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Le due facce della boxe italiana. Donne in dirompente ascesa, non si arresta il declino degli uomini

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Dopo che anche il torneo Preolimpico europeo di Londra, con qualche giorno di ritardo, ha deciso che, in fondo, si poteva evitare di mettere a rischio la salute di svariate decine di pugili e addetti ai lavori accalcati alla Copper Box Arena, si può tentare di tirare qualche somma sul bilancio italiano. Naturalmente, si fa anche la media con quanto accaduto nel passato recente.

Il settore femminile, in questo breve scorcio di Preolimpico e ancor più tra 2019 e primi due mesi del 2020, è stato certamente molto performante. Le note positive sono state tante: la finale mondiale di Angela Carini, la crescita delle nuove leve, Irma Testa in crescita dopo un periodo piuttosto incostante, Giordana Sorrentino a nemmeno vent’anni vicinissima al sogno olimpico e con non poca personalità. Non sapremo mai cos’avrebbe fatto Rebecca Nicoli nella capitale britannica e non sappiamo, a questo punto, neppure se avrebbe ripetuto quanto di buono già mostrato in questo 2020. La curiosità c’era tutta anche per Flavia Severin, già in evidenza alla Nations Cup, ma tale è rimasta, e chissà se e quando, al pari di Nicoli, potrà esprimere tutto il proprio valore sul ring in caso di ripresa del torneo di qualificazione.

Molto meno florida si è rivelata essere la situazione al maschile, là dove l’Italia stenta a brillare da un po’ di tempo. Non aveva fatto faville Clemente Russo alla vigilia del torneo, ma in questo stato delle cose è impossibile dire cos’avrebbe fatto se non fosse stato fermato da problemi di digestione prima ancora di combattere. Di certo c’è che ad evitare la debacle completa del settore sono stati Simone Fiori e Aziz Abbes Mouhiidine. Il secondo ha avuto qualche difficoltà di troppo nel suo incontro d’apertura, confermando di non essere ancora al massimo e soprattutto di non aver del tutto smaltito un 2019 opaco, mentre il primo aveva dato seguito alle buone sensazioni offerte sia negli appuntamenti importanti del 2019 che nella prima parte del 2020. Per quel che concerne gli altri, tra avversari ostici e giornate no, si è evidenziato come in questo momento il pugilato italiano stia attraversando, almeno al maschile, un periodo piuttosto complicato.

Rimane, però, una conclusione che si può trarre. Ammesso che si riescano a finire i tornei di qualificazione, una linea andrà tracciata necessariamente alla fine della storia. Qualche pezzo è stato già (in parte) definito, altri sono ancora tutti da costruire, e potrebbero, parzialmente o totalmente, cambiare l’esito della storia del pugilato italiano.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: FPI

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