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Tokyo 2021

Tuffi, il rinvio delle Olimpiadi al 2021 una chance per i giovani azzurri: tutti i talenti in rampa di lancio

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Azzurri tuffi ritiro (Fina)

Dal 2019 al… 2021, sarà quasi un salto nel buio per i tuffi azzurri (in realtà per tutti), che sono usciti dalla scorsa stagione con più ombre che luci, in attesa di ritrovare nel pieno della forma Tania Cagnotto, e ora di fatto salteranno l’annata completa perché non si vede un grande spiraglio per poter gareggiar a lungo in questa annata. Il nuovo corso italiano prosegue comunque con fiducia verso il primo test importante, quello appunto di Tokyo 2020. Ricordando però che l’unica qualificata, al momento, è Noemi Batki, veterana triestina che lavora a Roma, dalla piattaforma 10 metri.

Chiara Pellacani ha compiuto un altro passo avanti, soprattutto in chiave europea, e in squadra sono stati inseriti nuovi prospetti interessanti, anche naturalizzati, di cui si è già parlato in parte. Certo, il team italiano ci aveva forse abituato troppo bene negli ultimi 15 anni, trascinato da una Tania Cagnotto capace di restare al top per tre lustri portando con sé un gruppo esperto e concreto, dai fratelli Marconi a Noemi Batki, da Dallapé a Sacchin, da Tocci a Bertocchi. Tra ritiri illustri, ritorni e giovani di belle speranze, la Nazionale è sempre rimasta competitiva, ma adesso il cambio generazionale ha preso il sopravvento, la concorrenza si è fatta ancora più intesa e riuscire a salire sul podio a livello mondiale sarà impresa ardua.

In questo momento particolare è sicuramente più fattibile, per la Nazionale guidata da Oscar Bertone, conquistare podi continentali più che mondiali e lo si è visto giusto agli ultimi Europei di Kiev. Il programma dell’Olimpiade, poi, non prevede le gare da un metro dove solitamente gli azzurri sono più competitivi che dai tre metri, rendendo quindi più complesso aspirare a un podio. In ogni caso, a scanso di equivoci, va ricordato che nei campionati continentali 2019 gli azzurri hanno chiuso la manifestazione con due medaglie, meritandosi un voto positivo: non solo per l’oro (Batki-Pellacani da dieci metri synchro, storico, mai vinto prima) e il bronzo (Lorenzo Marsaglia da 1 metro, prima medaglia continentale per lui) conquistati, ma anche per le altre prove positive offerte e non aiutate nemmeno da quel pizzico di buona sorte spesso indispensabile in grandi manifestazioni. Pensiamo soprattutto ai dieci metri synchro misto, ai tre metri synchro con Tocci-Marsaglia e anche alla finale del metro in cui Chiara Pellacani è stata assoluta protagonista, seppur quinta poi alla fine. In attesa di ritrovare il miglior Tocci e la miglior Bertocchi, che per motivi diversi non si sono visti nel 2019.

Kiev ha regalato la definitiva consacrazione, quanto meno a livello continentale, di Lorenzo Marsaglia, già brillante in stagione (2019) in alcune tappe Grand Prix e autore di ottime prestazioni sia dal metro (‘premiato’ con il bronzo) sia dai tre (fatali gli ultimi due tuffi, altrimenti sarebbe arrivato un piazzamento prestigioso). E anche buone certezze a Chiara Pellacani, altra atleta romana (nuovo centro di gravità dei tuffi italiani), talentuosa, dal potenziale ancora inesplorato e soprattutto dalla freddezza notevole. A 17 anni compiuti lo scorso 12 settembre si ritrova già con due medaglie d’oro europee in tasca, in due specialità diverse (entrambe olimpiche, tra l’altro) e in due manifestazioni differenti (3 metri synchro, Edimburgo 2018, con Elena Bertocchi; 10 metri synchro, Kiev 2019, con Noemi Batki). In più, ha centrato le finali individuali sia dal metro che dai tre agli Europei, chiudendo in un caso quinta e nell’altro sesta. Le mancano forse ancora un po’ di eleganza e una super entrata per il definitivo salto di qualità, per il resto c’è tutto per competere ad alto livello. Sia europeo che mondiale. Mostra potenziale enorme sia dalla piattaforma che dal trampolino, anche se probabilmente il futuro sembra apparecchiato per il trampolino, sia da un metro che da tre, un po’ come accadde a Tania Cagnotto.

Per il resto, il futuro ha il volto fresco di Riccardo Giovannini, romano pure lui, 17 anni appena compiuti, presente già ai Mondiali di Gwangju e decimo agli Europei dalla piattaforma (con un solo errore pesante, sul triplo e mezzo ritornato, altrimenti avrebbe chiuso in ottava posizione), ma che ha di fronte una concorrenza tremenda, vedi il fenomenale ucraino Sereda, già 4° ai Mondiali ed oro europeo a 13 anni (adesso ne ha 14). E anche quello di Sarah Jodoin Di Maria, classe 2000, nata a Montreal in Canada e naturalizzata italiana (ha gareggiato agli Assoluti 2018 con la MR Sport F.lli Marconi). Dal dicembre 2018 appartiene al gruppo sportivo della Marina Militare. La svolta per lei è avvenuta ai campionati italiani estivi di Bolzano 2019, dove ha chiuso seconda per essere poi convocata agli Europei di Kiev e terminare ottava nella piattaforma 10m.

Ciò detto, un’altra Tania Cagnotto non si vede, al momento, all’orizzonte.

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gianmario.bonzi@gmail.com

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Foto: FINA 

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