Calcio

L’Italia è grande: la mitica Under21 di Cesare Maldini. Trionfi a raffica e una nidiata di fenomeni irripetibile

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La Nazionale italiana di calcio maschile può vantare indubbiamente una tradizione trionfale con la bellezza di quattro titoli mondiali ed un titolo continentale nella sua storia, ma non bisogna dimenticare gli eccellenti risultati ottenuti specialmente negli ultimi 30 anni dalle selezioni giovanile. Quest’oggi andiamo a ripercorrere lo strepitoso ciclo decennale di Cesare Maldini (1986-1996) sulla panchina dell’Under 21 azzurra, in cui hanno militato una lunga serie di campioni capaci poi di diventare assoluti protagonisti anche tra i “grandi” nelle manifestazioni più importanti al mondo.

Maldini, reduce da una lunga esperienza da vice dal 1980 al 1986 con la Nazionale A, è chiamato a rimpiazzare Azeglio Vicini (promosso a sua volta nella selezione maggiore) sulla panchina dell’Under 21 con l’obiettivo di conquistare per la prima volta l’Europeo di categoria. Il suo predecessore era arrivato molto vicino al successo, perdendo ai calci di rigore con la Spagna la finale nel 1986 nonostante i 4 gol complessivi firmati da Gianluca Vialli, capocannoniere del torneo. L’avventura del tecnico nativo di Trieste non comincia però nel migliore dei modi, infatti gli Azzurrini (tra cui Paolo Maldini, figlio di Cesare) gettano alle ortiche il pass per le semifinali di Euro 1988 uscendo sconfitti per 3-4 (1-2 all’andata a Nancy, 2-2 il ritorno a San Benedetto del Tronto) in rimonta negli ultimi minuti del doppio confronto con la Francia.

Due anni più tardi, l’Under 21 tricolore (in cui militano tra gli altri Peruzzi, Costacurta e Casiraghi) supera la Spagna ai quarti ma poi si deve arrendere per un soffio con la Jugoslavia di Sinisa Mihajlovic e Zvenimir Boban (autore del gol decisivo per la qualificazione), rimandando così ancora una volta l’appuntamento con la gloria. Nel 1992 la rassegna continentale giovanile assume anche la valenza di torneo qualificante per i Giochi Olimpici di Barcellona e l’Italia, trascinata da un ispirato Renato Buso e dall’emergente Dino Baggio, si guadagna il pass a cinque cerchi arrivando abbastanza agevolmente in semifinale prima di salire per la prima volta sul trono d’Europa avendo la meglio su Danimarca e Svezia.

Nel quadriennio successivo esordiscono in Under 21 tanti fenomeni che contribuiscono a prolungare il ciclo vincente cominciato nel 1992, anche se nelle due partecipazioni olimpiche (1992 e 1996) i ragazzi di Cesare Maldini non riescono a confermare le aspettative della vigilia fallendo l’accesso in zona medaglia. Nel 1994 la rosa degli azzurrini vanta prospetti del calibro di Fabio Cannavaro, Christian Panucci, Filippo Inzaghi e Christian Vieri, capaci di sconfiggere ai calci di rigore i padroni di casa della Francia (in cui spiccano Zidane, Thuram e Makelele) in una semifinale da brividi. Nell’atto conclusivo di Montpellier sarà un gol ai supplementari di Pierluigi Orlandini a decidere la sfida con il Portogallo, regalando al Bel Paese il secondo trionfo consecutivo.

La storia però non finisce qui, infatti nel 1996 entrano a far parte del gruppo nuovi rinforzi determinanti come Gianluigi Buffon, Damiano Tommasi, Alessandro Nesta, Marco Delvecchio e Francesco Totti, protagonista assoluto della fase finale dell’Europeo iberico. È suo il gol dell’1-0 inflitto in semifinale alla Francia, mentre nella finalissima di Barcellona ci sarà bisogno dei rigori (dopo l’1-1 nei regolamentari con reti di Totti e Raúl) per avere la meglio sulla Spagna padrona di casa e per completare un tris leggendario.

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erik.nicolaysen@oasport.it

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Foto: Lapresse

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