasi cinque ore di partita e rimonta, risale fino al 5-5. Una vera impresa che esalta il pubblico che sta seguendo dal vivo il match e non solo.
Lo svedese è alle corde e l’azzurro piazza con un gran servizio: 6-5. L’urlo di dolore dell’italiano si confonde tra gli applausi e le incitazioni del pubblico tutto in piedi. Quando il miracolo sportivo sembrava ormai compiuto, l’Italia deve svegliarsi dal sogno che si è trasformato in un incubo: il tendine della spalla di Gaudenzi non ha retto.
L’impossibilità di continuare sembra evidente agli occhi di tutti ma quell’uomo che sta raccontando al mondo e soprattutto ai giovani italiani che avere coraggio nella vita non sempre porta alla vittoria, ma di certo ci rende migliori, non crolla e ci prova. Il tendine ormai rende impossibile qualsiasi movimento e per Norman è una formalità portarsi sul 6-6. Arriva inesorabile l’annuncio dello speaker con la Svezia che porta a casa il primo punto per abbandono.
Per Gaudenzi non restano che le lacrime, il dispiacere, un’operazione, la riabilitazione prima del ritorno in campo. Di quella lunghissima sfida, però, l’Italia ricorda di lui la passione, l’ardore e l’amore, il sentimento che l’ha spinto ben oltre le sue possibilità fisiche e per questo il nostro paese deve essergli grato.
Per la cronaca nelle successive sfide Davide Sanguinetti ha perso nettamente contro Magnus Gustafsson 6-1 6-4 6-0, la coppia Diego Nargiso / Davide Sanguinetti è uscita sconfitta 7-6 6-1 6-3 nella partita di doppio contro Jonas Björkman / Nicklas Kulti. Gialunca Pozzi ha ceduto contro Gustafsson. L’unica vittoria dell’Italia a risultato ormai acquisito l’ha portata a casa Nargiso nella sfida con Norman.
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salvatore.serio@oasport.it
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Foto: Giulio Ciamillo / Lapresse