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Biathlon, la NextGen femminile. Le cinque Under22 più promettenti: occhi puntati sulla Scandinavia

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Dopo aver dato uno sguardo alla NextGen del biathlon maschile, indicando i cinque ragazzi attualmente più promettenti, è doveroso fare altrettanto anche per il settore femminile. Andiamo, dunque, a vedere chi sono le cinque under22 che, in questo momento, spiccano su tutte le altre.

Anche in questo caso è doveroso effettuare un paio di premesse. Innanzitutto per scremare il quintetto è stato necessario effettuare dei tagli rispetto al numero di atlete che avrebbero avuto il pedigree per entrarvi. In ogni caso, le escluse sono citate in coda al presente articolo. In secondo luogo, va rimarcato come – per scelta – ci si sia limitati a prendere in considerazione le classi 1998, 1999 e 2000. È infatti ancora prematuro fare qualsivoglia valutazione riguardo le teenager, le quali gareggiano in categoria youth. Concluso il preambolo, va specificato come la presente non sia una graduatoria, in quanto le cinque ragazze sono semplicemente citate dalla più giovane alla più anziana.

BASERGA Amy (SUI)
Classe 2000, non può non essere inserita nella short-list, poiché i suoi risultati sono davvero eclatanti. Nella stagione appena terminata l’elvetica ha dominato il circuito junior, prendendosi peraltro il lusso di salire sul podio in una gara di Ibu Cup senior. Le performance della rossocrociata sono indiscutibilmente sopra la media delle coetanee e di parecchie ragazze più mature, pertanto va obbligatoriamente tenuta in grande considerazione. C’è però un dubbio riguardo l’effettivo margine di crescita e l’eventuale competitività ad altissimo livello in ottica futura. Baserga è una giunone, sfiora già l’1.80 di altezza, dunque il vantaggio dato da questa superiorità fisica rischia di svanire una volta diventata senior. Dunque, per età e risultati la svizzera è giocoforza una delle cinque under22 più promettenti, però bisognerà verificare se potrà effettivamente diventare una vera e propria big del massimo circuito.

BENED Camille (FRA)
Classe 2000, è una delle tante francesi rampanti che si stanno proponendo a livello junior. Cionondimeno la savoiarda spicca rispetto alle connazionali, poiché ha già dimostrato di valere costantemente le prime venti posizioni in Ibu Cup. Il fatto di essere dotata di una buona competitività in ambito cadetto è tutt’altro che banale e potrebbe essere di buon auspicio per un eventuale esordio in Coppa del Mondo in tempi brevi, nel caso la crescita dovesse proseguire. D’altronde il ritiro di Celia Aymonier apre uno slot nel team transalpino già dalla stagione ventura e, a ben guardare, l’attuale competitività di Bened non è poi così inferiore rispetto a quella di Baserga.

SKREDE Åsne (NOR)
Classe 2000, la norvegese sinora si è vista pochissimo in ambito internazionale, ma se i risultati sono quelli messi in mostra tra febbraio e marzo, allora c’è da avere paura. La scandinava, dopo i due argenti iridati junior, si è presentata in Ibu Cup inanellando cinque piazzamenti consecutivi nella top-ten uno dopo l’altro, con tanto di un podio e una vittoria sfiorata. La ragazza quindi c’è e promette benissimo. Atleticamente è una belva e ha dimostrato di essere già competitiva tanto quanto connazionali di tre anni più mature. In Norvegia, dietro a Eckhoff, Røiseland-Olsbu e Tandrevold, c’è parecchio spazio. Considerata la base di partenza, è verosimile che Skrede possa essere lanciata in Coppa del Mondo già dal prossimo inverno e, se la forma fisica dovesse assisterla, sarà interessante vedere quale impatto potrà avere con il massimo circuito. In tal senso, non è escluso possa valere già da subito piazzamenti nelle prime venti posizioni.

ÖBERG Elvira (SWE)
Classe 1999, è senza ombra di dubbio l’under22 più promettente in assoluto. Per lei parlano i risultati, visto che è già stata in grado di far breccia nella top-ten del circuito maggiore e di concludere la classifica generale di Coppa del Mondo in ventiquattresima piazza. Dal punto di vista anagrafico, ci sono poco più di tre anni di differenza tra lei e la sorella maggiore, che nell’inverno 2016-’17 non aveva una competitività poi così dissimile. Anzi, per la verità, Elvira ha una costanza di rendimento decisamente superiore all’Hanna ventunenne, la quale però aveva realizzato qualche exploit in più. Insomma, la famiglia Öberg ha già una campionessa olimpica e mondiale in carica e, se le premesse sono queste, potrebbe ben presto trovarsi in casa una seconda atleta blasonata. Peraltro Elvira ha la fortuna di essere inserita in un contesto produttivo e di poter crescere con punti di riferimento di livello assoluto in squadra.

TODOROVA Milena (BUL)
Classe 1998, è la grande speranza della Bulgaria per tornare ai fasti del passato nel biathlon femminile dopo tre lustri di oblio. La ventiduenne balcanica sinora si è dimostrata piuttosto incostante, ma in occasione dei picchi di rendimento ha saputo ottenere risultati di peso anche nel circuito maggiore. Lo dimostra il fatto di essersi qualificata per la mass start dei Mondiali di Anterselva e di aver già raccolto sei piazzamenti nelle prime trenta posizioni in Coppa del Mondo. È da verificare quali possano essere le reali prospettive di questa ragazza, perché la Bulgaria non può certo godere dei budget faraonici di altre nazioni, con il conseguente rischio di non avere i mezzi per competere ad armi pari contro nazioni più ricche. Soprattutto, Todorova non ha punti di riferimento durante l’off-season, dunque la crescita rischia di essere più accidentata rispetto a quella di chi può allenarsi con compagne di squadra di alto livello. Comunque sia, il talento non ha passaporto e chi ne è dotato può emergere anche da solo.

Dunque, queste sono le cinque under22 più promettenti. Una tagliata che merita indubbiamente la citazione è Anastasia Shevchenko, classe 1999 con svariati allori giovanili al collo. Il problema, nel suo caso, è quello di essere inserita nel sistema Russia, ovvero un contesto caotico, in profonda crisi e completamente improduttivo. Peraltro nell’ultimo decennio tante giovani russe che promettevano benissimo si sono completamente perse una volta diventate senior, quindi su Shevchenko va sicuramente posto un asterisco. Non va inoltre dimenticata la ceca Tereza Vinklarkova, la cui annata 2019-20 è stata piuttosto anonima. Cionondimeno, la sua gestione è stata piuttosto confusionaria e ci si augura che possa godere di una maggiore stabilità di contesto rispetto al forsennato inverno appena concluso. Infine, vero è che ci sono già delle cinesi nate tra il 1998 e il 1999 capaci di entrare in zona punti in Coppa del Mondo, ma storicamente la Cina produce atlete estremamente precoci e i risultati di Fanqi Meng piuttosto che Chu Yuanmeng non sono neppure minimamente comparabili a quelli ottenuti dalle giovanissime Shumei Yu e Chaoqing Song.

Prima di concludere, è sempre bene ricordare come i valori delle nuove leve possano cambiare con la completa maturazione agonistica. Basta guardare alla Norvegia. La “predestinata” Elise Ringen ha sempre fatto da comprimaria nel massimo circuito, mentre il “brutto anatroccolo” Marte Olsbu è diventata ciò che è diventata.

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Foto: Ufficio stampa Newspower

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