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Lombardia zona rossa, ulteriori restrizioni chieste da Fontana: cosa sono? Chiude (quasi) tutto: gli scenari

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L’Italia sta affrontando l’emergenza coronavirus, l’intera Nazione è in zona rossa fino al 3 aprile e il Governo ha attuato delle misure particolarmente restrittive da attuare per questi 25 giorni, da eseguire minuziosamente per uscire dal momento più difficile dai tempi del secondo dopoguerra. Il piano è molto chiaro e ormai lo conosciamo tutti a memoria: chiusura di scuole, università, cinema, teatri, musei, palestre, piscine, pub, discoteche; divieto di manifestazioni aperte al pubblico di qualunque genere (sport, messe, cerimonie religiose, concerti, etc.); apertura di bar e ristoranti soltanto dalle ore 06.00 alle ore 18.00; centri commerciali chiusi nel weekend; restano aperti negozi di alimentari e farmacie; i trasporti funzionano anche se con alcune restrizioni; si può uscire di casa soltanto per lavoro, motivi di salute, necessità stringenti e sempre presentando un’autocertificazione.

Potrebbe però non finire qui perché Lombardia e Veneto hanno chiesto misure ancora più stringenti per fronteggiare l’emergenza, i Governatori Attilio Fontana e Luca Zaia hanno presentato le loro proposte al Premier Giuseppe Conte e il Governo sta valutando se attuarle, o soltanto in queste zone che sono le più colpite dal contagio o addirittura su tutto il territorio nazionale. Di cosa stiamo parlando? Diamo uno sguardo dettagliato alle richieste delle due Regioni del Nord, una decisione definitiva su questo piano potrebbe arrivare nel giro delle prossime 24 ore.

QUALI SONO LE NUOVE MISURE RESTRITTIVE? CHIUSURA TOTALE PER IL CORONAVIRUS:

Chiusura totale di tutti i negozi, eccezion fatta per i negozi di alimentari e le farmarcie/parafarmacie. Resterebbero aperti soltanto questi due tipi di esercizi, ovviamente sempre con la necessità che le persone che vi entrino siano distanti almeno un metro una dall’altra.

– Stop ai trasporti pubblici. Questa misura complicherebbe moltissimo anche i trasferimenti lavorativi: pensiamo a quanta gente si sposta con treni, autobus, metro, tram e via dicendo per andare sul posto di lavoro. Molte aziende sarebbero costrette ad attivare lo smart working ma questo non è naturalmente possibile per tutte le attività.

– Chiusura delle aziende. Questo è il nodo più rilevante perché abbassare le saracinesche di tutte le attività nelle Regioni più produttive d’Italia, veri e propri motori economici che trascinano l’intero Paese, rappresenterebbe una mazzata. Il premier Conte è molto cauto su questo punto, bisogna stare attenti anche a quello che dice la Costituzione quando parla di libertà di impresa e affini. Si tratta di una misura drastica e di difficile attuazione. E cosa ne sarebbe delle aziende che producono beni di prima necessità (alimentari e via dicendo)? Avrebbero il permesso di continuare la linea produttiva?

Ovviamente permangono tutte le norme già in vigore a partire dal 10 marzo.

QUANTO DUREREBBERO QUESTE NUOVE MISURE RESTRITTIVE?

Queste misure ulteriormente restrittive dovrebbero durare per due settimane.

MISURE RESTRITTIVE SOLO IN LOMBARDIA E VIN ENETO O TUTTA L’ITALIA?

Domanda che al momento non ha risposta. Non è detto che queste misure ulteriormente restrittive vengano applicate e se verranno ufficializzate potrebbero essere attuate solo in acune aree o in tutta Italia.

 

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stefano.villa@oasport.it

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Foto: Lapresse

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