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Tennis, non solo Jannik Sinner. Tutti i giovani italiani emergenti: da Lorenzo Musetti a Luca Nardi ed Elisabetta Cocciaretto, la guida completa

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Jannik Sinner è il nome che sta facendo parlare tantissimi addetti ai lavori e non. In tanti pronosticano al diciottenne altoatesino un grande, a volte grandissimo futuro, ma lui va tranquillo per la sua strada sotto la guida di Riccardo Piatti. Eppure non è il solo italiano cui si dovrebbe prestare attenzione. Sulle orme di coloro che tra pochi anni dovranno, per questioni di età, lasciare i grandi palcoscenici, ed evidentemente anche su quelle di Matteo Berrettini che è invece destinato a rimanerci per molto tempo, si stanno muovendo tanti altri nomi da seguire. Alcuni hanno già calcato palcoscenici importanti, altri vogliono arrivare a farlo.

Per ognuno di loro, la posizione riportata nel ranking ATP, WTA o ITF Junior è quella definitiva per parecchie settimane a venire, dal momento che, a causa della pandemia di coronavirus e dell’interruzione di tutti i calendari le classifiche, sono stati congelate tutte le classifiche fino a nuovo ordine.

Il più interessante dei giocatori italiani in ambito maschile dopo Sinner è senza dubbio Lorenzo Musetti. Affacciatosi in modo definitivo dalla seconda metà del 2019 al livello superiore dopo aver vinto gli Australian Open 2019 e raggiunto la finale agli US Open 2018 a livello junior, il classe 2002 di Carrara, diciottenne da venti giorni, ha portato il suo ottimo tennis sul circuito ATP nello scorso febbraio a Dubai. Nelle qualificazioni del torneo ATP 500 negli Emirati Arabi Uniti si è tolto importanti soddisfazioni, incanalando tutta l’esperienza delle sconfitte da nomi di gran peso nei Challenger con due vittorie sull’australiano Alexey Popyrin (terzo turno agli US Open 2019) e sul russo Evgeny Donskoy, entrambi nella zona dei primi 100. Il sorteggio da incubo contro l’altro russo Andrey Rublev, numero 14 del mondo con un gennaio stellare, faceva temere il peggio. Invece a non voler rischiare il terzo set è stato proprio il più titolato dei due, costretto ad alzare il livello di gioco per non subire passanti da tutte le parti, con tutti i colpi e anche in recupero. Attualmente numero 284 del mondo (e 16° nella Race to Milan), il toscano procede con tranquillità sulla strada della crescita. Intanto un record ce l’ha: è il più giovane 2002 a essersi qualificato per un torneo ATP. E agli Australian Open ha rischiato di fare lo stesso, perdendo nel terzo turno del tabellone cadetto contro l’olandese Tallon Griekspoor, ma non prima di essersi tolto la soddisfazione di battere il rumeno Marius Copil.

Dietro Musetti, in tanti sgomitano per arrivare. Gli occhi di molti si sono posati su Luca Nardi, che sta alternando l’attività junior con quella nei Futures, vincendone uno lo scorso 2 marzo a Sharm el Sheikh, in Egitto, battendo l’esperto ceco Jaroslav Pospisil, che a questi livelli regala poco, ed entrando nei primi 1000 della classifica mondiale. Dettaglio importante: Nardi ha 16 anni, ed è tra i più giovani presenti nel ranking ATP. Il pesarese è dotato di uno stile di gioco particolarmente aggressivo, e ha ammesso di preferire il cemento come superficie perché gli permette di chiudere gli scambi entro i quattro colpi, anche se ha lavorato (con successo) per reggere bene anche gli scambi lunghi.

Nei 400 è entrato di recente anche il romano Giulio Zeppieri (oggi numero 371), spesso andato a braccetto con Musetti pur con un tennis diverso. Il 2020 per ora non gli ha sorriso, ma le cose potrebbero cambiare grazie al lavoro con Umberto Rianna, che sta seguendo anche il toscano. Non ci è invece riuscito, se non per breve tempo, Francesco Forti, buon giocatore classe 1999 che però non è ancora riuscito a sfondare. A livello junior, poi, sta destando attenzione Luciano Darderi, romano di origini argentine, che occupa la posizione numero 9 dell’apposito ranking e ha vinto tre Grade 1 (la categoria più importante dopo gli Slam e i Grade A) consecutivi in questo inizio di 2020. Da tenere d’occhio anche i progressi di Flavio Cobolli (figlio dell’ex professionista Stefano, in passato arrivato fino al numero 236 ATP), anche lui già presente nella classifica mondiale del tennis che conta, e Matteo Gigante, ma non solo.

In campo femminile, colei che corre più veloce di tutte è ormai in modo chiaro e indiscutibile Elisabetta Cocciaretto, che sta cercando di passare dallo status di emergente a quello di certezza. Dopo la grande cavalcata che l’ha portata a qualificarsi per il tabellone principale degli Australian Open ha subito esordito senza timori sulla Rod Laver Arena contro la tedesca Angelique Kerber. Il 6-2 6-2 di quella serata di Melbourne non racconta però molto di quel match, come i game lunghi, la continua aggressività dell’azzurra e anche il break nelle fasi finali dell’incontro, a voler sottolineare la poca voglia di mollare contro una giocatrice che in terra australiana lo Slam l’ha vinto nel 2016. Su quella scia è arrivata la prima convocazione in Fed Cup, con annesse prime vittorie. Fino alla fine dello stop all’attività tennistica la diciannovenne di Ancona resterà al numero 156 WTA, quinta miglior giocatrice d’Italia, ma che sia destinata a salire non lo mette in dubbio nessuno: ha l’umiltà per farlo e la giusta formazione mentale.

Per raccontare altro del tennis femminile italiano bisogna scendere un po’, e trovare una sedicenne di nome Lisa Pigato al numero 715 del ranking WTA, una posizione già di tutto rispetto costruita con un grande finale di 2019 che l’ha portata a giocare molte volte nelle fasi conclusive dei tornei ITF da 15.000 dollari. Si trovava a Casablanca, come molte compagne di viaggio, quando è stata fermata a causa della decisione dell’ITF di fermare qualsiasi torneo al momento in corso. Alla decisione si è dovuta adattare anche Melania Delai, 17 anni, che aveva fatto una bella impressione agli Australian Open junior raggiungendo il terzo turno. Ma anche altre scalpitano alle loro spalle: nella top 100 del ranking ITF junior femminile ci sono proprio, oltre a Delai (24), Matilde Paoletti (35), Beatrice Ricci (55), Alessandra Simone (81) ed Eleonora Alvisi (91), tutte classe 2003.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LivePhotoSport.it / Roberta Corradin

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