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Nuoto, Bruno Fratus si rivolge al CIO: “No alle Olimpiadi di Tokyo 2020, non siamo tranquilli”

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La tensione sale tra gli atleti che avevano e hanno tuttora come obiettivo le Olimpiadi di Tokyo 2020. I Giochi Estivi in Giappone (in programma dal 24 luglio al 9 agosto), infatti, sono fortemente a rischio per l’emergenza Covid-19. La pandemia sta avendo degli effetti molto importanti in tutto il mondo, con un numero di contagi e di decessi crescente. Pertanto, ci sono tante difficoltà nella preparazione in vista dell’appuntamento a Cinque Cerchi 2020, considerando le competizioni già cancellate.

A dire la sua sul tema è il nuotatore brasiliano Bruno Fratus, tre volte argento iridato nei 50 stile libero (Kazan 2015, Budapest 2017 e Guangju 2019). Il velocista verdeoro, come riporta l’Ansa, ha manifestato forte contrarietà rispetto al via dei Giochi: “No alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Continuare a fare ciò che stiamo facendo, come dice Bach, mi sembra una cosa fuori dal mondo quando i leader mondiali vanno ogni giorno in televisione per dirci di rimanere isolati, in casa. Io ed altri atleti nuotiamo in una piscina che è pubblica, così come altri impianti, e questi sono stati i primi ad essere stati chiusi per evitare gli assembramenti di persone. E’ così che ci dobbiamo preparare?“, le parole in una lettera-appello di Fratus, indirizzata alla collega dello Zimbabwe Kirsty Coventry, attuale presidente della commissione atleti del CIO. Il sudamericano, infatti, ha sottolineato le difficoltà nella preparazione in Florida, a Coral Springs, per via del Coronavirus.

Intervistato poi dai media del gruppo Globo ha aggiunto: “La decisione del CIO di mantenere le date dell’Olimpiade di Tokyo ci toglie tranquillità. La questione non è che come ci alleniamo, ma che è in corso una pandemia mondiale. Perché dovrei uscire ed esporre a rischi me stesso e i miei familiari? Quella su Tokyo mi sembra una decisione assurda, un esempio drammatico di mancanza di rispetto per gli atleti, ma voglio sperare che non le abbiano ancora rimandate solo perché hanno bisogno di più tempo per riorganizzarsi”.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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