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L’Italia è grande: Pino Maddaloni e l’oro di Sydney 2000, un ippon per la leggenda

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È il 18 settembre 2000 quando Pino Maddaloni sale sul gradino più alto dell’Olimpiade di Sydney scrivendo una pagina indelebile della storia del judo tricolore (è il secondo oro olimpico italiano nel judo dopo la vittoria di Ezio Gamba a Mosca 1980) e diventando uno dei personaggi più emblematici dei Giochi australiani per la trionfale spedizione azzurra. Il portacolori delle Fiamme Oro, grazie a questo inatteso successo, ha inoltre coronato il sogno del padre Giovanni, suo allenatore e fondatore dello Star Judo Club di Scampia, a Napoli.

Nonostante il titolo di campione italiano dei -71 kg ottenuto nel 1997 e le due medaglie d’oro europee consecutive nei -73 kg conquistate nel 1998 e 1999, il primogenito di casa Maddaloni si presenta in Australia a fari spenti lasciando il ruolo di favorito ad altri judoka più quotati e titolati a livello globale come il nipponico Kenzo Nakamura (campione olimpico in carica e oro mondiale 1997) e l’americano Jimmy Pedro (vincitore del Mondiale 1999). Nelle eliminatorie Pino è inarrestabile e si rende protagonista di un cammino esaltante in cui si sbarazza abbastanza agevolmente del samoano Travolta Waterhouse e del tunisino Hassen Moussa accedendo così ai quarti di finale.

Il lettone Vsevolods Zelonijs rappresenta un ostacolo temibile ed estremamente insidioso, ma l’azzurro riesce a gestire egregiamente l’incontro portando a casa la vittoria per yuko che gli consente di avvicinare notevolmente la zona podio. Nel frattempo, nella parte alta del tabellone, escono di scena i due grandi favoriti della vigilia Nakamura e Pedro prima delle semifinali. L’allievo di Giovanni Maddaloni, ad un solo successo dalla certezza di una medaglia, va in difficoltà contro il bielorusso Anatoly Laryukov ed è sotto nel punteggio (per due sanzioni) a 45″ dallo scadere, riuscendo però a ribaltare le sorti del combattimento con un ippon fenomenale che gli apre le porte della finalissima.

Nell’atto conclusivo ad aspettarlo c’è il sorprendente diciottenne brasiliano Tiago Camilo, protagonista fino a quel momento di un torneo sensazionale grazie ad un incisivo uchi mata, la sua tecnica preferita. Pino, già certo della medaglia, non abbassa la guardia e domina l’incontro fin dai primi secondi portandosi in vantaggio di due koka prima di chiudere definitivamente i conti con un ippon strepitoso in cui sfrutta il tentativo di uchi mata dell’avversario per proiettarlo a terra sulla schiena. La gioia del 24enne napoletano è incontenibile, proprio come quella del padre e del resto di una famiglia diventata ancor di più il punto di riferimento per moltissimi ragazzi di Scampia e non solo.

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erik.nicolaysen@oasport.it

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Foto: Lapresse

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