Ciclismo

Ciclismo, Giulio Ciccone dopo l’impresa sui rulli: “Amo soffrire nelle prove lunghe, ma la realtà virtuale resta tale…”

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Un Giulio Ciccone in versione “Ironman” verrebbe da dire. Sì perché il corridore abruzzese, costretto a rimanere a casa per via dell’emergenza sanitaria globale, si è cimentato sui rulli e ha scalato “L’Everest”. Di fatto l’alfiere della Trek-Segafredo ha percorso nella giornata di domenica ben dieci volte l’Alpe di Zwift, ovvero la versione virtuale dell’Alpe d’Huez: 12,2 chilometri per ogni salita con una pendenza media dell’8,5% e ben 1.035 metri di dislivello per ogni singola ascesa.

Uno sforzo disumano quello a cui si è sottoposto il 25enne, che vestì l’anno scorso la maglia gialla al Tour de France. Ciccone, infatti, è stato capace di superare un dislivello complessivo di ben 10.392 metri e, considerando che il tetto del mondo (l’Everest) è a 8848 metri d’altezza, questa impresa, pedalando addirittura 11 ore e 19 minuti sui rulli, è da sottolineare.

Sono consumato, finito! I minuti precisi non me li ricordo neppure. Ho perso 2.1 chili e consumato circa 9.000 calorie“, le parole di Ciccone, intervistato da La Gazzetta dello Sport. A Giulio però piace soffrire e questa era una sfida con se stesso da vincere: “Ce l’avevo in testa da tempo una corsa così, ma pensavo di farla su strada. Mai avrei immaginato di poterci riuscire sui rulli. Dovevano essere circa 8.900 metri ma a quel punto almeno a 10.000 dovevo arrivare. Amo queste prove lunghe, di endurance, soffrire per tanto tempo. Infatti un giorno farò l’Ironman, però avrei il punto debole nella prova a nuoto perché non dico che annegherei, ma quasi…“, confessa il ciclista italiano.

Un periodo comunque difficile quello per Ciccone, come del resto per tutti gli sportivi che non possono allenarsi su strada: “Spero che a maggio potremo riprendere, altrimenti la situazione diventa insopportabile o meglio impossibile. Ho perso il conto dei giorni, ma sfioreremo i due mesi. Di testa per me è difficilissimo“. Il corridore del Bel Paese poi ha sottolineato quanto non disdegni l’esperienza del ciclismo virtuale, utile per l’allenamento, ma è chiaro che gareggiare su strada è un altra cosa: “La realtà virtuale…resta tale. Il ciclismo è un’altra cosa. Non sono neanche comparabili. Da casa si può modificare il peso e il tuo avatar è più veloce. Dal vivo sei tu, la bici, i rivali, la salita“.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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