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Ciclismo
Ciclismo, i Mondiali dell’Italia: la tripletta leggendaria di Alfredo Binda. Dalla prima edizione del 1927 al tris del 1932
Alfredo Binda, a cavallo tra gli anni ’20 e ’30 del secolo scorso, è stato, con buon margine, il più forte corridore del globo. Grazie alle sue incredibili qualità fu il primo, nella storia del ciclismo, a conquistare il titolo iridato tra i professionisti nel 1927. Con tre trionfi, inoltre, è anche il recordman di successi nella rassegna iridata al pari di Rik Van Steenbergen, Eddy Merckx, Oscar Freire e Peter Sagan.
Il primo Mondiale di ciclismo su strada nasce nel 1921, ma è dedicato ai dilettanti. I professionisti dovranno aspettare, come detto, il 1927. Per la verità, dal 1922 in poi si svolse una gara, il GP Wolber, da molti considerata una versione ancestrale della rassegna iridata, per via dei grossi calibri che i suoi ricchissimi organizzatori riuscivano ad avere al via. La manifestazione in questione, peraltro, cadrà in disgrazia proprio con la nascita della competizione che consegna al vincitore la maglia con l’effigie dell’arcobaleno (l’ultima edizione risale al 1934).
Quella prima edizione della rassegna iridata va in onda sul circuito del Nurburgring, in Germania, il 21 luglio 1927. Quel dì, benché fossimo nel cuore dell’estate, la temperatura è tutto fuorché elevata e la gara viene bersagliata dall’inizio alla fine da un violento acquazzone. Ben presto la corsa si rivela durissima e la fortissima Nazionale italiana fa il bello e il cattivo tempo con un quartetto fenomenale composto da Binda, Costante Girardengo, Gaetano Belloni e Domenico Piemontesi.
Il Trombettiere di Cittiglio e il Campionissimo di Novi sono i due più forti e si sfidano in un duello memorabile. A due giri dalla fine, però, Binda riesce finalmente a scrollarsi di dosso Girardengo in salita. Da quel momento in poi, il suo vantaggio si dilata sempre più e al traguardo vince con 7’16” di margine sullo storico rivale. Piemontesi è terzo a 10’51”, mentre un vecchio Tano Belloni completa un poker grandioso.
Dopo aver buttato il Mondiale del ’28 a causa della rivalità con Girardengo e aver perso quello del ’29 in volata dal belga Georges Ronsse, Binda serve finalmente il bis nel 1930. Siamo a Liegi, in casa proprio di Ronsse, e il belga è l’unico a tenere testa alla corazzata azzurra insieme a un giovane tedesco, all’epoca poco conosciuto, ovvero Kurt Stopel. I quattro si giocano tutto allo sprint sul Ponte della Mosa. Ronsse parte ai -200, Guerra risponde per primo e lo affianca. Binda, invece, scatta ai -100. A 50 metri dalla linea della meta i tre sono uno al fianco dell’altro. Ronsse è il primo a piantarsi, mentre Binda supera Guerra in prossimità del traguardo e può alzare le braccia al cielo.
L’ultimo trionfo iridato del lombardo arriva due stagioni più tardi, nel Mondiale casalingo di Roma. Un’edizione a dir poco favolosa quella per i colori azzurri, dato anche il successo di Giuseppe Martano nella prova dedicata ai dilettanti. Sui colli della Capitale Alfredo fa la differenza insieme al compagno di Nazionale Remo Bertoni. Nel finale, successivamente, Binda si scrolla di ruota Bertoni e si gode la passerella trionfale dinanzi al pubblico amico.
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luca.saugo@oasport.it
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Foto: FCI