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Calcio, Roberto Mancini: “Riprendiamo a giocare, le emozioni positive aiutano”

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Il tempo passa e sembra sempre di più che il calcio possa tornare in scena in Italia. Le opinioni sono diverse e non tutti sono d’accordo, ma a quanto pare la voglia di tornare a calcare il rettangolo verde potrebbe prevalere anche per le forti ripercussioni economiche che il “Pallone” ha nel nostro Paese.

A dire la sua su un tema così spinoso è stato il CT della Nazionale Roberto Mancini, il quale giustifica un possibile ritorno del campionato anche in una chiave un po’ romantica, intervistato dal Corriere dello Sport: “Spero che si possa tornare presto a vivere e che questo momento drammatico diventi solo un ricordo, seppure storicamente brutto. Per vivere intendo la libertà di agire, di pensare, di avere rapporti sociali e, anche, di fare attività sportiva. Corro in casa, ma sogno che sia giunto il momento di allentare la pressione di una tragedia inumana, inaspettata, terribile. Io dico che dopo così tanto tempo la vita deve riprendere per tutti, magari in modo diverso. Oltre alle chiusure di tutte le attività, dei fallimenti delle aziende dovremo confrontarci con la depressione. La gente è stanca“, le parole del “Mancio” che poi ha aggiunto: “Secondo me lo sport di contatto non è pericoloso. I casi li contiamo facilmente, soprattutto ad alto livello. Per questo spero che riaprano il nostro mondo: lo sport ha un valore sociale, di aggregazione. Se riparte, darà una mano al Paese sotto il profilo psicologico. Le emozioni positive aiutano“.

Il tecnico della Nazionale ha sottolineato anche i citati risvolti economici sull’intero sistema: “Se coliamo a picco noi poi sarà più difficile per tutti. Io penso che l’attività possa riprendere: i campi di calcio sono lunghi cento metri, ci sono gli spazi giusti, molti club hanno anche molteplici terreni e spogliatoi diversificati. Riprendiamo a giocare a calcio e vedrete che il calcio aiuterà il Paese. Una volta stabilito che i cinquecento giocatori impegnati in serie A sono immuni o guariti, non ci saranno più rischi e pericoli“.

Un campionato che però verrebbe sconvolto per tempi e modalità, essendoci anche il rischio di una prosecuzione senza soluzione di continuità da una stagione all’altra (14 mesi di calcio senza sosta): “Se finisce una stagione, e me lo auguro, inizia l’altra immediatamente dopo. Si parla di finali europee in pieno agosto: non ci saranno soste, le rose dovranno ampliarsi, gli impegni saranno stressanti. Possiamo prendere esempio dalla Russia: consegnato lo scudetto, dieci giorni dopo si ricomincia. Ovviamente con una pausa invernale“, ha precisato l’allenatore azzurro.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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