MotoGP
MotoGP, Mondiale 2020: Aprilia, serve un cambio di marcia per dare un senso al progetto. Ma il caso Iannone non aiuta
L’avventura era iniziata nel lontano 2002 in MotoGP con l’Aprila RS Cube guidata dal francese Regis Laconi. Un progetto con pochissime soddisfazioni, portato avanti fino al 2004 e poi il ritorno dal 2015. Da quel momento, la casa di Noale ha investito tanto sulla RS-GP nella classe regina cercando di estrarre il meglio dalle conoscenze a propria disposizione. Fino ad ora, però, i riscontri non sono stati così positivi. Del resto, affrontare i colossi giapponesi e Ducati non è cosa facile.
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Determinazione e ostinazione però sono qualità che non fanno difetto al gruppo di lavoro guidato da Romano Albesiano, che per questo 2020 ha varato una piccola “rivoluzione” tecnica. La nuova moto, infatti, racchiude un po’ tutto il desiderio di creatività e la voglia di dare un segnale di discontinuità rispetto al passato. Un progetto nel quale ha colpito l’aerodinamica associata al nuovo motore V di 90° e al nuovo telaio a doppia trave in alluminio, non sottovalutando il nuovo forcellone posteriore (sempre in alluminio) e il cambio seamless. Un lavoro certosino quello del team italiano, che spera di essere più competitivo.
C’è però il caso spinoso di Andrea Iannone a tenere banco. Il centauro italiano è desideroso di chiarire l’ormai arcinoto caso di positività a un controllo antidoping della stagione passata ed è in attesa della sentenza del Tribunale Internazionale della FIM: “Mi sento parte importante di questo progetto, hanno creduto molto in me, la moto è stata realizzata per la maggior parte sotto le mie indicazioni. Spero di tornare e divertirmi presto con questa moto. Mi dispiace tanto non scendere in pista in questi giorni, il mio habitat naturale è il circuito, non i tribunali. Ma sono molto motivato e concentrato, mi sto allenando sempre, voglio essere pronto quando sarà il momento di tornare“, le parole (fonte: Sky Sport) di “The Maniac” nel giorno della presentazione.
Una situazione incerta che non fa sicuramente bene all’equilibrio della squadra che, nel corso dei test, ha basato il proprio lavoro sulle prestazioni in pista dello spagnolo Aleix Espargaró e del britannico Bradley Smith. RS-GP 2020 apparsa ancora un po’ acerba, ma comunque migliore rispetto al 2019. Resta da capire quali saranno i margini di sviluppo e, forse, la cancellazione dei primi due round iridati in Qatar e in Thailandia (per l’allarme Coronavirus) può dare modo alla scuderia italiana di apportare ulteriori modifiche alla nuova moto.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: LaPresse