Biathlon

“Michela Moioli e Lorenzo Sommariva pronti alla volata finale” ‘Ambesi Winter Corner’

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La XXII puntata di Ambesi Winter Corner, la rubrica di approfondimento e analisi dedicata a tutte le discipline invernali tenuta in collaborazione con lo storico telecronista di Eurosport Massimiliano Ambesi, affronta argomenti molto eterogenei. Si parte dalla necessità di studiare una riformare dei calendari, dopodiché si parla degli eccellenti risultati ottenuti dagli snowboarder italiani e, dopo aver tributato il giusto omaggio alla saltatrice Sara Takanashi, si conclude con una ricca disamina riguardante il biathlon. Dunque, tuffiamoci senza ulteriore indugio nel nuovo appuntamento.

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Massimiliano, impossibile non cominciare dai fatti d’attualità. L’epidemia di Covid-19 sta inevitabilmente sconvolgendo anche l’ambito delle discipline olimpiche invernali. Quali sono i tuoi pensieri al riguardo?
“Chiaramente, lo sport di questi tempi finisce in secondo piano in quanto le priorità diventano altre. In ogni caso, le numerose cancellazioni precluderanno a tanti atleti la possibilità di giocarsi la vittoria nelle varie classifiche generali e/o di specialità. In ambito FIS, le discipline più colpite sono snowboard e sci alpino, ma anche alcuni eventi di freestyle. Inoltre i Mondiali di volo con gli sci potrebbero essere a forte rischio. Passando al mondo del ghiaccio, non si può dimenticare la cancellazione di un evento al chiuso come i Campionati mondiali di short track e resta da capire che cosa accadrà con i Mondiali di Pattinaggio di figura.
Passi l’emergenza Coronavirus che nessuno avrebbe potuto prevedere, ma è opportuno un attento ragionamento riguardo l’attuale strutturazione dei calendari. Il discorso è assai complesso e non può essere esaurito in poche battute, ma in questo momento è doveroso uno studio accurato della situazione alla luce dei cambiamenti climatici che stanno caratterizzando gli ultimi anni. Le esigenze sul piatto sono molteplici, costi, logistica, presenza di neve, ecc…, ma occorre che una task-force con le adeguate competenze possa prendere in mano la situazione”.

Visto che la stagione è prossima alla sua conclusione, possiamo tracciare un bilancio dell’Italia. Indipendentemente dalle ultime competizioni, oserei dire che è oltremodo positivo. Tu come la vedi?
“Alla luce delle tante gare che non si sono disputate e non si disputeranno, i 100 podi ottenuti dall’Italia tra Coppa del Mondo e rassegne iridiate rappresentano un buon bottino. Rispetto all’intera passata stagione, il conto dei piazzamenti nelle prime tre posizioni è già ora superiore di cinque unità, mentre occorre una sola vittoria per pareggiare il conto del 2017/2018 e del 2018/2019. Peraltro, non mancano i motivi di rammarico, in quanto gli infortuni di Paris e Goggia sono stati determinanti in negativo.
Il vero cambio di marcia rispetto al recente passato è arrivato nelle varie classifiche generali. Tanti atleti azzurri termineranno la stagione sul podio. Anzi, nei prossimi appuntamenti alcuni si giocheranno addirittura il successo finale. Lo scenario in assoluto più roseo è quello che vedrebbe trionfare Brignone nello sci alpino, Wierer nel biathlon, Moioli e Sommariva nello snowboardcross, i quali si andrebbero ad aggiungere a Fischnaller, vincitore nelle discipline alpine dello snowboard”.


Sempre in tema di Italia, a chi assegni la palma di AZZURRO DELLA SETTIMANA?
“L’azzurra della settimana è Michela Moioli, che, grazie al posto d’onore ottenuto sulle nevi iberiche di Sierra Nevada, ha consentito al movimento italiano delle discipline olimpiche invernali di archiviare la diciannovesima settimana consecutiva con almeno un podio tra Coppa del Mondo e Mondiali. In sostanza, a partire dai primi giorni di ottobre, in ogni settimana almeno un atleta azzurro è stato capace di ottenere un piazzamento nelle prime tre posizioni. Alla luce di come è strutturato il calendario, non si tratta di un fatto banale.
La ventiquattrenne di Busa di Nese, piccola frazione del comune di Alzano Lombardo, è ormai prossima alla conquista della terza Sfera di cristallo della carriera, fatto senza precedenti per le azzurre impegnate negli sport delle neve o del ghiaccio. A Veysonnaz, sede dell’ultima gara stagionale, le basterà concludere la discesa dei quarti di finale per avere la certezza matematica del successo. Ovviamente, Moioli non si accontenterà di una comparsata, ma andrà alla caccia del sesto podio stagionale in altrettante uscite, con l’obiettivo di pareggiare i conti tra primi e secondi posti. Peraltro, nella località elvetica ha conquistato tre delle dodici vittorie in Coppa del Mondo della sua carriera e nelle ultime quattro gare non è mai uscita dalla top-three, raccogliendo almeno un piazzamento nelle prime tre posizioni nelle ultime cinque stagioni.
Per chi non l’avesse ancora afferrato, si è al cospetto di una figura destinata a riscrivere la storia dello snowboard più di quanto non l’abbia già fatto. Si tratta di un’atleta che vanta una media podi sulle gare disputate con pochi precedenti.
Se proprio deve esserci un motivo di disappunto, non può che riguardare l’esiguo numero di competizioni a disposizione nel corso della stagione. Qualora l’ultimo appuntamento di Veysonnaz venisse cancellato, il circuito di Coppa del Mondo terminerebbe con solamente cinque gare disputate. E’ chiaramente necessario che per il futuro la FIS si adoperi affinché ciascuna località possa ospitare tappe con due gare. Il discorso, già affrontato in altre occasioni, deve essere assolutamente approfondito. In ogni caso, auspico che a breve l’Italia si muova con decisione per ospitare quattro competizioni a stagione, due da tenersi a Cervinia e due a Livigno. Così dovrà essere fino almeno fino al 2026”.

Lo snowboard italiano, però, non è solo Michela Moioli. L’annata di Lorenzo Sommariva è notevole. Cosa ci dici di lui?
“Comunque vada a finire, la stagione di Lorenzo Sommariva rappresenterà un successo. Il ventiseienne di Genova è esploso prepotentemente, togliendosi la soddisfazione di imporsi in due gare. A Sierra Nevada, contando anche la qualificazione, è stato impeccabile in quattro delle cinque discese. L’unica eccezione ha riguardato la caotica semifinale conclusa in terza posizione alle spalle degli austriaci  Haemmerle e Dusek, nell’occasione più scaltri in partenza.
Proprio Hammerle è il principale avversario di Sommariva per la conquista della Sfera di cristallo. Per decretare il vincitore sarà determinante l’ultimo appuntamento di Veysonnaz, riservato ai migliori sedici atleti della classifica generale, che premierà chi dei due si classificherà meglio.
Teoricamente, avrebbe ancora una chance anche Omar Visintin, attualmente terzo, ma sarebbe obbligato a vincere sperando che Sommariva e Hammerle, si piazzino rispettivamente in quindicesima e sedicesima posizione.
Per concludere, non può passere inosservato il bilancio della squadra maschile italiana, capace di archiviare tre vittorie e cinque podi in altrettante uscite. Manca poco affinchè la stagione possa diventare trionfale e, quindi, la speranza è che a Veysonnaz si possa effettivamente gareggiare”.

Guardiamo ora all’ambito internazionale. A chi assegni la palma di ATLETA DELLA SETTIMANA?
“Senza dubbio a Sara Takanashi, che a Lillehammer, nel recupero della gara non disputata a Oslo ventiquattro ore prima, è tornata a vincere in Coppa del Mondo dopo 364 giorni dall’ultimo successo. Non è però stata un’affermazione qualunque.
La ventitreenne nipponica è diventata la prima saltatrice a conquistare 100 podi individuali in Coppa del Mondo, traguardo raggiunto e superato in campo maschile dal solo Janne Ahonen. Peraltro, Takanashi è l’unica atleta a essersi imposta in almeno una gara in tutte e nove le stagioni in cui si è disputata la Coppa del Mondo di salto femminile, fatto che in campo maschile richiama il precedente di Kamil Stoch, capace di vincere almeno una volta in nove degli ultimi dieci inverni. Con il risultato ottenuto lunedì a Lillehammer è arrivata a 57 vittorie, record assoluto per la disciplina, uomini o donne non fa differenza.
Dal primo successo, datato 3 marzo 2012, all’ultimo sono passati poco più di otto anni. L’arco temporale aumenta se consideriamo le affermazioni raccolte nel circuito di Coppa Continentale quando ancora non esisteva la Coppa del Mondo.
A onor del vero, nelle ultime stagioni il rendimento della fuoriclasse nipponica è decisamente calato in quanto, pur rimanendo con costanza nelle prime dieci posizioni, le apparizioni sul podio sono diventate sempre più sporadiche.
A questo punto, l’obiettivo per la leader indiscussa del qualificato movimento giapponese resta quello di sfatare il tabù del successo in un evento senior con in palio medaglie. Il prossimo tentativo sarà ai Mondiali di Oberstdorf, tra meno di un anno, nell’attesa di riprovarci nei Giochi Olimpici di Pechino”.

Passiamo all’IMPRESA DELLA SETTIMANA. Qual è stata, secondo te?
“L’impresa della settimana è stata realizzata da Johannes Bø, dominatore incontrastato delle gare di Coppa del Mondo di Nove Mesto e in questo momento principale favorito per la conquista della Sfera di cristallo, nonostante abbia disertato ben quattro competizioni.
Il ventiseienne norvegese, imbattuto in Repubblica Ceca nelle ultime due stagioni, ha sfoderato tra sprint e mass start due prestazioni di assoluto valore, che hanno enfatizzato una volta di più la sua attuale superiorità sulla concorrenza.
Il successo nella partenza in linea è stato senza dubbio spettacolare e, per come è scaturito, ha colpito maggiormente l’immaginario collettivo. Però ben più significativa è stata la vittoria nella gara sprint in cui, “a parità di non errori”, ha inflitto trenta secondi al francese Quentin Fillon Maillet, autore di una delle migliori prestazioni della carriera, e oltre un minuto al fratello maggiore Tarjei, uomo da 39 podi in eventi individuali di primo livello.
Raramente, si è visto in passato uno strapotere di tale portata su ogni fronte, ma tutto è riconducibile all’evoluzione avuta dalla disciplina nel tempo. In precedenza, solamente Martin Fourcade era stato capace di abbinare nell’arco della carriera un passo sugli sci da primo della classe a percentuali di assoluta eccellenza al poligono.
Al riguardo, i numeri che emergono dal confronto tra i due fuoriclasse sono inequivocabili.
Johannes Bø, nelle 161 gare di Coppa del Mondo finora disputate, ha archiviato la bellezza di 47 vittorie facendo segnare il miglior tempo sugli sci in 50 occasioni e trovando lo zero per 28 volte.
Martin Fourcade, dopo altrettante gare, vantava 37 vittorie, 35 prove con il miglior tempo sugli sci e 30 competizioni senza errori.
Va però rimarcato come negli eventi con in palio medaglie, Martin Fourcade nella prima parte della carriera sia stato più efficace e quindi più vincente rispetto al rivale norvegese.
Il dato incontrovertibile è facilmente individuabile. Nell’ultimo decennio, prima con Fourcade e a seguire con Johannes Bø, l’asticella si è alzata sempre più. Per eccellere nel biathlon maschile è quindi diventato fondamentale essere dominanti in ogni componente della gara. Per capire meglio la situazione, è sufficiente ricordare come nella stagione in corso, senza contare le staffette, Bø stia sparando con il 92%, mentre Fourcade con il 91,29%.
Nella prossima tappa, i due pretendenti alla Sfera di cristallo si sfideranno a Kontiolahti, località per diversi motivi cara a entrambi. Il francese, nell’ormai lontano 2010, vi conquistò il primo dei 82 suoi successi individuali in eventi di primo livello. Il norvegese, più giovane di quasi tre anni, vinse nel 2015 il primo titolo iridato della carriera. Sia l’uno che l’altro si sono imposti a Kontiolahti in quattro occasioni. Vedremo se il terzo incomodo Fillon Maillet riuscirà a inserirsi nella contesa, ma l’inerzia a questo punto è tutta dalla parte di Johannes Bø, che sta viaggiando alla media di 54 punti per gara. Nell’epoca moderna della disciplina, il solo Fourcade ha fatto meglio chiudendo la stagione 2017-2018 con un eloquente 54,19”.

Parlando di biathlon maschile, è doveroso anche affrontare l’argomento Didier Bionaz e Tommaso Giacomel. Da più di un decennio, cioè dall’epoca del giovane Lukas Hofer, l’Italia non si trovava tra le mani dei ventenni così competitivi. Quali sono le tue opinioni su di loro?
“Allargherei il campo alle prime apparizioni effettuate tra Ibu Cup e Coppa del Mondo, circuiti chiaramente di livello differente in cui nelle ultime settimane sia Bionaz che Giacomel hanno avuto la possibilità di confrontarsi con atleti ben più navigati.
Le risposte arrivate sono più che positive. Entrambi si sono distinti per l’incoraggiante capacità di adattamento ai nuovi contesti di gara dimostrando personalità.
Bionaz ha sfiorato il podio in Ibu Cup, mentre Giacomel alla prima uscita nel circuito maggiore è stata capace di entrare in zona punti, fatto che per un non ancora ventenne è tutt’altro che abituale. Andando a ritroso nel tempo, gli ultimi sei biathleti a riuscirci sono stati lo svedese Sebastian Samuelsson, il norvegese Johannes Bø, l’austriaco Dominik Landertinger, il norvegese Ole Einar Bjørndalen e il tedesco Mark Kirchner, tutti soggetti che nel corso della carriera si sono messi al collo almeno una medaglia olimpica. Peraltro, Giacomel passerà alla storia come il primo biathleta nato nel nuovo millennio capace di conquistare punti in Coppa del Mondo.
Sia l’uno che l’altro sono biathleti moderni, abituati ad affrontare il poligono con tempi celeri e, al cospetto dei coetanei, decisamente competitivi sugli sci. Il lavoro finora svolto dai tecnici per portare i due ragazzi del 2000 ai livelli attuali è stato pregevole, ma il difficile arriva ora, fermo restando che entrambi, una volta dimostrato di avere pieno diritto di cittadinanza in Coppa del Mondo, dovranno continuare a frequentare il circuito maggiore.  Giacomel e Bionaz andranno attentamente supportati nel percorso di crescita, che significa anche avere un progressivo carico di lavoro studiato ad hoc. Inoltre, proteggerli in qualche modo dall’impatto mediatico potrà avere la sua utilità visto e considerato che, come è normale che sia, non mancheranno gli alti e bassi.
Tra gli aspetti da non sottovalutare c’è anche l’impatto che potranno avere sull’intero settore maschile. Il fatto che il livello medio si possa alzare rappresenterà un incentivo a migliorare anche per i vari Hofer, Windisch e Bormolini. In tal senso, parlano inequivocabilmente il brillante sesto posto ottenuto nella staffetta di Nove Mesto e la prestazione dello stesso Windisch nella mass start. Un ambiente stimolante, con una sana concorrenza tra atleti di generazioni diverse, produce di norma maggiore competitività”.

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AMBESI WINTER CORNER – PUNTATE PRECEDENTI
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Foto: Massimiliano Ambesi

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