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Ciclismo

Amstel Gold Race 1996: la prima vittoria dell’Italia grazie a Stefano Zanini

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Il fascino delle Classiche del Nord è irresistibile per ogni appassionato di ciclismo che si rispetti. Le loro mille insidie, i grandi campioni che ogni anno si sfidano per conquistarle, i paesaggi mozzafiato e la loro storia gloriosa sono sicuramente i segreti principali del loro appeal. Una di loro però, rispetto alle altre, è sicuramente molto più giovane: l’Amstel Gold Race.

La corsa, che deve il suo nome ad una nota birreria, è stata infatti disputata per la prima volta solo nel 1966 e quindi ha sicuramente una tradizione inferiore rispetto ad esempio alla Liegi-Bastogne-Liegi, che si corre dal 1892. Non per questo la classica olandese ha però un valore inferiore alle altre e la minuziosità di particolari con cui tutti gli anni i più grandi finisseur la preparano ne è l’ennesima conferma.

Per quanto riguarda il Bel Paese, se dal 2002 (Michele Bartoli) ad oggi (ultimo successo nel 2016 di Enrico Gasparotto) sono arrivati ben sei successi, nei primi trent’anni di corsa, nonostante fior di campioni, non era mai sventolato il Tricolore sul tanto ambito traguardo. La prima vittoria è stata centrata solamente nel 1996 da Stefano Zanini, dopo una striscia di cinque clamorosi secondi posti dei vari Fondriest, Bugno, Cenghialta e Cassani.

Il primo italiano a trionfare nella “Classica della Birra” è un velocista varesino che nel suo palmarès può annoverare anche due tappe al Giro d’Italia, una vittoria sui Campi Elisi al Tour de France ed una Parigi-Bruxelles. 

Quel 27 aprile 1996 Zanini non è il favorito dei bookmakers, che puntano sul belga Johan Museeuw o sui fuoriclasse Miguel Indurain, Bjarne Riis, Rolf Sorensen. Anche in casa Italia i fari non sono puntati su di lui ma sull’imprevedibilità dei finisseur Michele Bartoli e Franco Ballerini.

Nonostante i pronostici avversi Zanini risponde all’attacco dello svizzero Beat Zberg sull’Halembaye e con lui si riporta sul danese Sorensen e gli italiani Missaglia e Peron, che vantavano 35 secondi di vantaggio sul gruppo. I due contrattaccanti raggiungono e scavalcano il terzetto e ben presto anche Zberg si deve arrendere alla potenza di Zanini, che quel giorno sembra inarrestabile. In pochi secondi il velocista guadagna 60 metri e il traguardo di Maastricht lo aspetta a braccia aperte.

Finalmente l’Italia ha infranto la trentennale maledizione. Il Tricolore sventola per la prima volta sulle strade olandesi, destinato ad issarsi ancora negli anni venturi.

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michele.giovagnoli@oasport.it

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Foto: Wikipedia

 

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