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Parigi-Roubaix 1949: l’incredibile vittoria a pari merito di Serse Coppi, fratello di Fausto, e André Mahé

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In un momento nel quale il ciclismo è completamente fermo a causa della pandemia del Covid-19, può risultare interessante scavare nel passato e rispolverare corse che hanno fatto la storia di questo sport. Tra quelle più incredibili che ci regala il secolo scorso c’è sicuramente la Parigi-Roubaix 1949, in cui due corridori vennero decretati vincitori ex aequo: Serse Coppi, fratello minore di Fausto, e il francese André Mahé.

La quarantasettesima edizione della Parigi-Roubaix venne disputata il 17 aprile 1949. La partenza era in programma a Saint-Denis, dove oggi sorge il celebre Stade de France: al via erano presenti ben 217 ciclisti, di cui una buona metà non riuscì poi a tagliare il traguardo. I grandi favoriti della classica monumento erano il fiammingo Rik Van Steenbergen, soprannominato “Imperatore di Herentals”, e il Campionissimo, Fausto Coppi. A una trentina di chilometri dall’arrivo Fausto lanciò il fratello Serse, con una sorta di cambio all’americana, ma fu immediata la risposta di Mahé, seguito dallo spagnolo naturalizzato francese Jacques Moujica e dai belgi Frans Leenen e Florent Mathieu.

Moujica e Mathieu caddero e vennero ben presto distanziati, lasciando al comando Mahé e Leenen. I due battistrada, però, giunti dinanzi al velodromo di Roubaix, disorientati dalla folla e frastornati dalla fatica, sbagliarono lato d’ingresso: ciononostante, non essendoci tempo per fare dietrofront, sprintarono fino al traguardo, che fu tagliato per primo dal francese; successivamente, ad aggiudicarsi la volata tra gli inseguitori fu Serse Coppi. La vittoria venne inizialmente assegnata a Mahé, ma Fausto spinse il fratello a sporgere reclamo e il giudice Henri Boudard dichiarò vincitore Serse. Dopo una serie di battibecchi tra la Federazione francese e quella italiana fu l’UCI ad emanare il verdetto definitivo, proclamando eccezionalmente due vincitori: André Mahé e Serse Coppi. La reazione dei due corridori fu agli antipodi: il piemontese era felice per quello che sarà il successo più prestigioso della propria breve carriera (fu stroncato due anni dopo da una caduta al Giro di Piemonte), mentre il transalpino non smise mai di lamentarsi per una decisione, a suo parere, politica.

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antonio.lucia@oasport.it

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Foto: Parigi Roubaix

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