Precisione

Storia delle Olimpiadi: l’oro ad Atene 2004 nello skeet di Andrea Benelli

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Atene, 22 agosto 2004. Fa caldo, anzi caldissimo all’Olympic Shooting Centre, sulla collina di Markopoulo. Ci sono 38 gradi e c’è vento, forte e bollente. E non è un aspetto di poco conto, perché quel giorno si disputa la finale olimpica dello skeet maschile nel tiro a volo.

In gara per l’Italia c’è Andrea Benelli. Ha 44 anni e fin da piccolo giocava a calcio: sogna di diventare un campione, è tifoso della Fiorentina e di Batistuta, ma il padre Luciano, ex azzurro del tiro a volo, lo indirizza al fucile e ai piattelli. Quel giorno Andrea Benelli sta disputando la sua quinta Olimpiade: ha vinto un bronzo ad Atlanta 1996, quando il campano Ennio Falco ha centrato uno splendido oro.

Nelle qualificazioni arriva il percorso netto di Marco Kemppainen, finlandese con occhiali rosa e capelli a spazzola: 125 piattelli su 125, record mondiale. Benelli è secondo con 124: prestazione eccezionale, ma il finlandese non perde un colpo fino alla finale, dove sbaglia.

Benelli sa benissimo che non può più fare errori, ma sa anche quanto sia allenato per raggiungere la gloria. Ha studiato alla perfezione il poligono di tiro di Markopoulo e lo ha ricostruito nella sua tenuta toscana, acquistando anche una macchina lanciapiattelli simile a quella usata in gara. Si è allenato senza fermarsi mai, avendo dentro di sé un unico e semplice obiettivo chiamato Olimpiade. Benelli ce la fa: 25 su 25. La macchina perfetta.

150 piattelli non bastano per decretare l’oro, serve lo shoot off finale. In tribuna c’è tutta la famiglia: il papà Luciano, colui che ha voluto il figlio Andrea al poligono, la moglie Silvia, i figli Giulia e Jacopo. Tutti tifano, come allo stadio di Firenze. Il finlandese inizia centrando entrambi i piattelli, ma poi la tensione per la posta in palio si fa sentire e manca un piattello: è match point per l’italiano, il quale però sbaglia a sua volta ed il suo sguardo mostra tutta la preoccupazione per l’errore che potrebbe costargli caro. Si prosegue: Kemppainen manca ancora un piattelloBenelli ha la seconda chance per la vittoria e la sfrutta!

La gioia di Benelli attraversa la tv ed entra nelle case degli italiani. Corre felice nel poligono di Markopoulo e con le braccia mima l’aeroplano, il gesto che fanno spesso i calciatori, ciò che in fondo fin da piccolo, Andrea voleva essere. È uno dei momenti olimpici più belli per l’Italia: a 44 anni, il fiorentino corona il sogno di una vita.

Benelli aveva detto nel 1979, ai Giochi del Mediterraneo, che un giorno sarebbe stato campione olimpico. Ben 25 anni dopo il suo sogno, in un bollente pomeriggio ateniese, è diventato realtà. Nell’ultimo piattello c’è tutto: una carriera lunga 28 anni, una serie infinita di allenamenti, tanti sacrifici e tanti viaggi, tante vittorie e tante sconfitte. Andrea Benelli, guardando quella medaglia che splende d’oro dice: “Ho 44 anni, ho cominciato quando ne avevo 16, tutto per questa cosa qui”.

Da piccolo giocava con la Settignanese e sognava di fare il calciatore, non ha mai smesso di amare il calcio e la Fiorentina, ma nel frattempo è entrato nella storia dello sport italiano. Andrea Benelli è stato bronzo olimpico ad Atlanta 1996 e meraviglioso oro olimpico nello skeet ad Atene 2004.

Roberto Vallalta

NELLE PUNTATE PRECEDENTI…

Prima puntata: Jury Chechi
Seconda puntata: Ondina Valla
Terza puntata: Tania Cagnotto
Quarta puntata: Michael Johnson

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Foto: LaPresse

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