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Sci di fondo

Sci di fondo, nonostante i forfait le gare di Quebec City vengono confermate. Almeno per ora…

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Incredibile, ma vero. La Coppa del Mondo di sci di fondo prosegue nonostante i forfait di federazioni nazionali di primissimo piano quali Norvegia e Svezia, le pressioni dell’opinione pubblica e la decisione del management del salto con gli sci (altra disciplina Fis) di concludere in anticipo la stagione 2019-’20. I fondisti, invece, gareggeranno regolarmente a Quebec City.

Questo quanto emerso dalla riunione tenuta nel pomeriggio odierno tra la federazione canadese e il comitato organizzatore. Attenzione, va rimarcato come la Fis non sarebbe coinvolta, almeno direttamente, in questa scelta di proseguire.

La decisione potrebbe avere enormi conseguenze sul piano agonistico, dove Johannes Høsflot Klæbo e Linn Svahn, attuali leader delle Coppe Sprint e assenti in virtù delle scelte delle proprie federazioni nazionali, rischiano di essere scavalcati da chi gareggerà comunque in Canada. In tal senso viene da chiedersi quale immagine ha intenzione di dare di sé stessa la Fis, assegnando delle Sfere di cristallo di specialità in competizioni che rischiano di rasentare il farsesco a causa del numero esiguo di partecipanti.

Al riguardo, si sta valutando l’ipotesi di cambiare il format del weekend, trasformando le due sprint (che avrebbero dovuto essere parte dello Sprint Tour) in due gare di Coppa del Mondo separate. Pertanto, cambierebbe il platfond di punti conquistabili nella due giorni canadese. Da 300 si scenderebbe a 200.

Al di là di questo aspetto, la domanda cruciale è un’altra. Quale messaggio hanno intenzione di mandare lo sci di fondo e gli organizzatori di Quebec City? In questo momento moltissimi sport hanno optato per sospendere la propria attività agonistica. Nel ciclismo i rinvii si susseguono a ritmo serrato, il tennis ha deciso di fermarsi per sei settimane, i Mondiali di pattinaggio di figura, previsti proprio in Quebec, sono stati cancellati, la stagione del salto con gli sci è stata chiusa con dieci giorni d’anticipo.

L’opinione pubblica, preoccupata per il diffondersi del coronavirus, preme affinché vi sia una serrata generale, proprio allo scopo di dare l’esempio e minimizzare i rischi. Evidentemente, nello sci di fondo vi sono interessi più pressanti rispetto alla salute degli atleti, dei tecnici e del pubblico che potrebbe assieparsi lungo il tracciato.

Sempre che questa possa essere la decisione finale. Alla luce della schizofrenia delle ultime ore, peraltro acuita soprattutto nello sci di fondo, non è da escludere che si possa cambiare ulteriormente idea.

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: La Presse

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