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Jannik Sinner e un lungo periodo di inattività. Un’occasione per lavorare sulla tecnica ed affinare il gioco a rete
Di ieri è la notizia che il mondo del tennis resterà fermo per, se tutto va bene, poco meno di tre mesi. Un periodo in cui sarà difficile, per molti, anche riprogrammare tutti gli allenamenti, anche perché non è detto che lo stop finisca con la cancellazione dell’intera stagione sulla terra rossa (querelle Roland Garros a parte, e a tal proposito è chiarissimo come lo Slam parigino si sia messo contro tutti, stando agli ultimi comunicati di ATP, WTA e ITF).
Come conseguenza, questo ha portato al congelamento dei ranking ATP e WTA. Questo, in breve, significa che Jannik Sinner si terrà il 73° posto per lungo tempo, e non dovrà perdere un discreto ammontare di punti: 166, distribuiti tra la finale all’ITF di Santa Margherita di Pula, il 2° turno al Challenger di Barletta, la qualificazione 2° turno all’ATP di Budapest, la finale al Challenger di Ostrava, il 2° turno al Masters 1000 di Roma, la qualificazione con 1° turno all’ATP di Lione.
Facendo parte della lista dei giocatori autorizzati ad allenarsi anche nonostante l’emergenza coronavirus, in quanto di interesse nazionale, Sinner può avere tempo per sfruttare questa pausa (ammesso che di tempo, in questo difficile periodo, ce ne sia) e affinare quello che, fino ad oggi, è stato il suo principale problema: il gioco a rete, che è ancora in fase di formazione. Una problematica che, a 18 anni, non è assolutamente strano che ci sia, perché nessun tennista può veramente ritenersi completo a quell’età, ma sulla quale va messo un focus per il futuro.
La costruzione di un buon repertorio di colpi in questa zona di campo può aiutare Sinner a sfruttare ancor di più il suo già nutrito arsenale, fatto di accelerazioni che fanno soffrire molto anche i big (e qualcuno è caduto sotto i suoi colpi: per esempi recenti chiedere al belga David Goffin). Qualunque genere di preoccupazione, però, va attenuato soprattutto per la tipologia di lavoro che l’altoatesino sta svolgendo con Riccardo Piatti. Non qualcosa di mirato al risultato immediato, ma di proiettato al futuro, su base pluriennale.
Certo, rimarrà un problema, nemmeno di poco conto: come poter calibrare il lavoro su costruzione di fisico e colpi, vista l’incertezza sul rientro in campo che è un fattore che sfugge completamente al controllo del duo Sinner-Piatti. Questo, però, è un problema comune a tutti i giocatori, con conseguenze difficilmente immaginabili una volta che questo momento complesso sarà terminato. E, cosa più importante, si spera che tutti siano in salute.
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federico.rossini@oasport.it
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Foto: Valerio Origo