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Tour de France 1960: l’epopea di Gastone Nencini e la memorabile doppietta tricolore con Graziano Battistini

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Dopo tre partecipazioni al Tour de France, il 17 luglio del 1960, Gastone Nencini entrò finalmente nella storia, conquistando la quarantaseiesima edizione della corsa a tappe transalpina. Il Leone del Mugello fu il quarto corridore italiano a riuscire ad imporsi nella Grande Boucle. Prima di lui ci riuscirono soltanto Ottavio Bottecchia, e gli eterni rivali Fausto Coppi e Gino Bartali. Alle spalle di Nencini, sul podio di Parigi, un altro azzurro, il massese Graziano Battistini, al suo esordio al Tour. Prima di loro soltanto gli stessi Coppi e Bartali riuscirono ad ottenere questa doppietta, esattamente nel 1949; poi nessun altro.

Ma torniamo proprio a quel 1960. Siamo al 26 giugno, a Lille. Gastone Nencini è il capitano dell’Italia. Una leadership ottenuta dopo la vittoria al Giro d’Italia del 1957, e il quinto e sesto posto al Tour de France del 1957 e 1958. Ci sono con lui uomini come Graziano Battistini, Ercole Baldini, Arnaldo Pambianco e Imerio Massignan. La prima maglia gialla finisce sulle spalle del belga Julien Schepens. Ma a Nencini basta poco per prendersi il primato. Difatti l’astro nascente Roger Riviere sfrutta il suo potenziale a cronometro, vince a Bruxelles davanti al fiorentino, e quest’ultimo si veste di giallo. Ventiquattro ore dopo il Tour cambia nuovamente padrone con un super favorito come Henry Anglade. La sesta tappa segna un ribaltone. Riviere attacca rispondendo ad un allungo dello stesso Nencini. Fanno il vuoto assieme al belga Jan Adriaenssens. La maglia gialla Anglade rimane a bocca asciutta, e sotto la morsa di Riviere viene tagliato fuori con ben 15′ di ritardo. Riviere vince la tappa, Adriaenssens si prende il primo posto in classifica generale.

Ci si avvicina ai Pirenei e arrivano due vittorie italiane di fila con Graziano Battistini e Nino Defilippis. Ma alla decima frazione sale in cattedra lo stesso Nencini. Il toscano di Barberino del Mugello attacca con decisione e stacca il leader Adriaenssens. In discesa arrivano Riviere e Battistini; ma non la maglia gialla, che finisce sulle spalle dello stesso Nencini fino al traguardo finale di Parigi. Nel mentre, il 15 luglio, sulle rampe del Perjuret, è nuovamente davanti. Riviere prova ad inseguirlo in discesa, ma una caduta in dirupo lo condanna alla sedia a rotelle per una frattura alla colonna vertebrale, e immobilizzazione delle gambe, fino alla morte, avvenuta nel 1976 a soli 40 anni.

Nencini non ha più in corsa il suo rivale più ostico, e intanto a Briançon Battistini si prende il secondo posto in classifica generale, scavalcando Adriaenssens. L’Italia conquista il primo e il secondo gradino del podio parigino con Nencini e Battistini, come Coppi e Bartali undici anni prima. Dal Mugello agli Champs-Élysées, ecco il settimo sigillo italiano al Tour de France; e i padroni di casa rimangono a bocca asciutta.

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lisa.guadagnini@oasport.it

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Foto: Lapresse

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