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Precisione
L’Italia è grande: Roberto Di Donna e l’oro folle di Atlanta 1996. Wang sprecò tutto all’ultimo tiro e finì in ospedale
Atlanta, 20 luglio 1996: il poligono dello Shooting Centre della città americana è pronto ad ospitare la finale della pistola ad aria compressa da 10 metri uomini, specialità del tiro a segno fra le più nobili. In gara per l’Italia, in un ultimo atto che da lì a pochi minuti rimarrà impresso nella memoria di tutti gli appassionati a Cinque Cerchi, c’è uno dei grandi interpreti: Roberto Di Donna.
Si comincia, la tensione è palpabile all’interno dell’impianto. L’azzurro, dopo la prova di qualificazione fatta di 60 colpi, è secondo in coabitazione con il polacco Jerzy Pietrzak a quota 585/600 in una classifica comandata dal “computer cinese” Wang Yifu, campione olimpico in carica di Barcellona 1992, capace di totalizzare 587/600. Ci si gioca tutto su 10 tiri, in un bersaglio che comprende – per l’assegnazione delle medaglie – anche i decimi di punto.
Tutto lascia presagire che l’oro sia già in mano a Wang, il quale comincia la sua finale come un martello, mentre Di Donna fa su e giù nella graduatoria. Dopo le prime cinque tornare però, l’alfiere tricolore cambia passo staccando il resto della concorrenza e andando ad ingaggiare un duello per l’argento con il bulgaro Tanyu Kiriakov. La rosata dello shooter classe ’68 inizia a diventare sempre più stretta e consistente, i 10 entrano uno dopo l’altro, tanto che Kiriakov capisce che è il momento di accontentarsi del bronzo.
Si arriva all’ultimo colpo. La distanza fra il cinese e l’italiano è siderale, pari a 3,8 punti. Di Donna si concentra comunque sul suo colpo tirando fuori un 10.4 eccellente. Dalle tribune qualcuno urla: “Vai Roberto”. All’azzurro scappa un sorriso per l’argento, ma di lì a poco sta per succedere l’imponderabile.
Wang infatti si prende del tempo, troppo, per il suo ultimo colpo. Punta la pistola verso il bersaglio: ne esce un inaspettato 6.5. All’interno dello Shooting Centre un boato, poi il silenzio di incredulità. Roberto Di Donna è il nuovo campione olimpico, per un decimo di punto: 684.2 a 684.1. Il cinese, come si dice in gergo, “si è sparato sui piedi”.
L’azzurro abbraccia uno dei suoi rivali, mentre l’asiatico si siede per cercare di ritrovare un po’ di energie nervose, ma in quel momento ha un calo di pressione, la testa gli gira: è in preda ad un malessere fisico che, si scoprirà qualche giorno dopo con alcuni controlli medici in ospedale, è legato al diabete.
La storia di una delle più incredibili gare della storia delle Olimpiadi si conclude quindi con Roberto Di Donna medaglia d’oro (684.2), Yifu Wang d’argento (684.1) e Tanyu Kiriakov di bronzo (683.8), mentre il russo Sergei Pyzhianov (683.5), il polacco Jerzy Pietrza (682.7), l’altro cinese in concorso, Zongliang Tan (682.0), il bielorusso Igor Basinsky (681.8) ed il namibiano Friedhelm Sack (680.2) concludono nelle posizioni dalla quarta all’ottava.
L’azzurro, che in carriera vanta 20 podi in Coppa del Mondo nella gara di pistola 10 metri (recordman assoluto: 12 vittorie, 3 secondi e 5 terzi posti), nella stessa edizione delle Olimpiadi riesce a vincere anche il bronzo nella gara di pistola libera da 50 metri, mentre il cinese riuscirà a rifarsi nell’edizione di Atene 2004 quando, dopo un altro argento a Sydney 2000, sarà capace di tornare sul gradino più alto del podio olimpico. Oggi sia Di Donna sia Wang sono rimasti nel mondo tiro a segno con incarichi tecnici e dirigenziali. Sono amici e quando si vedono si salutano ricordando le tante gare vissute insieme, la loro “rivalità” e quella incredibile finale.
michele.cassano@oasport.it
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Foto: UITS