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Atletica, Filippo Tortu sogna le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026 nel bob! I precedenti vincenti della storia

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Nei giorni scorsi, durante il programma televisivo “La Domenica Sportiva”, lo sprinter azzurro Filippo Tortu ha confermato la sua volontà di competere come frenatore nel bob ai Giochi olimpici invernali di Milano-Cortina 2026, ribadendo che le dichiarazioni al riguardo già rilasciate in autunno non erano una semplice boutade. La notizia ha del clamoroso, poiché il ventunenne lombardo è una delle punte di diamante dell’atletica leggera italiana. Pertanto, sorge spontaneo un quesito. Quante volte, in passato, un uomo o una donna di successo nell’atletica è riuscito a brillare anche nel bob? Andiamo a scoprirlo.

Innanzitutto va rimarcato come siano davvero parecchi coloro i quali si sono cimentati nel bob dopo aver avuto trascorsi, a svariati livelli, nell’atletica leggera. Lo stesso Antonio Tartaglia, frenatore di Günther Huber a Nagano 1998 in occasione dell’ultimo oro olimpico del bob azzurro, aveva praticato in gioventù getto del peso e lancio del disco. Risalire alle esperienze di ogni frenatore è pressoché impossibile. Di conseguenza, in questa sede, ci concentreremo su chi, nell’arco della propria carriera, è stato in grado di partecipare ad almeno un’edizione olimpica in entrambe le discipline. La lista è lunga, poiché comprende oltre quaranta persone. All’interno di questo folto gruppo, sono però pochi i nomi di chi è riuscito a raccogliere risultati di peso anche sul ghiaccio.

Il caso più eclatante è quello dell’americana Lauryn Williams, la quale è stata l’unica capace di conquistare medaglia olimpica in ambedue gli sport. La statunitense, argento ad Atene 2004 sui 100 metri e oro a Londra 2012 nella 4×100, si è poi messa al collo anche l’argento di Sochi 2014 come frenatrice di Elana Mayers. In quella stessa gara, l’undicesima posizione è stata occupata da un altro equipaggio stars&stripes, quello composto da Jazmine Fenlator e Lolo Jones. Quest’ultima, pur senza aver raccolto medaglie a Cinque cerchi, vanta un record. È l’unica donna ad aver vinto un titolo mondiale in entrambe le discipline. Infatti l’oggi trentasettenne di stanza in Louisiana si è laureata campionessa del mondo dei 60 metri ostacoli sia nel 2008 che nel 2010, imponendosi poi nella prova a squadre miste di bob nel 2013. L’impresa era stata in precedenza sfiorata dal tedesco Torsten Voss, medaglia d’oro nel decathlon ai Mondiali di Roma 1987 e poi tre volte sul podio iridato del bob come frenatore di tre piloti diversi (Harald Czudaj, Wolfgang Hoppe e Dirk Wiese), senza però essersi mai issato sul gradino più alto.

Tornando ai Giochi olimpici, in tempi recenti chi ha compiuto con successo la transizione dall’atletica leggera al bob è la canadese Phylicia George, che dopo aver concluso i 100 ostacoli di Londra 2012 in quinta posizione e quelli di Rio De Janeiro 2016 in ottava piazza, ha arpionato la medaglia di bronzo nel bob come frenatrice di Kaillie Humphries a PyeongChang 2018.

La vicenda più incredibile è, invece, quella del belga Max Houben, il quale partecipò nei 200 metri e nella 4×100 ai Giochi olimpici estivi di Anversa 1920. Dopodiché si dedicò al bob, ottenendo la medaglia d’argento ai Giochi olimpici di St.Moritz 1948. Cos’ha di stupefacente questa situazione? Il fatto che Houben fosse il pilota del bob, e non un frenatore! Caso più unico che raro.

Non ci sono molti altri uomini capaci di trovare sul ghiaccio più gloria di quanta non ne avessero guadagnata sulla pista. Fra di essi spicca indubbiamente lo svizzero Edy Hubacher, quindicesimo nel getto del peso e venticinquesimo nel lancio del disco a Città del Messico 1968, dopodiché medaglia d’oro nel bob a 4 e medaglia di bronzo nel bob a 2 a Sapporo 1972 come frenatore di Jean Wicki. Il suo connazionale Rolf Strittmatter ha partecipato nella 4×100 a Mosca 1980, concludendo poi in quarta piazza nel bob a 4 a Sarajevo 1984 come frenatore di Ekkhard Fasser. Nel mezzo, si è tolto la soddisfazione di mettersi al collo l’oro iridato 1983, sempre nel bob a 4. Infine, uno dei pochi ad aver completato con successo la transizione è stato il tedesco dell’ovest Manfred Schumann, eliminato in batteria nei 110 ostacoli a Monaco 1972, ma capace di conquistare un argento e un bronzo a Innsbruck 1976 come frenatore di Wolfgang Zimmerer.

Tuttavia, esistono anche molti casi di star assolute dell’atletica leggera che, però, nel bob non hanno sfondato. Uno degli esempi più importanti è quello dello statunitense Edwin Moses, letteralmente imbattibile sui 400 ostacoli, ma mai andato oltre un occasionale podio nella Coppa del Mondo di bob a inizio anni ’90, senza alcuna presenza a Cinque cerchi. Per restare nell’ambito stars&stripes, non va però dimenticato Willie Davenport, campione olimpico sui 110 ostacoli a Città del Messico 1968 e poi dodicesimo, come frenatore di Bob Hickey, nel bob a quattro di Lake Placid 1980. Cionondimeno, quella partecipazione gli è stata sufficiente per entrare nella storia come il primo afroamericano a prendere parte ai Giochi olimpici invernali. In tempi decisamente più recenti non va dimenticata l’esperienza dell’australiana Jana Pittman, due volte iridata sui 400 ostacoli e poi impegnata anche nel bob a Sochi 2014. Guardando all’orticello italiano, è fresco il precedente di Giuseppe Gibilisco, campione del mondo di salto con l’asta nel 2003 prima di effettuare un timido tentativo nel bob nel 2016.

Insomma, primeggiare sia nell’atletica leggera che nel bob è tutt’altro che banale, soprattutto perché sul ghiaccio entrano in gioco anche altre componenti (il pilota e i materiali). Si vedrà come evolverà la tentazione di Tortu, il quale vanta già un settimo posto ai Mondiali nei 100 metri. Di certo c’è che, solo prendendo parte a Milano-Cortina 2026, potrebbe diventare il terzo azzurro della storia a partecipare sia ai Giochi olimpici estivi che a quelli invernali. Sinora tale curioso traguardo è stato raggiunto solamente da Giuseppe Crivelli, che fu impegnato nel canottaggio a Parigi 1924 e nel bob a St.Moritz 1928, e da Antonella Belluti, cimentatasi prima nel ciclismo su pista sia ad Atlanta 1996 che a Sidney 2000 e poi nel bob a Salt Lake City 2002. Peraltro, l’altoatesina si è messa al collo due medaglie d’oro (inseguimento nell’edizione statunitense e corsa a punti in quella australiana), concludendo poi settima nel bob come frenatrice di Gerda Weißensteiner. Vero è che Tortu deve ancora prendere parte a qualsivoglia edizione a Cinque cerchi, ma salvo infortuni non dovrebbe avere problemi a costruirsi una carriera di tutto rispetto in ambito olimpico. Magari sia su pista che su ghiaccio.

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: Wikipedia, diritto libero

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