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Boxe, follia in Nicaragua: il coronavirus non ferma i combattimenti, spruzzato disinfettante sui pugili

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Non tutti hanno paura del coronavirus. O meglio, non tutti possono permettersi di averla. È questo il cinico e delirante messaggio che giunge dal Nicaragua, dove nonostante l’epidemia gli incontri di boxe continuano a svolgersi regolarmente, con l’unica innovazione dell’introduzione dei disinfestatori per “proteggere” i pugili dal Covid-19.

A Managua la pandemia di coronavirus non ha fermato lo sport: si continua a combattere nelle arene, a gareggiare sui campi di calcio e sui diamanti del baseball, a frequentare le scuole e a consentire celebrazioni e riunioni di massa. Il promoter della riunione di boxe di sabato scorso, Rosendo Alvarez, ha espresso la propria opinione a tal proposito: Qui non abbiamo paura del virus. Non esiste la quarantena. I tre morti che ci sono stati venivano tutti da fuori e nessuno nel Paese è stato contaminato. Il Nicaragua è una nazione povera, i pugili devono mangiare. Non possono starsene chiusi in casa a non far niente.

E dunque il business legato al mondo dei combattimenti continua: diretta tv sulla rete di stato Canal 6 ed ESPN America Latina e possibilità di accesso anche per gli spettatori, sebbene per un numero corrispondente a un decimo della capienza dell’arena in modo da preservare la distanza di sicurezza. I pugili indossano le mascherine alla cerimonia del peso, negli spogliatoi e durante le interviste, ma non sul ring, dove invece su di loro viene spruzzato del disinfettante. Sconvolto l’epidemiologo Alvaro Ramirez: “Eventi di questo tipo aumentano la possibilità che nel Paese si sviluppino contemporaneamente diversi focolai. Non so davvero quale sia la scommessa che sta facendo il governo”.

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antonio.lucia@oasport.it

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Foto: Shutterstock

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