Biathlon
Biathlon, tutti gli atleti che si sono ritirati al termine della stagione. Martin Fourcade e Kaisa Mäkäräinen i big, c’è anche un italiano
Sono passate ormai quattro settimane da quell’incredibile finale di stagione a Kontiolahti che ha regalato a Dorothea Wierer le chiavi della seconda Coppa del mondo generale consecutiva di biathlon. Un inverno accorciato a causa della pandemia del coronavirus ma non per questo meno avvincente, con entrambe le sfere di cristallo che si sono decise all’ultimo poligono dell’ultima gara e per una manciata di punti.
Nonostante ciò, il fine settimana in Finlandia (dove tra l’altro il circo del biathlon ripartirà a fine novembre) ha segnato anche un punto esclamativo finale sulle carriere di alcuni biathleti. Nella stagione agonistica 2019/2020 sono stati infatti ben 13 i ritiri, cinque nel settore maschile e otto in quello femminile. Naturalmente i due nomi più pesanti sono quelli delle leggende assolute Martin Fourcade al maschile e Kaisa Mäkäräinen al femminile, vincitori di ben 10 Big Crystal Globes combinate, di cui l’ultima arrivata in contemporanea nella stagione 2017/2018. Andiamo dunque a dare un’occhiata, nome per nome a tutti gli atleti che non troveremo al cancelletto di partenza tra sette mesi, citati in ordine alfabetico:
Uomini:
Krasimir Anev (BUL): il trentaduenne è stato uno dei due pilastri della Bulgaria negli ultimi anni, ha preso questa decisione in seguito ad una stagione oltremodo negativa, dove gli unici piazzamenti interessanti sono arrivati proprio in occasione dei Mondiali. Mai a podio in carriera, Anev vanta come miglior risultato un quarto posto ottenuto nella Mass di Oberhof 2015 e in totale 7 top10.
Michal Šlesingr (CZE): il più esperto del circuito ha deciso di dire basta compiuti i 37 anni, lasciando alle spalle una gloriosa carriera con ben 12 podi individuali (di cui due medaglie iridate ad Anterselva 2007) e un’unica vittoria, nella mass di Holmenkollen 2008. Numerose volte è stato vicino a grandi imprese anche nelle staffette ceche e l’impresa più bella resta certamente l’oro mondiale di Kontiolahti 2015 nella mista.
Martin Fourcade (FRA): poco da dire, per sua maestà possono parlare solamente i numeri. 83 successi (2° all time), 150 podi (2° all time), sette sfere di cristallo (record assoluto), cinque ori individuali iridati e quattro olimpici. Monsieur Le Biathlon ha salutato in grande stile, sfiorando un ultimo epico successo il giorno dell’annunciato addio. Ha riscritto la storia di una disciplina che, senza di lui, sarà certamente differente.
Thierry Chenal (ITA): anche l’Italia entra in questa “triste” lista grazie all’annuncio recente del ritiro del valdostano. Appena ventisettenne, Chenal ha purtroppo occupato solamente un ruolo di comparsa a livello di Coppa del mondo, raggiungendo tuttavia per tre volte la zona punti nella passata stagione, la migliore della carriera. Si è tolto tuttavia anche la soddisfazione di salire sul podio quando fece parte della staffetta maschile giunta seconda ad Oberhof nel 2018.
Mario Dolder (SUI): insieme a Chenal il nome meno pesante tra i ritirati, percentuali non ottimali non gli hanno mai permesso di effettuare un salto di qualità e a ventinove anni lo svizzero ha deciso di smettere.
Donne:
Anna-Maria Schreder (AUT): ventiduenne austriaca che ha optato per fermarsi dopo un paio di stagioni nelle retrovie dell’IBU Cup.
Kaisa Mäkäräinen (FIN): una delle beniamine più amate dai tifosi, termina la propria carriera con 85 podi al seguito, due sole lunghezze di distanza dal record assoluto di Forsberg. La trentasettenne nativa di Ristijärvi lascia a casa sua, a Kontiolahti, dopo una stagione difficile fisicamente, complici un paio di malanni che ne hanno condizionato le prestazioni. Nonostante ciò è arrivato l’ultimo canto del cigno in occasione della mass di Oberhof, dove nella bufera ha trovato il ventisettesimo successo, tra i quali spicca l’oro iridato nell’inseguimento di Khanty-Mansyisk 2011.
Célia Aymonier (FRA): la ventottenne transalpina sperava in ben altra carriera quando un quadriennio fa ha deciso di effettuare il salto dallo sci di fondo dove i risultati non arrivavano (tranne qualche buon piazzamento nelle prove a squadre). Il tiro è restato un problema quasi insormontabile per lei, soprattutto in piedi dove solamente quest’anno ha saputo raggiungere il modesto target del 70% complessivo; rimane in ogni caso la soddisfazione del bronzo con la staffetta francese ai Mondiali di Hochfilzen 2017.
Myrtille Begue (FRA): uno stop a sorpresa quello della ventitreenne francese, al termine di una opaca stagione galleggiando in IBU Cup. La giovane nativa di ha deciso di intraprendere un altro percorso nella vita, consapevole forse di qualche limite di troppo che riguardava soprattutto il poligono, in quanto sugli sci è sempre stata un discreto talento.
Nadine Horchler (GER): la maggiore delle sorelle bavaresi è definitivamente scomparsa nelle rotazioni della Germania e a 33 anni ha scelto di dire basta. Una carriera dignitosa tra cui va certamente ricordata la vittoria nella mass start di Anterselva 2017 (che ha conciso anche con l’unico podio della carriera), quando beffò Laura Dahlmeier resistendo strenuamente alla rimonta della connazionale con un tenace ultimo giro.
Synnøve Solemdal (NOR): con l’aumento della concorrenza alle sue spalle e il posto in Coppa del mondo sempre più lontano la trentenne norvegese ha optato per il ritiro. Grande promessa da Junior non è riuscita a compiere il salto di qualità che ci si aspettava tra le grandi, verrà ricordata per aver vinto le sue uniche due gare della carriera lo stesso giorno (8 dicembre) nello stesso format, l’inseguimento di Hochfilzen, a distanza di un anno. Il secondo successo le ha garantito anche l’onore di indossare il pettorale giallo per un giorno.
Chardine Sloof (SWE): nelle ultime due stagioni il rendimento è calato drasticamente e a 27 anni la svedese ha detto basta. La migliore annata per lei è stata quella del 2016/2017 dove arrivò anche a raggiungere la Top 10 con il decimo posto nella sprint di Oberhof.
Emily Dreissigacker (USA): ultimo nome, anche se di minor rilievo. La trentunenne americana lascia senza mai aver trovato la zona punti, buona (a tratti anche ottima) tiratrice a terra mentre spesso in difficoltà in piedi.