Salto con gli sci: Norvegia senza rivali nella gara a squadre di Oslo in Coppa del Mondo 2020. Schmid guida il Raw Air Tournament

Si conclude con un nettissimo successo della Norvegia la gara a squadre di Oslo Holmenkollen, la penultima del calendario di Coppa del Mondo 2020 nonché facente parte del Raw Air Tournament. In mezzo a uno spettrale scenario di porte chiuse, nuvole e qualche cornacchia in giro per l’impianto, il quartetto composto da Johann Andre Forfang, Robert Johansson, Daniel Andre Tande e Marius Lindvik ha preso il largo rotazione dopo rotazione, per chiudere a quota 997.4. Molto costanti le prestazioni dei padroni di casa, con la palma di migliori che può senza dubbio essere assegnata a Forfang e Lindvik.

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Secondo posto per la Germania (Constantin Schmid, Pius Paschke, Stephan Leyhe, Karl Geiger), che chiude a 960.9 davanti alla Slovenia (Ziga Jelar, Timi Zajc, Anze Lanisek, Peter Prevc). Quarta posizione a 950 per la Polonia (Piotr Zyla, Maciej Kot, Kamil Stoch, Dawid Kubacki), che perlomeno un buon segnale lo riceve, e cioè il fatto che Kubacki è in buona forma, al di là del salto di qualificazione di ieri condizionato da ogni genere di fattore esterno possibile. Quinto il Giappone, con Keiichi Sato, Junshiro e Ryoyu Kobayashi e, tra di loro, Yukiya Sato: punteggio di 947. Al sesto posto l’Austria, cui non basta una gran seconda serie di Stefan Kraft (134 metri e 135.2 punti) per trascinare i compagni Michael Hayboeck, Daniel Huber e Gregor Schlierenzauer con il 916.1 finale. Settima la Svizzera (Killian Peier, Andreas Schuler, Gregor Deschwanden, Simon Ammann) a 789.6, ottava la Russia (Evgeniy Klimov, Mikhail Nazarov, Denis Kornilov, Roman Trofimov), con 753.5 ed evidenti problemi legati alla parabola discendente di molti suoi protagonisti. Non si qualifica per la seconda serie la Repubblica Ceca.

Poiché i risultati individuali di oggi valgono per il Raw Air Tournament, in testa c’è sempre Constantin Schmid con 350.3, seguito però a soli nove decimi da Marius Lindvik e a un punto e mezzo da Ziga Jelar, per una classifica che tanto lunga poi non è.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse