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Giro d’Italia 1946: il memorabile duello tra Bartali e Coppi, elisir di rinascita per un popolo ferito dalla guerra

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Nel 1946 il Giro d’Italia tornò a svolgersi dopo oltre un lustro di stop dovuto al secondo conflitto mondiale (i vari Giri di Guerra non sono mai stati considerati ufficiali). Quella che si tenne tra il 15 giugno e il 7 luglio dell’annata in questione fu l’edizione numero ventinove della Corsa Rosa. La prima, nella storia, a vedere un testa a testa tra Gino Bartali e Fausto Coppi. I due, infatti, nel 1940, quando il Campionissimo firmò il suo primo successo, erano compagni di squadra.

Bartali, all’epoca 32enne, era ancora nel fiore degli anni. I duelli del 1946 e del 1947 sono probabilmente stati gli unici che hanno visto i due affrontarsi al massimo delle loro possibilità. Anche se, va detto, quello dell’Uomo di Ferro fu un declino lento, basti vedere quanto fece nel biennio successivo al Tour de France, ove colse un successo memorabile nel ’48 e perse per via di taluni comportamenti ben poco ortodossi della nazionale italiana nei suoi confronti nel ’49.

Ad ogni modo, Bartali si trovava decisamente più a suo agio sulle strade francesi e svizzere. Memorabile la lezione che impartì a Coppi al Tour de Suisse del ’47, quando, furioso dopo aver perso il Giro d’Italia per via di una buona dose di sfortuna, dominò la gara elvetica dalla prima all’ultima tappa e rifilò ben 40′ al rivale. Sulle salite del Bel Paese, invece, il gap tra i due è sempre stato molto più contenuto. La Corsa Rosa del 1946, combattuta dall’inizio alla fine, ne è un chiaro esempio.

Quello che venne chiamato “Il Giro della Rinascita” inizia nel segno di Coppi con questi che si impone battendo Bartali in volata a Prato, al termine della quinta tappa. Notoriamente il più veloce tra i due era il toscano, ma in quell’occasione il novese riuscì a sorprenderlo. La corsa, tuttavia, si deciderà nella nona frazione, la Chieti-Napoli di 244 km. Bartali, che già il giorno prima aveva guadagnato una manciata di secondi sulla sua nemesi, attacca sul Macerone e manda in crisi Coppi. L’Uomo di Ferro porta via un plotoncino comprendente anche Vito Ortelli, Aldo Ronconi e Mario Ricci. I quattro vanno al traguardo con Ricci che ottiene il successo parziale. Coppi giunge settimo di giornata a 4’03” dai primi quattro.

Vito Ortelli prende la maglia rosa e la tiene fino alla 15esima tappa, la Udine-Auronzo di Cadore di 125 km, la quale inaugura una devastante tre giorni dolomitica. Coppi attacca sul Passo della Mauria. Solo Bartali riesce a tenere la sua ruota. L’airone taglia il traguardo per primo, ma il simbolo del primato passa sulle spalle del suo acerrimo rivale. Il giorno seguente, sul Falzarego, Coppi riesce finalmente a staccare Bartali. Il toscano, però, si difende in maniera egregia trovando, inoltre, l’aiuto di un fantastico Aldo Bini, e perde appena 1’12” dal piemontese.

L’ultima occasione rimasta a Coppi è la Bassano del Grappa-Trento di 186 km. L’Airone, grazie agli abbuoni, riesce a ridurre il suo distacco dal rivale fino a 47″. Sul Passo Rolle, asperità principe di giornata, però, non riesce a levarsi di ruota la maglia rosa e, anzi, è Bartali a sembrare più brillante, tanto che scollina per primo ipotecando, così, il trionfo finale. Gino, difesa le leadership al termine di tre giornate d’inferno sulle Dolomiti, ha la strada spianata fino a Milano, ove viene incoronato re del Giro per la terza volta in carriera.

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luca.saugo@oasport.it

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Foto: Lapresse

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