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NBA 2020, scenari di ripresa ancora aperti. Si potrebbe ripartire a giugno con finali ad agosto

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Continuano a impazzare le ipotesi sul futuro della stagione NBA 2019-2020, che è ferma dal 12 marzo per pandemia di coronavirus dopo che Rudy Gobert, centro francese degli Utah Jazz, è stato testato positivo al COVID-19.

Con la situazione che, negli Stati Uniti, faticherà a normalizzarsi ancora per diverse settimane, la ripresa a metà aprile sembra sostanzialmente utopistica, e anche maggio appare davvero improbabile. Si sta così parlando di giugno, con però una chiara serie di obblighi misti a speranze: bisogna arrivare almeno a 70 partite di regular season e poi giocare i playoff, senza accorciamenti. Questo a causa di complesse questioni legate ai diritti televisivi, che impedirebbero in caso di ripresa di fare diversamente.

Una delle conseguenze di un’eventuale fine ad agosto è che le superstar non potrebbero disputare le Olimpiadi, ammesso che queste si svolgano (e, nonostante le rassicurazioni, è uno scenario tutt’altro che certo).

Nel frattempo, la massima lega professionistica americana per la palla a spicchi ha deciso di aumentare la propria linea di credito, portandola da 550 milioni a 1.2 miliardi di dollari, al fine di dare supporto alle franchigie, visto che tra le perdite di inizio anno dovute ai problemi con la Cina e tutte le mancanze dagli incassi si va vicini al miliardo perso.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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