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Nuoto
Nuoto, Ne parliamo con…Paolo de Laurentiis: “Difficile le Olimpiadi in primavera, non escluderei convocazioni a tavolino per i migliori”
Olimpiadi di Tokyo nel 2021, ma quando? E’ la domanda che ci stiamo ponendo tutti. I membri del Cio, del resto, devono trovare la quadra perché il Coronavirus ha complicato e di tanto la situazione. L’emergenza sanitaria, che sta colpendo tutto e tutti, sta avendo degli effetti di non poco conto in fatto di gestione e di organizzazione di eventi e di aziende. Pertanto tutto è divenire. In questo quadro il nuoto azzurro dovrà assorbire questa situazione e cercare di trovare delle soluzioni al proprio interno in fatto di selezioni e di programmazione. Di questo e anche di altro abbiamo parlato nella nostra rubrica “Ne parliamo con…” di OA Sport con Paolo de Laurentiis, firma autorevole del Corriere dello Sport.
Paolo, partiamo dalle possibili date delle Olimpiadi di Tokyo: secondo quello che si legge si potrebbero tenere anche in primavera. Tu che sensazioni hai?
“Trovo difficile che possano esserci in primavera con tutti i problemi legati alle competizioni di tantissimi sport. Penso, quindi, che la scelta ricadrà sul periodo estivo, con tutte le criticità che conosciamo relative al clima giapponese. Se dovessero anticipare, c’è il rischio concreto che molti non vadano e quindi la competizione ne risulterebbe irrimediabilmente condizionata. Se ci fossero in primavera i Mondiali di nuoto e di atletica non verrebbero spostati, ma ci sono altre problematiche…“.
Tema spinoso: le qualificazioni olimpiche nel nuoto. Ci potresti spiegare meglio il meccanismo, visto che è bene fare un distinguo?
“Sì, è necessario fare una differenziazione per le specialità acquatiche. Il Cio ha già fatto capire che farà valere il diritto acquisito dagli atleti a livello internazionale, ovvero chi era qualificato per le Olimpiadi del 2020 resta qualificato per quelle del 2021. Nel nostro caso i percorsi sono due: quello già citato e riguardante il Settebello, Noemi Batki nei tuffi e Gregorio Paltrinieri, Mario Sanzullo e Rachele Bruni nel nuoto di fondo. Per quanto concerne la piscina il discorso è un po’ diverso. Nel senso che alcuni pass sono stati ottenuti, ma sulla base dei crono limite stabiliti dalla Fin e in questo caso Paltrinieri (1500 sl), Simona Quadarella (1500 sl), Margherita Panziera (200 dorso) e Nicolò Martinenghi (100 rana) hanno ottenuto il tempo. E’ chiaro che questo sia un regolamento interno alla Federazione Italiana Nuoto ed è altrettanto evidente che la loro posizione sarà confermata dallo staff azzurro, ma solo quando verrà chiarito il programma stagionale, con nuove selezioni. Questo sistema va bene, visto che vi è stato il rinvio di un anno, discorso diverso se i Giochi si fossero disputati nel 2022 dove appunto si correva il rischio di avere qualificati degli atleti anche ritirati. Se la situazione dovesse andare per le lunghe, io proporrei delle convocazioni a tavolino sulla base dei risultati ottenuti in passato, specie se le Olimpiadi saranno in primavera. Per cui per gli atleti più importanti programmerei un ciclo di lavoro in funzione dall’avvenimento a Cinque Cerchi, mentre per il completamento della squadra farei i trials. Anche perché il tempo non è molto, anzi….”
Il tempo non è molto e c’è l’eventualità che i Mondiali di nuoto a Fukuoka e le Olimpiadi si tengano nello stesso anno. Trovi che sia corretta questa decisione?
“E’ una scelta dettata dall’emergenza. Non è ideale, chiaramente, ma credo che rimandare i Mondiali avrebbe poi ricadute importanti sul resto della programmazione, già più di quello che è avvenuto fino ad ora. Del resto, anche quest’anno c’erano gli Europei e poi i Giochi, per cui sono gestibili. Però sono tutti discorsi che valgono fino a un certo punto perché ora come ora non conosciamo le date delle Olimpiadi. Sulla base di questo allora ci si potrà fare un’idea. Soprattutto se la faranno i tecnici e gli atleti, visto che in questo momento si è al buio. Posso dire che, in una situazione di questo genere, l’incertezza sarà un elemento ancor più rilevante perché chi riuscirà a lavorare e a gestire meglio questa situazione allora farà bene a Tokyo“.
Paolo, chiudiamo da dove eravamo partiti: il rinvio dei Giochi. Non ti sembra che il Cio abbia avuto una posizione un po’ “particolare” nella gestione del rinvio, dicendo prima di riservarsi quattro settimane di tempo per decidere e poi arrivando a una conclusione ben prima?
“Il Cio ha cominciato a sondare il terreno per capire come e quando rinviare. E’ chiaro che loro preferivano farlo nel 2020 per discorsi economici, logistici ecc. Si è presa un’altra strada per due ragioni: la rivolta del mondo anglosassone (Gran Bretagna, Canada, Australia) e poi quando gli Stati Uniti hanno capito che la situazione era molto precaria. Non è un mistero che gli Usa abbiano un peso (calendario e diritti tv) e quindi tutto ha portato al posticipo nel 2021. C’è da dire poi che non è facile rinviare i Giochi per quello che rappresentano, senza dimenticare le Paralimpiadi di cui si parla sempre troppo poco. Noi tutti ci auguriamo che questa situazione finisca il più presto possibile, ma un termine esatto nessuno lo sa. Per questo, tutto il contesto è estremamente complesso“.
GLI APPROFONDIMENTI PRECEDENTI
Puntata 1: Ne Parliamo con Luca Fiorino…Il momento del tennis italiano
Puntata 2: Ne Parliamo con Paolo De Laurentis…Le possibili medaglie olimpiche nel nuoto azzurro
Puntata 3: Ne Parliamo con Paolo Filisetti…La Ferrari sarà competitiva nel 2020?
Puntata 4: Ne parliamo con Alessandro Mastroluca…Australian Open e tennis italiano in primo piano
Puntata 7: Ne parliamo con Stefano Morini…Paltrinieri sempre motivato, Detti sta bene
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: LaPresse