Olimpiadi Tokyo 2020, saranno Giochi falsati? Tantissimi atleti non possono allenarsi, altri sì: condizioni non uguali per tutti

Ancora nessuna novità per Tokyo 2020, anche se autorevoli media americani, australiani e giapponesi iniziano a drizzare le antenne e a parlare di un possibile slittamento delle Olimpiadi quantomeno a ottobre 2020. Una prima crepa nel muro di certezze del CIO, mettiamola così, Comitato che non vuole prendere una decisione adesso, forse anche giustamente, ma che probabilmente sarà costretto a farlo prima di quanto pensasse, cioè l’ultima settimana di maggio o la prima di giugno.

L’ago della bilancia, ci ripetiamo, restano e resteranno gli Stati Uniti: se il Presidente Trump dovesse decidere di non inviare i propri atleti in caso di sì ai Giochi, o se non si trovasse un accordo con l’NBC su un eventuale slittamento a ottobre 2020, al 99% non vedremo le Olimpiadi in questa stagione. Forse sarebbe anche giusto così, penseranno in molti, ma se ne discute solo perché al momento restano confermate.

Ecco. E in caso di conferma e disputa ci sarebbe poi il problema principale legato alle gare: forse per la prima volta nella storia ci troveremmo a osservare competizioni con atleti che non hanno potuto completare la preparazione, con il rischio di arrivare a risultati “falsati” e non corrispondenti ai reali valori in campo. In questo momento la situazione è diversa da Nazione a Nazione: c’è chi può allenarsi (a breve torneranno a farlo gli atleti cinesi), chi non può (quasi tutti gli italiani), chi non potrà a breve. Certo, magari da un lato potrebbe anche essere divertente assistere a gare con pronostici e risultati completamente stravolti rispetto alle classifiche attuali, ma solo per noi fruitori, non certo per gli atleti stessi.

Uno slittamento dei Giochi a ottobre, come avvenne nel 1964, sempre a Tokyo, darebbe quantomeno a tutti, in linea teorica, la possibilità di allenarsi a giugno-luglio-agosto-settembre e forse porterebbe a ristabilire il quadro corretto della situazione. Forse.

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gianmario.bonzi@gmail.com

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Foto: LaPresse