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Equitazione
L’Italia è grande: Graziano Mancinelli, l’erede dei fratelli d’Inzeo che si coronò d’alloro a Monaco 1972
Graziano Mancinelli è stato, assieme ai fratelli Piero e Raimondo D’Inzeo, tra i maggiori interpreti del salto ostacoli del secondo dopoguerra: le sue 108 presenze in Coppa delle Nazioni vanno dal 1958 al 1985, con 30 vittorie. Undici le vittorie nei Gran Premi, ma è in Nazionale che ha riscosso i successi più importanti.
L’oro continentale è la prima medaglia di peso ed arriva in casa, con Rockette, a Roma 1963, poi l’anno seguente ecco il primo podio olimpico, con il bronzo a squadre a Tokyo 1964, sempre con Rockette. La parabola vincente di Mancinelli non si arresta e dura ancora per molti anni, fino al raggiungimento dell’argento iridato di La Baule nel 1970, con Fidux.
L’apoteosi di Graziano Mancinelli però si compie ai Giochi di Monaco 1972, con Ambassador: il 3 settembre c’è la gara individuale e l’azzurro chiude in testa con un netto il primo round, nel quale invece i fratelli Piero e Raimondo D’Inzeo non rientrano tra i primi venti classificati, venendo esclusi dalla seconda tornata.
La seconda prova non sorride particolarmente all’azzurro, che incappa in otto penalità: Mancinelli resta in testa, in coabitazione però con la britannica Ann Moore e lo statunitense Neal Shapiro. Si va al barrage, e Mancinelli trova il netto che gli consegna l’oro, mentre la britannica con tre penalità centra l’argento e lo statunitense, con otto penalità, deve accontentarsi del bronzo.
In quelle stesse Olimpiadi, l’11 settembre, Mancinelli conquista poi, con Vittorio Orlandi ed i fratelli Piero e Raimondo D’Inzeo, il bronzo a squadre, accumulando 48 penalità, mentre l’oro va alla Germania Ovest con 32, infine la piazza d’onore è degli Stati Uniti, a quota 32.25.
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roberto.santangelo@oasport.it
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Foto: Wikipedia (da www.olimpiadi.it)