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Judo
Christian Parlati, judo: “Devo ritrovare la spavalderia. Spero non falsino le qualificazioni olimpiche”
Christian Parlati rappresenta indubbiamente uno dei più grandi talenti del judo italiano attuale, alla luce degli eccellenti risultati raccolti a livello giovanile e degli exploit messi in mostra nell’ultimo anno e mezzo tra i senior. Il 22enne napoletano delle Fiamme Oro, campione del mondo juniores 2018, occupa attualmente la 19ma posizione nel ranking olimpico della categoria -81 kg con 2346 punti ed è in piena corsa per strappare il pass per i Giochi di Tokyo (il primo degli esclusi è l’egiziano Abdelaal, 28° con 1809 punti). Lontano dalle competizioni da più di un mese e costretto a rispettare la quarantena a casa, il judoka azzurro si è raccontato ad OA Sport commentando la notizia del rinvio delle Olimpiadi e le possibili conseguenze di questo slittamento per le sue prospettive.
Christian, dopo il Grand Slam di Dusseldorf del 23 febbraio si è interrotta di fatto la vostra stagione a causa dell’emergenza Coronavirus. Come stai trascorrendo questo periodo di quarantena?
“Chiaramente sono a casa e mi sto allenando per fortuna con mio fratello. Diciamo che mi sto allenando non al massimo ma comunque abbastanza bene, dato che avevo un piccolo tappeto che ho montato a casa su cui facciamo un po’ di Uchi komi e molta preparazione fisica per quanto si può“.
Qual è stata la tua prima reazione dopo aver ricevuto la notizia dello slittamento all’anno prossimo dei Giochi Olimpici di Tokyo?
“Ho avuto un doppio pensiero. Da una parte ci sono rimasto male perché mi sentivo pronto ed era un obiettivo vicino, dall’altra comunque penso che la decisione sia giusta perché la salute viene prima di tutto ed è un momento molto difficile. Cerco di pensare comunque al lato positivo e al fatto che magari tra un anno sarò ancora più pronto di come lo sono adesso“.
Pensi che possa essere un vantaggio per te avere un anno in più di esperienza nel circuito maggiore in modo da arrivare nel migliore dei modi alle Olimpiadi?
“Da questo punto di vista può essere un vantaggio, ma potrebbe rivelarsi uno svantaggio per il peso. Preferisco comunque guardare ai lati positivi: avrò un anno in più di allenamento per prepararmi al massimo“.
Questa pausa forzata potrebbe influenzare la tua preparazione in vista dei prossimi grandi eventi?
“Sicuramente la mancanza di fare molti incontri si sente, però provo comunque ad allenarmi al massimo. Ho avuto la fortuna di avere mio fratello qui che mi sta facendo allenare, poi c’è mio padre che è il mio allenatore e mi sta seguendo ancor più da vicino“.
Proiettandoci nuovamente alle Olimpiadi, è attesa prossimamente la decisione dell’IJF su come concludere le qualificazioni olimpiche. Quale pensi possa essere la scelta più giusta?
“È una bella domanda, non sono sicuro di quale possa essere la decisione più giusta. Credo che alla fine si opterà per completare le cinque gare che c’erano ancora da fare. Probabilmente sarebbe anche la scelta più equa, mantenendo in ogni caso i ranking attuali perché non sarebbe giusto falsarli prolungando di un anno il periodo di qualificazione. Il sistema attuale calcola infatti il 50% dei risultati del primo anno ed il 100% di quelli ottenuti nel secondo anno, mentre se si dovesse aggiungere un terzo anno verrebbe tutto rivoluzionato”.
Dopo aver vinto la medaglia d’oro ai Mondiali Junior di Nassau nel 2018 sei passato definitivamente alla categoria senior. Come giudichi fino a questo momento il tuo percorso nel World Tour?
“All’inizio ho avuto un po’ di problemi ad ambientarmi, poi c’è stato un buon periodo per me in cui ho ottenuto due podi nei Grand Prix di Tel Aviv (terzo) e Antalya (secondo). In seguito ho avuto una serie di infortuni, strappandomi due volte, infatti il Mondiale non è andato benissimo. Dopo però mi sono un po’ ripreso, arrivando quinto al Grand Slam di Brasilia e al Masters di Qingdao battendo in queste gare il campione olimpico in carica (Khalmurzaev) ed il campione del mondo 2018 (Mollaei)“.
Su cosa pensi di dover lavorare maggiormente in futuro per raggiungere stabilmente il livello dei migliori al mondo nella tua categoria?
“Penso che mi manchi un po’ di quella spavalderia che avevo prima e che stavo però ritrovando. Ora aspetto di fare presto le prossime gare, anche perché mi manca proprio questa voglia di combattere e di disputare i tornei. Speriamo di poter ricominciare al più presto, quando la situazione si sarà tranquillizzata. In ogni caso penso di dover lavorare molto sull’aspetto mentale, devo andare in gara più sicuro e tranquillo“.
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erik.nicolaysen@oasport.it
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Foto: IJF