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Calcio, il ricordo di Emiliano Mondonico: un grande maestro che ha fatto sognare Torino, e non solo

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Parlare di Emiliano Mondonico non può essere solo limitato a un rettangolo verde con un sfera, oppure a una sedia alzata in segno di protesta nel corso di una finale di Coppa Uefa contro l’Ajax.

“Mondo”, come lo abbiamo conosciuto tutti (addetti ai lavori e non), nacque il 9 marzo 1947 a Rivolta d’Adda, un piccolo paesino di poco più di 8.000 anime (vicino Cremona). Fin dalla giovane età, manifestò una grande passione per il calcio e le sue spiccate doti tecniche e la sua velocità rafforzavano in lui questa convinzione. Il talento c’era e non passò inosservato, tanto che nel 1966 la Cremonese gli offrì un contratto da calciatore professionista, facendolo esordire nel campionato di Serie D. Due anni più tardi arrivò il prestigioso ingaggio del Torino, potendo competere nella massima divisione del campionato italiano. Un’esperienza suggellata da un sesto posto e dai quarti di finale della cara vecchia Coppa della Coppe. Dopo due anni, Mondonico vestì la maglia del Monza, dove realizzò 7 reti in 23 partite, per poi ritrovarsi tra le fila dell’Atalanta in Serie A. Concluse poi la sua carriera da giocatore nella Cremonese. Fu proprio dal club grigio-rosso che iniziò la propria carriera da allenatore, responsabile del settore giovanile inizialmente, prima di prendere il comando delle operazioni della prima squadra nella stagione 1981-1982. Una formazione che nel 1984 riuscì a portare in Serie A, dopo 54 anni di assenza. In quella compagine militava uno che avrebbe fatto le fortune prima della Sampdoria e poi della Juventus. Stiamo parlando di Gianluca Vialli.

Nel 1987 gli fu affidata la gestione di un altro club a lui caro, ovvero l’Atalanta. Ebbene, “Mondo” riportò la Dea in Serie A e successivamente fu autore con la compagine di un percorso europeo magnifico nella Coppa delle Coppe del 1988, quando furono i belgi del Malines a piegare nel doppio confronto (andata e ritorno) gli orobici. Nella stagione 1990-1991 arrivò la chance dal Toro e non se la lasciò scappare:  5° posto in Serie A il primo anno, 3° il secondo nel quale spinse i granata fino alla finale di Coppa Uefa giocata contro un fortissimo Ajax e dopo aver battuto in semifinale il Real Madrid stellare di Butragueño, Hugo Sanchez e Hierro. Solo la formazione di Dennis Bergkamp e di Frank de Boer (allenata dal Louis van Gaal) riuscì a prevalere nell’atto conclusivo. Dopo il 2-2 dell’andata a Torino, vi fu il poco fortunato 0-0 di Amsterdam, dove la compagine torinese fu decisamente poco fortunata, ricordando le conclusioni di Walter Casagrande, Roberto Mussi e di Gianluca Sordo respinte due volte dal palo e una dalla traversa. Oltre a questo un discusso episodio in area di rigore dei Lancieri, con il gesto del tecnico che in segno di protesta alzò la sedia. Mondonico, comunque, seppe togliersi la soddisfazione della vittoria in Coppa Italia nel 1993 con i colori granata. Dopo di che vi furono le esperienze con Cosenza, Fiorentina, Albinoleffe, Cremonese e Novara, non considerando i ritorni a Bergamo e a Torino.

La sua carriera si interruppe nel 2012 per via di un tumore. Il cancro nella zona addominale lo costrinse a sottoporsi a interventi piuttosto importanti. Nonostante fosse assai provato, “Mondo” rispose colpo su colpo come quando giocava e allenava. Purtroppo però il 29 marzo di due anni calò il sipario, ma il ricordo che ha lasciato è ancora tuttora vivo nel cuore degli appassionati.

 

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Foto: LaPresse

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