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Francesco Di Fulvio, pallanuoto: “Battere il coronavirus è la nostra Olimpiade. Campionato? Spero riprenda in estate”

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È stato il grande protagonista del 2019 della pallanuoto italiana. Francesco Di Fulvio ha guidato il Settebello nei Mondiali di Gwuangju al trionfo inaspettato: per lui anche il titolo di miglior giocatore del torneo, mentre per la squadra guidata da Sandro Campagna il pass olimpico. In questo 2020 l’obiettivo erano ovviamente i Cinque Cerchi di Tokyo, a caccia di un’altra medaglia (Di Fulvio è già stato sul podio, con il bronzo di Rio 2016), ma al momento lo sport intero si è fermato a causa del Coronavirus. OA Sport ha ascoltato in esclusiva il 26enne fenomeno abruzzese.

Come stai vivendo la quarantena che in questi giorni ha bloccato l’Italia, anche in chiave allenamenti?

“La sto passando in casa come tutti. Noi sportivi facciamo quel che possiamo nel nostro piccolo, ci arrangiamo con piccole attrezzature, bottiglie d’acqua o manubri che siamo riusciti a prendere dalle palestre. Comunque ci vogliamo tenere in forma perché non sappiamo quando potremo tornare ad allenarci, ma vogliamo farci trovare pronti quando sarà”. 

Da un 2019 da sogno ad un 2020 da incubo fino ad ora. Il tuo commento su questo repentino cambio di emozioni?

“Il 2019 è stato forse la migliore annata sia a livello personale che di squadra. Abbiamo iniziato questo 2020 non benissimo, prima con l’Europeo, ora con questo virus che ci sta tagliando le gambe. Sono sicuro che saremo molto più forti e ne usciremo presto”. 

Vuoi parlarci di questa iniziativa del Settebello sponsorizzata anche da capitan Pietro Figlioli?

“Siamo stati premiati come squadra dell’anno ai Gazzetta Awards ed abbiamo deciso di mettere all’asta l’anello che ci hanno regalato e dare in beneficenza i ricavati in sostegno all’Ospedale Papa Giovanni XIII di Bergamo, uno degli ospedali più colpiti da questa situazione e più in difficoltà. Il nostro piccolo contributo in questa situazione”. 

Cosa comporta per te lo slittamento delle Olimpiadi al 2021? Te l’aspettavi?

“Questa cosa non poteva aspettarsela nessuno. È stata la migliore decisione che potessero prendere, le Olimpiadi sono l’evento sportivo più importante a livello mondiale che possa esserci ed è giusto svolgerle nelle migliori condizioni. Queste condizioni tra luglio ed agosto non si sa se avrebbero potuto esserci. Sono state rinviate al prossimo anno, non si sa ancora quando. Dispiace a noi sportivi perché ci stiamo preparando a questo evento praticamente da quattro anni, ora però i problemi sono altri. Bisogna sconfiggere questo virus tutti insieme, è questa la nostra Olimpiade 2020. Ci sono due Olimpiadi: una quest’anno contro il virus, una il prossimo anno a Tokyo. L’importante è uscire da questa situazione il prima possibile e ne usciremo tutti insieme”. 

Un anno in più cambia le prospettive del Settebello?

“Avremo un altro anno per prepararci, siamo fortunati di esserci già qualificati, faccio un in bocca al lupo al Setterosa che ancora si deve qualificare. In ogni caso non cambia le prospettive. L’obiettivo è sempre quello di andare a Tokyo per essere protagonisti e vincere una medaglia importante. Un anno in più per migliorare sia singolarmente che a livello di gruppo”. 

Vedresti bene Stefano Tempesti nella rosa del Settebello ai Giochi?

“Tempesti è il portiere più forte che ci sia stato nella storia della pallanuoto. È una garanzia. Ora abbiamo un altro dei portieri più forti al mondo, Marco Del Lungo, è stato ed è fondamentale per noi. È chiaro che tutti vorrebbero Tempesti in squadra, ma sono sicuro che anche tutti vorrebbero Del Lungo: sono due portieri eccezionali. Faccio un grandissimo in bocca al lupo a Stefano perché oltre ad essere stato un ex compagno di squadra, è un mio grandissimo amico: lo considero un fratello maggiore, mi ha insegnato molto sia a livello pallanuotistico, anche a livello comportamentale. Me lo auguro che possa esserci”.

Ti sei fatto un’idea sulla possibile ripresa delle competizioni?

“Spero e penso che il campionato italiano possa finire anche venendo slittato più avanti verso l’estate. La Champions League dipende anche da come i Paesi Europei riescano ad uscire da questa situazione. Noi italiani essendo andati in quarantena prima rispetto agli altri, forse dovremmo uscirne prima, ma dipenderà da noi cittadini italiani. Sono più fiducioso sul campionato italiano, mentre sulle manifestazioni continentali bisognerà aspettare e vedere l’evoluzione della situazione. Non si può decidere ora. Sarebbe una bella cosa finire il campionato in estate, anche un esempio verso i prossimi anni. Si potrà tornare come i vecchi tempi, magari non giocando in mare, ma disputando i match in piscine all’aperto. Un sogno che tutti noi pallanuotisti abbiamo, ma sarà anche un segnale che possiamo dare all’Europa e all’Italia, quello di riprendere”.

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gianluca.bruno@oasport.it

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Foto: LGS Sport Lab

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