Ciclismo
Ciclismo, I Mondiali dell’Italia: 1931, l’assolo d’oro di Learco Guerra
Nel 1931, in quel di Copenaghen, si svolse un’edizione decisamente particolare dei Campionati del Mondo di ciclismo su strada. La prova che assegnava la maglia con l’effigie dell’arcobaleno, infatti, non era una gara in linea, ma bensì una corsa a cronometro. In quell’epoca lontana, ovviamente, il Mondiale specifico delle corse contro il tempo ancora non esisteva. Verrà introdotto solo nel 1994. Con questa formula, a ogni modo, si erano svolte le prime due edizioni della rassegna iridata riservata ai dilettanti, nel 1921 e nel 1922, ma in seguito non era più stata riproposta.
A beneficiare di questo format sarà il mantovano Learco Guerra, un corridore che, non a caso, era soprannominato la Locomotiva Umana. Già secondo l’anno prima a Liegi, ove il connazionale Alfredo Binda lo aveva superato in volata negli ultimi metri, Learco si presentò al via della manifestazione iridata in splendida forma. Nella gara di selezione che si era svolta poche settimane prima a Padova, Learco aveva letteralmente demolito la concorrenza.
Nei 172 chilometri, quasi totalmente pianeggianti, di quella rassegna iridata a cronometro, Guerra si esibirà in un’autentica cavalcata trionfale. All’intertempo posto dopo 54 chilometri, il mantovano registra il miglior tempo. Il secondo, il francese Ferdinand Le Drogo, si trova già a due minuti di distacco. Nel mentre, oltretutto, si alza un forte vento contrario che rende la prova ancor più dura.
Guerra, comunque, date le sue straordinarie doti sul passo, soffre meno degli altri quelle condizioni atmosferiche avverse. Dopo 139 chilometri, il mantovano guida con 6’20” su Fabio Battesini e 6’30” su Binda e Le Drogo. Gli altri due azzurri, nel finale, caleranno, mentre il francese finirà la gara in crescendo. Learco, tuttavia, vince senza problemi completando i 172 chilometri in 4h53’43” alla media di 35,136 km/h. Le Drogo è secondo a 4’37”, mentre lo svizzero Albert Buchi strappa il bronzo a Battesini.
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luca.saugo@oasport.it
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Foto: FCI