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Arco
Tiro con l’arco, Mauro Nespoli: “Ci adegueremo al coronavirus. Mi manca una medaglia olimpica individuale”
A 32 anni Mauro Nespoli è ormai un veterano della Nazionale italiana di tiro con l’arco. Il nativo di Voghera nel 2019 conquistò i pass olimpici per l’Italia (non nominali) nell’individuale maschile e nella prova mista a coppie. Resta in bilico la posizione della squadra, che dovrà meritarsi uno degli ultimi tre tagliandi nella tappa di Coppa del Mondo in programma a fine giugno a Berlino. Salvo sorprese, Nespoli disputerà a Tokyo la quarta Olimpiade di una carriera in cui ha vinto tutto: con il team si aggiudicò l’oro a cinque cerchi a Londra 2012 e quello mondiale nel 2017, senza dimenticare i trionfi (sia individuali sia con la squadra) agli Europei ed ai Giochi Europei. Resta un ultimo grande obiettivo: vincere una medaglia olimpica individuale. L’arciere dell’Aeronautica Militare non è certo sazio ed è anzi determinato a riscattare Rio 2016, quando l’Italia tornò a casa senza alcun podio. Nel frattempo il divampare del coronavirus rischia di stravolgere completamente i piani di avvicinamento ai principali eventi stagionali.
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In che modo l’epidemia del coronavirus sta condizionando l’attività della Nazionale di tiro con l’arco?
“Per ora tutti i raduni e le gare sono sospesi. Mi sto allenando da solo con Vanessa Landi presso il campo degli arcieri di Voghera.
Questo è un momento in cui ognuno sta facendo un percorso individualizzato, non stiamo lavorando per la prova a squadre. Certo è che vedersi con gli altri è importante per fare un punto della situazione. Tra poco, dal 16 al 23 marzo, dovrebbe svolgersi a Cantalupa la gara di selezione interna per decidere chi parteciperà ai prossimi eventi internazionali. Non sappiamo cosa succederà se non si dovesse disputare. Era stato fatto un programma di gare interne ed internazionali, poi il coronavirus ha cambiato tutto. Attendiamo anche dalla Federazione Mondiale cosa si fa e cosa non si fa.
Dopo il 23 marzo saremmo dovuti partire per Antalya, ma ora è tutto incerto“.
Per il momento gli obiettivi stagionali sono comunque ancora distanti.
“La mia preparazione è finalizzata alla Coppa del Mondo di Berlino dove ci giocheremo il pass olimpico con le squadre a giugno. Le gare di avvicinamento sono importanti, ma il focus è tutto su Berlino e sulle Olimpiadi. Se dovessero rimandarle, ci adatteremo, la salute viene prima di tutto, ci adegueremo. Non mi fascio la testa prima di essermela rotta. Siamo abbastanza elastici da poter modificare il programma di avvicinamento ai Giochi“.
Qualora la qualificazione vada a buon fine, la squadra rischia di arrivare scarica alle Olimpiadi dopo essersi giocata il pass ad un mese dall’evento a cinque cerchi? Occorrerà infatti un doppio picco di forma.
“Chi ambisce alla medaglia non può pensare di arrivare ultimo in Coppa del Mondo a poche settimane dalle Olimpiadi. A un mese dai Giochi il livello sarà già abbastanza stabile e non ci saranno grosse sorprese. Noi abbiamo ottime prospettive con entrambe le squadre. Esattamente come successe 4 anni fa con la squadra femminile prima di Rio, la qualificazione ci darebbe poi ulteriore carica in vista delle Olimpiadi. Certo, conquistare la carta un anno prima è la soluzione migliore, ma un mese prima ti darebbe fame e adrenalina maggiori, nonché ulteriore carica verso Tokyo“.
A Berlino vi saranno appena tre posti in palio per la squadra maschile. Non mancheranno le rivali pericolose…
“In campo maschile ci sono gli Stati Uniti e non è di aiuto. Poi quasi tutte le squadre europee, tra cui la Francia, la Germania, la Turchia e la Russia. Occhio anche al Messico. Tra le 8 qualificate ai Mondiali 2019, l’unica sorpresa fu il Kazakistan, anche se stanno facendo bene già da 3-4 anni. Il livello è cresciuto per tutti. A Berlino si svolgerà una gara a squadre dedicata solo per chi non ha ancora preso la carta: le prime 3 andranno alle Olimpiadi. E’ fondamentale fare bene in qualifica, non dobbiamo sottovalutare nessuno. E’ chiaro che devi batterle tutte, ma se ti ritrovi gli Stati Uniti al primo turno, può essere un problema. Di sicuro anche gli altri saranno preoccupati di affrontare noi. Sarà importante fare bene agli Europei per prendere morale, far capire che ci siamo e mettere pressione ai nostri rivali continentali“.
Alle Olimpiadi di Tokyo 2020 con quali obiettivi?
“Le medaglie nell’individuale e nel misto sono possibili. Il numero delle nazioni è elevato, ma noi siamo solidi. A me manca una medaglia individuale alle Olimpiadi. Ci tengo a dire che non sono ancora sicuro di venire convocato per Tokyo perché il pass non è nominale e dunque dovrò meritarmi la chiamata“.
Il tiro con l’arco è uno sport aleatorio?
“Secondo me vince il più forte, non è uno sport aleatorio. Con il nuovo sistema di punteggio si è aggiunta una aleatorietà maggiore. In realtà Ellison e i coreani vincevano a punti e vincono ora con i set. Ora i più forti hanno alzato le loro medie per togliere di mezzo l’aleatorietà. I punti in qualifica si sono alzati tantissimo“.
Al momento non si intravedono grandi ricambi per la Nazionale italiana maschile: sei preoccupato?
“Io faccio il mio e vado avanti finché posso. Qualche giovane che sta crescendo bene c’è, la Fitarco non finirà con me, Galiazzo e Frangilli. Qualcuno non è ancora pronto, altri spunteranno nei prossimi anni“.
federico.militello@oasport.it
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Foto: World Archery