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MotoGP, Piloti immortali: Kevin Schwantz, l’idolo di Valentino Rossi che portò la Suzuki al trionfo nel 1993

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In una recente intervista, Valentino Rossi ha dichiarato che gli sarebbe piaciuto gareggiare contro Kevin Schwantz, il suo idolo d’infanzia che ha ammirato seguendo le gare in tv negli anni d’oro del motociclismo. Dalla seconda metà degli anni ’80 al termine degli anni ’90 sono stati infatti americani e australiani a farla da padrone nella classe regina del Motomondiale, come può testimoniare la sequenza di 16 campionati consecutivi vinti da queste due Nazioni prima del trionfo dello spagnolo Alex Crivillé nel 1999.

Nato il 19 giugno 1964 a Houston, in Texas, Schwantz impara a guidare in tenera età e comincia a farsi strada a suon di risultati nel motocross diventando campione regionale prima di un brutto incidente che lo porterà alla decisione di lasciare la specialità nel 1983. A quel punto lo statunitense decide di gareggiare in pista facendosi notare per il suo stile di guida spettacolare e aggressivo (era spesso oltre al limite, collezionando molte cadute) in un duello testa a testa con Wayne Rayney nel Campionato Nazionale Superbike chiuso al secondo posto nonostante cinque vittorie di tappa. Dopo alcune apparizioni sporadiche nel 1986 e 1987, Schwantz si trasferisce definitivamente in Europa per correre a tempo pieno nel Motomondiale con la Suzuki nella classe 500.

Nel Mondiale 1988 comincia col botto vincendo il Gran Premio inaugurale in Giappone, in seguito salirà nuovamente sul gradino più alto in Germania chiudendo però in ottava piazza in classifica generale a causa dei troppi ritiri (5 su 14 gare disputate). A partire dalla stagione successiva il texano si attesta stabilmente tra i piloti più veloci della griglia arrivando praticamente sempre nelle prime tre posizioni e conquistando diverse vittorie, tuttavia alcune cadute di troppo non gli consentono di lottare realmente per il titolo iridato fino in fondo. Nel 1993 va in scena un fantastico testa a testa tra Schwantz e l’eterno rivale Rayney (reduce da tre titoli consecutivi), il quale si infortuna però a tre gare dalla fine lasciando via libera al centauro della Suzuki verso il primo e unico trionfo iridato della carriera.

Nel 1994 prova a difendere il titolo vincendo a Suzuka e Donington, ma l’australiano Michael Doohan domina la scena con la Honda aprendo il suo ciclo trionfale. L’anno seguente Schwantz rimedia un brutto infortunio al polso che lo costringe in un primo momento a concludere il campionato anzitempo e successivamente ad annunciare il ritiro dal motociclismo professionistico al Mugello. La FIM, in segno di rispetto, ha ritirato il suo numero di gara, il 34. Degno di nota infine il suo ritorno, dopo 18 anni dal ritiro, avvenuto nel luglio del 2013 nella 8 Ore di Suzuka, in cui ha tagliato il traguardo in terza posizione alternandosi in sella alla Suzuki GSX-R 1000 con Yukio Kagayama e Noriyuki Haga.

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erik.nicolaysen@oasport.it

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Foto: Wikipedia Kevin Schwantz

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