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Leo Turrini: “Non escluderei che il Mondiale di F1 nemmeno inizi. La Ferrari in Australia avrebbe faticato”

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Quando hai vissuto sul campo la bellezza di 14 Olimpiadi come inviato per la carta stampata, oltre ad avere raccontato in prima linea il meglio dello sport mondiale, assumi di diritto anche il ruolo di interlocutore ideale per descrivere in maniera accurata quello che sta accadendo in questi giorni. Il rinvio delle Olimpiadi di Tokyo 2020 per colpa del coronavirus segna una pagina storica sia dello sport (perchè i Cinque Cerchi, va ricordato, si erano fermati solamente per colpa delle due Grandi Guerre) sia della nostra esistenza. Inizialmente, quindi, mettiamo da parte la passione per la Formula Uno di Leo Turrini, penna di spicco de il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno e apprezzatissimo opinionista a Sky Sport nella trasmissione “Race Anatomy F1”, e partiamo quindi dalla sofferta decisione presa dal CIO e dal Premier giapponese Shinzo Abe.

Tra la miriade di cancellazioni e rinvii, purtroppo è arrivata anche la più dolorosa, quella di Tokyo 2020. Come si può valutare questa scelta?

“Quello che sta succedendo ci sta facendo parlare dei Giochi Olimpici in maniera differente rispetto a quanto accadeva negli ultimi tempi. Questa kermesse veniva troppo spesso tratteggiata come business, doping e soldi che, per carità, erano fin troppo presenti. Per la mia esperienza le Olimpiadi sono ben altro e avendole vissute in prima persona posso dirlo. Non dobbiamo mai dimenticarci che sono quell’avvenimento che ogni quattro anni riunisce la “meglio gioventù” del mondo, sia gli atleti che puntano alle medaglie, sia quelli che sono felici già solo per il fatto di partecipare. Tokyo 2020 ci mancherà tantissimo, ma quello che sta accadendo a livello globale non può essere messo tra parentesi. Speriamo, quantomeno, che sia solamente un arrivederci al prossimo anno e non oltre”.

La pandemia denominata COVID-19 sta davvero mettendoci di fronte ad una situazione mai vista prima?

“Inutile girarci attorno, stiamo vivendo qualcosa di incredibile, che nessuno fino a pochi mesi fa poteva immaginarsi e che sta stravolgendo le nostre vite. Tutto il mondo è bloccato e sta cercando una soluzione per un nemico comune che ci sta proponendo una sfida severissima. Come ogni italiano me ne sto accorgendo giorno per giorno, anche perchè vedo mia figlia e mio fratello, che sono entrambi medici, impegnati in prima linea anima e corpo per combattere questa enorme emergenza”.

Proviamo a tornare a parlare di sport, per quanto possibile. Che ne sarà della stagione di Formula Uno? Partirà, sarà ridotta o verrà cancellata?

“Penso che al momento sia assolutamente impossibile fare previsioni o ipotesi realistiche, e non escluderei nemmeno lo scenario che la stagione 2020 possa essere cancellata nella sua totalità. Per come si stanno sviluppando le cose in giro per il mondo come si fa a dire ‘Si riparte a luglio?ì Vedremo come si evolveranno le varie situazioni, ma il rinvio della rivoluzione tecnica dal 2021 al 2022, che ritengo giustissimo specialmente a livello di costi per i team più piccoli, potrebbe davvero lasciare intravedere che per quest’anno non si possa nemmeno partire”.

Detto questo, quindi, ha avuto senso far volare team e piloti a Melbourne per il Gran Premio d’Australia che poi non si è corso?

“Sicuramente con il senno di poi la decisione è stata peculiare, ma non voglio definirla sbagliata a prescindere. Chi, in un momento simile, ha in tasca risposte sicure e giuste? Stiamo affrontando una crisi senza precedenti e posso capire perchè Liberty Media e gli organizzatori australiani abbiano provato veramente fino all’ultimo minuto a fare disputare il weekend di gara. Nonostante tutto non me la sento di biasimarli”.

Nel caso che tutto vada per il verso giusto ed il Circus si rimetta in moto, quale sarà la vettura da battere?

“Se si iniziasse tra qualche mese, o solamente nel 2021, quindi comunque ancora con le regole attuali, in prima fila rimarrà sempre la Mercedes. Non vedo chi, pronti via, potrebbe scalzarla dal ruolo di favorita”.

La W11 nel corso dei test ha lasciato tutti a bocca aperta. Una vettura che appare senza difetti, tranne che per un motore un po’ troppo fragile. L’unico pericolo per il team anglo-tedesco è la troppa supponenza?

“Quello che si è visto al Montmelò è stato notevole. Nelle scorse annate la scuderia di Brackley faceva di tutto per nascondersi e per non far trasparire il suo reale valore. Questa volta, sin dalla prima sessione, ha messo in mostra il suo arsenale al completo a suon di tempi sul giro, comportamento impeccabile con le gomme e, soprattutto il suo famigerato DAS. Un modo nemmeno troppo velato per dire agli avversari ‘Noi siamo questi qui, e anche se vinciamo da sei anni non molliamo di un millimetro, quindi provateci a raggiungere’ “.

Ben diverso, invece, l’andamento della Ferrari?

“Senza usare giri di parole, la SF1000 non era partita con il piede giusto e anche Mattia Binotto lo aveva candidamente ammesso già in Spagna. Il team principal di Maranello aveva annunciato che alla nuova monoposto sarebbero serviti alcuni Gran Premi per raggiungere il livello desiderato, per cui l’esordio non era certo stato dei migliori. Sicuramente, sia ben chiaro, all’Albert Park non avrebbe potuto combattere per il successo”.

Che idea si era fatto della gara di Melbourne? La Red Bull sarebbe stata della partita?

“Io ero pronto ad assistere ad un duello tra Lewis Hamilton e Max Verstappen. Quest’anno l’olandese ha a disposizione una vettura che sembra pronta a brillare sin dall’avvio del campionato, e quindi si presenta ai nastri di partenza nelle migliori condizioni dall’avvento dell’ibrido nel 2014. Nelle passate edizioni, invece, il team di Milton Keynes aveva sempre vissuto un avvio a scartamento ridotto. La RB16 si è dimostrata competitiva nel corso dei test ed è pronta a dare del filo da torcere alla Mercedes, sempre che la stagione incominci davvero”.

Chi, invece, sta arrancando sembra l’Alfa Romeo dell’ultimo campione del mondo di Maranello: Kimi Raikkonen.

“Il finlandese è in attesa come tutti. Non solo di tornare in pista, ma anche di capire quale sarà il futuro del suo team. Non è ancora ben chiaro quali saranno i destini della scuderia e tutto dipenderà da FCA e, soprattutto, da Peugeot che probabilmente avrà la decisione finale sull’argomento. Se le intenzioni saranno quelle di proseguire sulla strada tracciata da Sergio Marchionne non vedremo passi indietro. Se, invece, ci sarà un cambio di rotta, tornerà in auge Sauber e si continuerà sul fronte svizzero”.

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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Foto: Leo Turrini

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