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Italia zona rossa: si può andare a lavorare? Tutte le limitazioni e cosa dice il decreto del Governo

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Sono 12462 i casi positivi totali nel Bel Paese. Lo ha reso noto questa sera il commissario per l’emergenza Angelo Borrelli. Nel frattempo l’Oms ha dichiarato: “Abbiamo valutato che il Covid-19 può essere definito come una pandemia“. Un messaggio chiaro per richiamare l’attenzione sulla criticità in maniera ancor più insistente nei confronti degli Stati che (forse) hanno un po’ sottovalutato quanto sta avvenendo.

Numeri e considerazioni che non possono lasciare indifferenti. Pertanto, in una conferenza stampa convocata pochi minuti fa, il Premier Giuseppe Conte si è espresso in questi termini: “Questo è il momento di compiere un passo in più, quello più importante. Ora disponiamo anche la chiusura di tutte le attività commerciali, di vendita al dettaglio, ad eccezione di quelle dei beni di prima necessità e delle farmacie. Chiudiamo i negozi“. Dunque, un inasprimento delle misure per cercare di gestire/controllare l’evoluzione del virus, appellandosi al rispetto di queste normative previste da questo decreto nuovamente aggiornato sull’Italia in “zona rossa”, che vi proponiamo in sintesi:

ITALIA IN ZONA ROSSA: SI PUÒ ANDARE A LAVORARE?

Sì, si può andare a lavorare. Potete muovervi con mezzi pubblici o privati ma portando sempre con voi l’autocertificazione in cui affermate che siete usciti di casa per andare a lavorare.

COSA NON SI PUO’ FARE IN ZONA ROSSA

    • Evitare gli spostamenti, restare a casa. Si può uscire solo per comprovate esigenze lavorative o per motivi di salute. Quando si esce e ci si trova nel proprio comune di residenza, bisognerà essere in possesso di una autocertificazione che attesti il perché si è usciti di casa.
    • Chi ha la febbre a 37,5° o difficoltà respiratorie, anche se non positivo al coronavirus, è fortemente raccomandato a non uscire di casa ed a contattare il proprio medico curante. Non andate al Pronto Soccorso! Occorre chiamare il 1500 o il 112.
    • Si potrà fare la spesa: aperti negozi di generi alimentari
    • Si potrà lavorare presso le industrie che dovranno seguire protocolli di sicurezza per evitare il rischio di contagio. Le aziende sono incentivate a chiudere i reparti non di primaria importanza e a promuovere lo smart working (lavoro a casa).
    • Bar e ristoranti saranno chiusi
    • Le persone in quarantena o positive al coronavirus non possono in alcun modo lasciare la propria abitazione.
    • Chi pensa di avere i sintomi del coronavirus non deve uscire di casa, ma chiamare il proprio medico di base o i numeri messi a disposizione dallo Stato, tra cui il 1500 o il 112, oltre a quelli previsti dalle singole Regioni.
    • Tutti gli eventi sportivi in Italia sono stati sospesi.
    • Sono chiusi tutti gli impianti e le piste da sci.
    • Sono chiusi tutti i negozi di vendita al dettaglio.
    • Chiusi anche i centri commerciali (esclusi i negozi di alimentari).
    • Si potrà viaggiare con treni, pullman e aerei solo per comprovati motivi di lavoro e salute. Occorrerà una autocertificazione che comprovi il tutto.
    • Sono sospese tutte le manifestazioni organizzate, nonché gli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, quali, a titolo d’esempio, grandi eventi, cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati; nei predetti luoghi è sospesa ogni attività.
    • Sono sospese le Messe e tutte le cerimonie religiose, compresi funerali e matrimoni. I luoghi di culto potranno rimanere aperti solo adottando le misure atte a garantire che non si registri un assembramento di persone.
    • Sono chiusi asili nidi, scuole di ogni ordine e grado e Università.
    • Sono chiusi i musei e tutti i luoghi di cultura.
    • Sospesi i concorsi pubblici.
    • Sono sospesi i congedi ordinari di medici, infermieri e personale sanitario.
    • Sono adottate in tutti i casi possibili, nello svolgimento di incontri o riunioni, modalità di collegamento da remoto con particolare riferimento a strutture sanitarie e sociosanitarie, servizi di pubblica utilità e coordinamenti attivati nell’ambito dell’emergenza COVID-19, comunque garantendo il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro ed evitando assembramenti.
    • Garantiti le attività del settore agroalimentare, farmacie, parafarmacie, trasporti pubblici, servizi bancari, postali e di pubblicità utilità.
    • Resteranno chiuse palestre, centri sportivi, piscine, centri benessere e termali, centri culturali, oratori, centri sociali e ricreativi.

QUALE SANZIONE PER CHI NON RISPETTA LE REGOLE DELLA ZONA ROSSA? 

Il mancato rispetto delle regole previsto dal decreto legge comporterà una violazione dell’articolo 650 del codice penale. Possibili fino a tre mesi di carcere e un’ammenda fino a 206 euro.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: LaPresse

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