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Basket, sognando l’America: tutti i giovani italiani che possono sperare di approdare in NBA. Nico Mannion e gli altri di un futuro vicino e lontano

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Sono sette finora i giocatori italiani approdati in NBA: Stefano Rusconi, Vincenzo Esposito, Andrea Bargnani, Marco Belinelli, Danilo Gallinari, Gigi Datome e Nicolò Melli, in rigorosa successione temporale. Tre di loro, e cioè Belinelli, Gallinari e Melli, sono attualmente nella massima lega professionistica americana, seppur con ruoli ben diversi: i primi due con un lunghissimo bagaglio di esperienze alle spalle (dal 2007 l’uno, dal 2008 l’altro), mentre il terzo ha dimostrato quest’anno di valere questi grandi palcoscenici, sapendosi ben adattare al sistema dei New Orleans Pelicans con o senza Zion Williamson. Presto, però, i tre potrebbero essere raggiunti da altri nostri connazionali o da giocatori che hanno comunque avuto una formazione importante in Italia.

Nico Mannion è, inevitabilmente, il nome più importante tra essi. Figlio di Pace Mannion, ex colonna di Cantù e non solo, è italiano a tutti gli effetti, essendo nato a Siena nel 2001. Il finale improvviso e inatteso di stagione in NCAA ha modificato un po’ le prospettive sul suo conto, perché è andato in calando nella fase che avrebbe dovuto precedere la March Madness. Per questo motivo, al momento, il suo nome è sceso alla seconda metà del primo giro in alcune previsioni, mentre prima si trovava spesso tra la 7a e la 12a scelta: un fattore, questo, che potrebbe anche convincere il giocatore a rimanere un altro anno ad Arizona. In particolare, di lui si sono rilevate le difficoltà nel concludere fino al ferro con la difesa schierata; nondimeno, ci sono delle squadre che hanno degli effettivi dubbi che Mannion valga davvero una scelta al primo giro. Di qui il dilemma: Draft 2020 o 2021? Ai posteri l’ardua sentenza, che Nico avrebbe dovuto pronunciare a fine stagione NCAA, ma che, con lo stop per coronavirus, ora è da capire quando arriverà.

Chi ha in sostanza già abbandonato (almeno per il 2020) i sogni di NBA è Davide Moretti. Per sua stessa ammissione, l’intenzione era quella di dichiararsi dopo la fine della stagione, ma adesso per lui è tutto in bilico. Un altro anno a Texas Tech, l’Europa e l’Italia sono le tre opzioni che sta vagliando, ed è davvero troppo presto, allo stato attuale, per comprendere come possa evolvere la situazione in attesa di una stagione che, inevitabilmente, avrà tanti sapori diversi dal solito.

Nato in Camerun, ma di formazione cestistica tutta italiana, è Paul Eboua, che se si dichiarasse potrebbe sperare in una chiamata al secondo giro, come già Alessandro Gentile nel 2014 (il figlio di Nando, però, la NBA l’ha solo sfiorata per circostanze sfortunate). In particolare, vari mock draft lo danno tra la 50a e la 60a scelta. Attenzione: non va dimenticato che in più di un’occasione, a quelle altezze si sono verificati tanti di quelli che sono stati poi definiti “steal of the draft“. Caso tra i più famosi: Manu Ginobili, scelto dai San Antonio Spurs con la 57a chiamata e lasciato crescere a Reggio Calabria e Virtus Bologna fino al 2002. Cos’abbia poi fatto il fenomeno di Bahia Blanca è cosa nota. Tornando a Eboua, in alcune proiezioni fatte per il 2021 viene dato nella parte finale del primo giro, ma qui già ci troviamo in un futuro che si può delineare dopo il prossimo draft, in qualunque data esso si svolga.

Di sicuro avvenire per la NBA è Paolo Banchero, giovane lungo su cui la FIP ha messo gli occhi per portarlo in Nazionale, ma del quale ancora è in fase di definizione lo status (c’è la questione del poterlo far giocare da italiano a tutti gli effetti o da naturalizzato, e dal momento che di naturalizzato ce ne può essere solo uno a selezione le cose cambiano tantissimo in questo senso). Chi si è spinto fino alla classe del 2022 lo mette davvero in alto per quel periodo, ma si parla sempre di proiezioni per le quali si intende che vada tutto bene. Non è invece ancora possibile formulare proiezioni per altri giovani di sicuro avvenire, Matteo Spagnolo in testa, che però sono appena all’inizio della loro parabola. Per i 2003 e i 2004 ci sarà un capitolo a parte, che ancora non è il caso di aprire.

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Credit: Ciamillo

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