Calcio
Calcio, la leggenda della Pro Vercelli ed i 7 scudetti in 15 anni
Quando il calcio italiano era ancora agli albori, quando il pallone di cuoio era da aggredire più che coccolare, quando i campi di gioco erano quelli che erano, con poca erba e tanta sabbia, quando i calciatori erano ancora “umani” e non certo divi, quando i risultati si leggevano solamente nei quotidiani del giorno successivo, insomma nei primi anni nei quali lo sport più amato nei confini di casa nostra muoveva i primi passi, c’erano due squadre che dettavano legge. Genoa e Pro Vercelli. Fa davvero un certo effetto leggere ai giorni nostri, ad oltre un secolo di distanza, questi nomi. Ma ogni amante del calcio deve alzarsi in piedi e onorare la leggenda di queste due squadre. Perchè tale è. Se i Grifoni, primo club nato in Italia nel 1893, si sono fregiati di ben 9 Scudetti, i piemontesi ne hanno conquistati 7, nell’arco di appena 15 anni. Un ruolino di marcia che spiega perfettamente quale fosse la potenza degli “Eusebiani”, una compagine mitica che vanta un numero di titoli pari a due monumenti del calcio italiano come Torino e Bologna e quanti ne hanno Roma, Lazio e Napoli messe assieme.
Torniamo con la memoria, quindi, a quell’epoca. Rechiamoci idealmente allo stadio di Vercelli (capoluogo di provincia piemontese di poco meno di 50.000 abitanti) che all’epoca si chiamava “Campo piazzale Conte di Torino” e che, dal 1932, diventerà poi quella struttura che prenderà il nome di Silvio Piola, il più illustre giocatore della storia dei piemontesi. Il Football Club Pro Vercelli 1892 nonostante il nome, fu fondato solamente nel 1903. Dopo cinque anni di assestamento, i “Bianchi” esordirono nel Campionato Italiano di Football nel 1908 e, udite udite, conquistarono subito il primo titolo. La stagione, se così vogliamo chiamarla, prese il via il primo marzo 1908 e si concluse il 17 maggio. Al via solamente altre 3 squadre: Andrea Doria, US Milanese e Juventus. La Pro Vercelli iniziò con le “Eliminatorie piemontesi”, ovvero un confronto di andata e ritorno contro la Juventus. 1-1 a Vercelli, quindi vittoria 2-0 a Torino la settimana successiva grazie alla doppietta di Rampini I. A quel punto scattò il Girone Finale con la Pro che vinse 2-1 contro la US Milanese e 2-1 contro l’Andrea Doria, assieme a due pareggi negli altri incontri. 6 punti totali e, quindi, uno in più dei bianconeri milanesi (una realtà nata nel 1902 e sciolta nel 1928). Il primo titolo fu cosa fatta.
Si passò quindi alla stagione 1909 (10 gennaio-25 aprile), con il bis immediato per i “Leoni”. Anche in quel caso si incominciò con le Eliminatorie dato che le squadre al via crebbero fino al numero di 9. Doppio successo sul Torino (2-1 in casa e 0-1 in casa dei granata) che aprì le porte alla semifinale. Il 21 marzo la Pro vinse in casa con il punteggio di 3-2 contro il Genoa, prima di un sofferto pareggio per 1-1 al ritorno. Tre delle quattro reti vennero segnate da Visconti, che fu mattatore anche nella Finale, ancora una volta giocata contro la US Milanese. Andata il 4 aprile a Vercelli, con un netto 2-0 grazie alla doppietta dell’attaccante vercellese, quindi pareggio per 2-2 nel ritorno in quel di Milano del 25 aprile. Secondo titolo in tasca per i “Bianchi” che amavano scendere in campo con lo schema del 2-3-5, molto in voga a quei tempi.
Nel 1909-1910 la Pro Vercelli riuscì a conquistare nuovamente la Finale, ma nello spareggio del 24 aprile (giocato in casa) subì una epocale sconfitta (3-10) da parte dell’Inter. Una onta che i bianco-crociati laveranno con gli interessi con tre titoli consecutivi tra il 1910 ed il 1913. Nel campionato 1910-11 (27 novembre-11 giugno) presero il via 13 squadre collocate in un girone all’italiana. Il cammino dei piemontesi fu clamoroso. 16 partite giocate con 12 vittorie, 3 pareggi e una sola sconfitta, condite da 44 reti segnate a appena 8 subite. Si segnalano un 7-2 alla US Milanese, un 4-0 alla Juventus a domicilio e un 6-0 al Genoa. Con la prima posizione la Pro ebbe modo di andare a giocare la Finalissima contro il Vicenza che si era aggiudicato il gironcino emiliano-veneto. Non ci fu storia. Secco 3-0 all’andata in casa con doppietta di Rampini I, quindi 2-1 anche in trasferta per suggellare un terzo titolo davvero meritatissimo.
Passiamo, quindi, al campionato di Prima Categoria 1911-12. I tempi iniziano a dilatarsi (24 settembre-28 aprile) con 14 squadre al via. La Pro Vercelli, ancora una volta, mise in atto un cammino importante nel girone con 32 punti in 18 turni, con 15 vittorie, 2 pareggi e un solo ko, ma maturò un solo punto di margine su un agguerritissimo Milan. Anche in questo caso la Finalissima fu davvero un “Pro forma”. Fu il Venezia, questa volta, il malcapitato. Senza mezzi termini. 6-0 per la Pro in laguna, quindi addirittura 7-0 in casa. Il poker di titoli arrivò, dunque, nel modo più netto possibile.
Il quinto alloro, come detto, arrivò nel 1912-1913. La sedicesima edizione del campionato italiano si disputò tra il 20 ottobre e il primo giugno con 30 squadre al via (alcune delle quali vissero delle vere e proprie apparizioni in quegli anni pioneristici). La Pro dominò il Girone piemontese con 9 vittorie e un pareggio in 10 uscite (clamoroso il computo dei gol: 38 segnati e 2 subiti), passando quindi al Girone Nazionale. Anche in questo caso non ci fu storia. La Pro chiuse con 18 punti in 10 turni, merito di 8 successi e 2 pareggi con 22 reti segnate e solamente una subita. Il calcio iniziò a prendere piede anche nel centro e nel sud della penisola, per cui la Finalissima vide la Pro sfidare la Lazio rappresentante del raggruppamento meridionale. Il match si giocò il primo giugno in quel di Genova, e fu un 6-0 laconico con le reti di Berardo (2), Rampini I, Milano I e Corna (2).
Il dominio della Pro Vercelli subì una battuta d’arresto nelle annate successive. Nel 1913-14 il titolo andò al Casale, che si aggiudicò il Girone piemontese a pari merito con il Genoa. I vercellesi chiusero ad un solo punto e vennero eliminati. Nel 1914-15, invece, furono proprio i Grifoni a vincere, con la Pro che venne superata dal Torino nel corso del secondo Girone. Dopodiché arrivò la Prima Guerra Mondiale a scombinare ogni piano. Dal 1915 al 1919 il campionato andò in archivio e si disputarono solamente le cosiddette Coppe Federali, che andarono a sostituire il format consueto, anche se non ebbero valenza ai fini delle statistiche.
Nel 1915-16 per esempio vinse il Milan, quindi dal 1916-17 non si poterono che disputare piccoli gironi nelle varie Regioni, senza alcuna conclusione ufficiale. Si tornò alla vita, ed al calcio giocato, con la stagione 1919-20 vinta dall’Inter che superò il Livorno per 3-2 nella Finalissima disputata a Bologna. La Pro Vercelli tornerà in auge nell’annata successiva. Passiamo, infatti, al 1920-21. Il campionato si disputò tra il 19 novembre e addirittura il 24 luglio con 88 squadre totali tra nord e sud. La Pro Vercelli mise in scena un grande duello contro l’Alessandria che si aggiudicò il primo Girone, mentre i Bianchi vinsero il secondo e si presentarono alle semifinali del nord. La sfida contro i Grigi si giocò a Vercelli il 10 luglio e fu un rotondo 4-0 con le reti di Rampini II, Gay e Rosetta. La particolarità su questa sfida fu che l’Alessandria si ritirò al minuto 62. La finale, quindi, si disputò a Livorno il 17 luglio. Contro i piemontesi si stagliava il temibile Bologna (che si qualificò per il ritiro di Torino e Legnano), che venne regolato ai supplementari per 2-1 con il gol vittoria di Rampini II al minuto 128. La finalissima, del 24 luglio, presentò il Pisa (che eliminò il Livorno in semifinale con il punteggio di 1-0) come rivale e la Pro vinse per 2-1 su campo neutro di Torino. Orario d’inizio, particolare, delle ore 17:17.
Nella stagione successiva arriverà l’ultimo trionfo dei piemontesi. Una annata particolare, con due campionati. La Prima Categoria se la aggiudicò la Novese, mentre la Prima Divisione andò ai Bianchi. Due titoli in un solo anno, decisi a tavolino il 22 luglio 1922 dal cosiddetto “Compromesso Colombo”. I Leoni dominarono il proprio Girone con 36 punti in 22 turni, 61 gol segnati e 14 subiti (17 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte), mentre nell’altro raggruppamento il Genoa fece il bello ed il cattivo tempo, in una graduatoria che vide l’Inter all’ultimo posto e che si salvò dalla retrocessione solamente grazie a due spareggi. La Pro (che mise a segno anche un 10-0 contro il Vicenza) disputò la Finale della Lega Nord. Andata il 7 maggio in casa contro il Genoa, punteggio di 0-0. Ritorno il 14 maggio a Marassi e successo per 2-1 con reti di Gay e il solito Rampini. La Finalissima fu davvero una pagina storica del calcio italiano. La Pro, infatti, sfidò la “carneade” Fortitudo che superò nel proprio girone Audace Roma e Lazio. Si trattava infatti di una società nata a Roma nel 1908 e sciolta nel 1927. Il doppio confronto, ancora una volta, fu impietoso. 3-0 a Roma e 5-2 in casa per i Bianchi, per conquistare il settimo ed ultimo titolo della storia della compagine piemontese.
Nelle annate successive la Pro Vercelli rimase una squadra di primissima fascia nel panorama del calcio italiano, non riuscendo più, tuttavia, ad avvicinarsi al titolo. Con il passaggio al campionato a Girone Unico del 1929-30, la squadra con le maglie bianche iniziò il suo lento declino, nonostante la presenza tra le proprie fila di Silvio Piola (127 presenze e 51 reti). Nel 1935 arrivò la retrocessione in Serie B, quindi nel 1940 addirittura quella in Serie C. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la Pro fece qualche breve comparsa nella serie cadetta, prima di tanta Serie C e, soprattutto Serie D tra anni ’50 e ’60. Gli anni ’70 non cambiarono gli orizzonti, quindi negli anni ’80 e ’90 tantissima Serie C2, La risalita avvenne nei primi anni ’10 del nuovo millennio, con la Serie B riconquistata nel 2014. Dopo alcune buone salvezze la Pro è tornata in Serie C nel 2018 dove rimane tuttora. Con un passato epico e glorioso alle spalle e 7 titoli che nessuno potrà mai toglierle, per rimanere per sempre nella leggenda del calcio italiano.
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alessandro.passanti@oasport.it
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Foto: Wikipedia Pro Vercelli