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Nuoto
Nuoto, gli Assoluti di Riccione non si recupereranno. Enigma qualificazioni olimpiche: le soluzioni
Cancellati. I campionati italiani assoluti primaverili di nuoto in programma a Riccione non si disputeranno, così come i Criteria (Campionati giovanili). La decisione della Fin apre la strada ad una situazione totalmente anomala nella marcia di avvicinamento ad una Olimpiade di Tokyo la cui possibilità di svolgimento, stante il calo dei contagi in estremo oriente, è sempre più probabile.
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Cosa succederà, quindi? Come sarà la composizione della Nazionale in vista dell’appuntamento a Cinque Cerchi? Al momento di certo non c’è nulla, se non che gli atleti italiani non possono, in base alla decisione della Federazione, partecipare agli eventi internazionali in programma nelle prossime settimane. In teoria il Campionato Europeo di Budapest potrebbe fare da test (ma non da qualificazione) ma prima di tutto bisognerà capire se l’evento è confermato e poi se l’Italia come nazionale sarà accettata viste le norme restrittive imposte dal governo ungherese negli ultimi giorni. Al momento è più no che sì anche se, visto l’andamento cinese, le cose cambiano piuttosto in fretta e il tempo c’è.
Il cerino, a questo punto, passa nelle mani del direttore tecnico Cesare Butini che potrebbe formare la squadra in base ai tempi di Gwangju, magari utilizzando il Trofeo Sette Colli (è in programma a metà giugno e sarebbe preoccupante, non solo per il mondo dello sport, che venisse cancellato per il prolungarsi dell’epidemia). Il direttore tecnico azzurro potrebbe comporre la squadra in base ai risultati ottenuti da luglio a dicembre dello scorso anno (al momento gli unici qualificati “reali” sono Quadarella, Paltrinieri, Panziera e Martinenghi) e magari tenersi per il Sette Colli o per qualche trial interno le scelte su chi utilizzare per le gare individuali sulle distanze dove sono previste le staffette e nelle gare dove c’è abbondanza di atleti (l’esempio lampante sono i 100 rana con Carraro, Castiglioni e Pilato).
Il rischio è che, dovesse prolungarsi la coda lunga dell’epidemia in Europa, gli azzurri siano costretti a presentarsi all’appuntamento olimpico senza gareggiare a livello internazionale, senza un confronto, un test veritiero. “Noi siamo abituati a lavorare per obiettivi – spiega la ranista bronzo mondiale e oro agli Europei di corta Martina Carraro – e qui l’obiettivo è venuto a mancare e anche i prossimi potrebbero saltare perché non siamo certi di poter disputare gli Europei a Budapest a metà maggio. La speranza è che non sia così perché significa che l’allarme cessa prima e sarebbe un bene non solo per lo sport però se c’è possibilità di allenarsi si potranno organizzare test interni, simulazioni di gare e poi una manifestazione come l’Olimpiade con batterie e semifinali prima della finale ti dà sempre la possibilità di testarti prima della gara che vale le medaglie. Se c’è la condizione va bene anche l’evento secco e faremo di tutto per essere in forma al momento giusto“.
Poca preoccupazione anche a Ostia, dove si attende con ansia la possibilità di tornare in vasca il più in fretta possibile. “Ho concesso un paio di giorni di riposo come se fossero finiti gli Assoluti – commenta Stefano Morini – è chiaro che cambia tutto ma alla fine si tratta di rimodulare gli allenamenti e di capire se gli Europei saranno un obiettivo oppure no. Lavoreremo per farci trovare pronti a luglio, questo è l’importante. Non possiamo prendercela con nessuno: ci atteniamo alle regole e, come tutti, speriamo che questa storia finisca in fretta“.
Tutto normale, per il momento, al centro federale di Verona, dove si allena Federica Pellegrini, una delle poche piscine rimaste aperte assieme, paradossalmente, a quelle di Milano.
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