Basket
Basket, la stagione della Virtus Bologna. Con Teodosic e Markovic il salto di qualità: resta il rimpianto per un sogno scudetto sfumato
Il basket italiano ha decretato la fine della sua stagione nei giorni scorsi. A causa dell’emergenza Coronavirus, la FIP insieme alle varie leghe ha deciso di terminare con largo anticipo tutti i campionati, non assegnando di conseguenza lo Scudetto. Proprio su questa tema si è aperta una battaglia tra la Virtus Bologna e i dirigenti della pallacanestro italiana, con la società bolognese che vorrebbe l’assegnazione del Tricolore proprio ad essa in virtù del primo posto attuale al momento dello stop dei campionati.
Una richiesta che difficilmente verrà accolta quella della Virtus, anche perchè nel basket la stagione regolare serve solo a decretare la griglia playoff e sono proprio quest’ultimi ad essere la via per lo Scudetto. Prima l’AD Luca Baraldi, poi anche Sasha Djordjevic e anche alcuni giocatori hanno parlato di una Virtus che merita il tricolore. Sicuramente un grande rimpianto per Bologna, che aveva in mano il primo posto nella stagione regolare e di conseguenza anche la possibilità di avere il fattore campo per tutti i playoff.
Va comunque detto che la Virtus ha mancato due obiettivi stagionali, perdendo subito ai quarti di Coppa Italia dalla poi vincitrice Venezia e poi è stata sconfitta anche nell’Intercontinentale in finale da Tenerife. Certamente la grande attenzione era stata posta sul campionato, con lo Scudetto che era diventato il principale traguardo da raggiungere dalla squadra di Djordjevic, che comunque si era qualificata anche per i quarti di finale di EuroCup, dove avrebbe affrontato il Monaco.
Il grande colpo Milos Teodosic ha sicuramente cambiato le aspettative iniziali della Virtus. Il serbo ha portato la squadra ad effettuare un deciso salto di qualità. L’ex CSKA Mosca e Los Angeles Clippers si è dimostrato probabilmente il miglior giocatore di questo campionato, garantendo punti, assist e leadership ad una Virtus a cui mancava davvero solo una figura di quel tipo per puntare ad alti traguardi.
Vnere con l’anima serba, non solo per Teodosic e Djordjevic, ma anche per quel Stefan Markovic, che si è dimostrato un perfetto secondo violino nell’attacco bolognese. Lui e Teodosic hanno saputo anche giocare insieme, esaltando poi entrambi l’atletismo e l’esplosività dei vari Gamble, Weems e Hunter. C’è anche poi l’anima italiana, con Filippo Baldi Rossi e Giampaolo Ricci che hanno saputo ritagliarsi un ruolo importante nelle rotazioni di Djordjevic. Una macchina costruita molto bene e che stava seguendo la strada tricolore nel verso giusto, prima di subire un’interruzione che lascia rimpianti in casa Virtus Bologna.
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Credit Ciamillo