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Tennis, Adriano Panatta: “Giusta la decisione di spostare il Roland Garros. Gli Internazionali d’Italia vanno recuperati”

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Il mondo del tennis sta vivendo un momento decisamente complicato a causa del coronavirus. L’Atp e la Wta hanno deciso di sospendere per sei settimane ogni attività e quindi di costringere alla cancellazione o al rinvio molti tornei. Senza ombra di dubbio il più importante sarebbe stato il Roland Garros, secondo Slam della stagione, che però sarà recuperato a settembre. I Masters 1000 di Indian Wells, Monte-Carlo e Madrid sono stati cancellati, mentre per gli Internazionali d’Italia è stata annunciata una sospensione temporanea.

Questo e molti altri argomenti ha affrontato in un’intervista rilasciata a La Stampa Adriano Panatta. In apertura, ovviamente, l’ex tennista romano ha parlato di come sta vivendo l’emergenza Covid-19: “Sto in casa, non mi muovo, esco una volta alla settimana per fare la spesa. Basta. In questo momento lo sport è l’ultimo dei problemi. In questo isolamento forzato però si ha più tempo per cose che di solito trascuriamo. Ad esempio pensare: a quello che potrei fare, a quello che ti impediranno di fare dopo. Le preoccupazioni sono tante. Paragonano questo momento al dopoguerra, cioè il periodo in cui l’Italia, fino al boom degli anni ’60, ha dato il meglio. Speriamo si ripeta quel fenomeno“.

Passando al tennis, Adriano Panatta ha giudicato favorevolmente la decisione degli organizzatori di rinviare a settembre lo Slam francese: “Sono d’accordo con la decisione di rinviare il Roland Garros. Fine settembre è una collocazione giusta anche se per i giocatori passare dal cemento alla terra battuta è un piccolo problema. Io lo avrei spostato anche una settimana più tardi“.

Per quanto concerne gli Internazionali d’Italia che si sarebbero dovuti disputare al Foro Italico dal 10 al 17 maggio, Panatta è convinto che si debbano recuperare: “Gli Internazionali vanno recuperati. Ottobre va benissimo, anche dopo Parigi. A Roma maggio come clima non è meglio di ottobre, anzi. Faccio un appello ad Andrea Gaudenzi. Non gli chiedo da italiano di favorire l’Europa, ma le istituzioni del tennis hanno il dovere di salvaguardare i grandi tornei che hanno tradizione. Giocare a Phoenix, Arizona, non è più importante che giocare a Roma. Bisogna che tutti se lo mettano in testa“.

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salvatore.serio@oasport.it

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Foto: Lapresse

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